Nba, chi sono i 10 rookie più interessanti da seguire per questa stagione

Zaccharie Risacher – Atlanta Hawks, pick #1 Dall’altra parte dell’oceano in molti l’hanno definito “la prima scelta assoluta con meno aura di sempre”, vuoi per quel viso un po’ adolescenziale da bravo ragazzo, vuoi per la poca appetibilità della squadra che lo ha selezionato. Atlanta quest’anno ha deciso di rivoluzionare il progetto e Risacher, un’ala piccola con un buon tiro da 3 punti, avrà tante occasioni per mettersi in mostra sugli scarichi sul perimetro di Trae Young, stella indiscussa del roster. A Bourg-en-Bresse, dove ha giocato anche l’Eurocup, ha mostrato un bel talento ma anche tanta incostanza. Rimane un giocatore di 19 anni e di 206 centimetri, ben più alto della media del ruolo. Soprattutto è pur sempre una prima scelta Nba , e solo per questo merita un’attenzione particolare. Alexandre Sarr – Washington Wizards, pick #2 Altro giro, altro francese. Sarr sarà insieme a Wembanyama il futuro della nazionale francese. Ha un fisico simile a quello del fenomeno degli Spurs, lunghissimo e longilineo: 2 metri e 15 di altezza con un’apertura alare di 2 metri e 26, un freak atletico potenzialmente già impattante da oggi a livello di difesa Nba. Gli Wizards sono forse la peggiore squadra della lega, e Sarr avrà modo di mettere numeri importanti nel corso della stagione, fattore decisivo per puntare al premio di rookie dell’anno. A differenza di Wemby però il suo bagaglio offensivo è molto limitato e privo di tiro da 3: nel suo primo e unico anno tra i pro ha faticato come realizzatore, nonostante abbia giocato nel campionato australiano. Avrà bisogno di tanto tempo e tanto lavoro per diventare un primo violino in Nba. Reed Sheppard – Houston Rockets, pick #3 Per molti addetti ai lavori Sheppard avrebbe potuto andare alla 1. Alla fine è sceso alla 3, lo stesso numero di quella che è la sua caratteristica principale: nel suo unico anno a Kentucky ha tirato con il 52% dalla distanza, una percentuale a cui nemmeno il miglior Steph Curry si è mai avvicinato. Alla fine se l’è accaparrato Houston, una squadra che pur avendo già molta abbondanza nel reparto guardie non eccelle per pericolosità perimetrale. Avrà modo di imparare da Fred VanVleet, di cui quasi certamente prenderà il posto in quintetto nella stagione 2024/2025, una volta terminato il contratto del veterano ex Raptors. Partirà dalla panchina, ma avrà tanto minutaggio e promette di far divertire fin da subito. Per molti degli addetti ai lavori di cui sopra, potrebbe essere il candidato principale per il titolo di rookie of the year. Donovan Clingan – Portland Trail Blazers, pick #7 Clingan è un vincente. Nelle sue due stagioni con U-Conn ha vinto due titoli collegiali consecutivi. Ai Blazers porterà soprattutto grande difesa del pitturato, avendo chiuso la scorsa stagione con 2.5 stoppate di media a partita, e rimbalzi . Non è un grande attaccante, anche se in preseason ha provato a esplorare la soluzione del tiro dalla distanza. Tutta da capire la sua convivenza con Ayton , simile sia per caratteristiche che per struttura fisica. A oggi è il sesto uomo della squadra, ma avrà tanti minuti sul parquet nel corso della stagione e non è da escludere che diventi presto il centro titolare della squadra, dal momento che ai Blazers giocatori che segnano ci sono, mentre manca totalmente la difesa. E Clingan è il miglior lungo difensivo di questa classe. Zach Edey – Memphis Grizzlies, pick #9 Ancora prima di scendere sul parquet Edey ha già un doppio primato Nba: con le sue 305 libbre e i suoi 224 centimetri sarà sia il giocatore più ‘pesante’ sia quello più alto di tutta la lega per questa stagione. Al college era abituato a essere il terminale offensivo principale e a segnarne più di 20 di media a partita, ai Grizzlies invece occuperà il posto che era di Steven Adams prima che si infortunasse: muscoli, presenza sotto canestro e soprattutto blocchi da portare a Ja Morant. Arriva in una squadra che punta come minimo ai playoff, pertanto non gli sarà richiesto almeno da subito un grande contributo in termini di punti. Il bagaglio offensivo si limita praticamente solo al tiro nel pitturato, mentre per la sua altezza non è un eccellente rimbalzista. Con lavoro e pazienza, solo per la stazza che ha, potrebbe diventare un giocatore molto interessante. Matas Buzelis – Chicago Bulls, pick #11 Nativo di Chicago, è stato scelto dalla squadra della sua città: avrà una motivazione extra per cercare di fare bene e riportare i Bulls nelle posizioni di vertice. Anche perché dovrebbe partire in quintetto, andando a occupare lo spazio lasciato libero da Demar DeRozan. Altezza e personalità vanno di pari passo: oltre a essere un fenomenale schiacciatore, in preseason si è esibito definendo Antetokounmpo “un giocatore come altri”. Di secondo nome fa Arvidas , come quel Sabonis che è stato uno dei pionieri del basket europeo in Nba. Ma non è un caso. I genitori di Matas sono entrambi ex cestisti lituani emigrati negli Stati Uniti, e lui ha già deciso di indossare la casacca della Lituania nelle competizioni FIBA, dove troverà un altro Sabonis . Jared McCain – Philadelphia 76ers, pick #16 Volendo essere maliziosi a Philadelphia hanno scelto McCain solo per una questione di marketing. Il ragazzo è una star sui social: 1.3 milioni di follower su Instagram e quasi 4 milioni su TikTok ne fanno un giocatore facilmente spendibile per ringiovanire e aumentare il pubblico degli ‘anziani’ 76ers. Arriva da Duke, un college di primissimo livello, dove ha giocato una buona stagione nel ruolo di guardia tiratrice più che nel ruolo di playmaker . ‘Philly’ ha rifatto la squadra con l’intento chiaro di vincere, puntando su veterani e giocatori pronti. McCain avrà poco spazio in questo primo anno da rookie, chiuso da Maxey, Lowry e Gordon, ma per chi segue il basket Nba sui social potrebbe essere uno spasso con i suoi balletti e i suoi sketch. Dalton Knecht – Los Angeles Lakers, pick #17 Preso su richiesta esplicita di LeBron James, Knecht per molti potrebbe essere la steal of the draft, quel profilo di giocatore preso nel sottobosco del draft che può avere l’impatto di una scelta alle prime chiamate senza avere però lo stesso ingaggio. È uno dei veterani del draft: ala piccola classe 2001, nelle ultime due stagioni al college ha sfondato il tetto dei 20 punti a partita. Ai Lakers porterà muscoli ma soprattutto tiro da 3 punti, un fondamentale che ai gialloviola manca nel loro roster. Ottimo impatto in preseason: 16-7-13-19 punti, con un picco di 35 nell’ultima giocata contro i Suns. L’unico difetto potrebbe essere l’età, a 23 anni potrebbe avere meno margini di crescita rispetto ai suoi compagni di draft, ma ai Lakers potrebbe fare comodo un giocatore già pronto da inserire in rotazione. Stanotte il suo esordio: 17 minuti e 5 punti, non male. Kyle Filipowski – Utah Jazz, pick #32 Potenzialmente a Filipowski non manca nulla: un ‘7 piedi’ come lui, ottimo a rimbalzo e efficace nel tiro da tre, sarebbe un buon innesto per ogni franchigia Nba. Era inserito nelle primissime scelte del draft 2023, ma ha scelto di rimanere per un secondo anno al college, a Duke, per risolvere chirurgicamente un problema alle articolazioni dell’anca. La curiosità è legata alla sua ‘caduta’ fino all’inizio del secondo giro. Pare infatti che la sua fidanzata, più vecchia di 6 anni, l’abbia convertito da qualche tempo alla cultura mormone, obbligandolo a sposarne lo stile di vita sobrio e disciplinato e a tagliare i ponti con la famiglia. Non a caso è stato selezionato proprio dai Jazz, che hanno sede nello Utah, lo stato mormone per eccellenza. Il che non è nemmeno una brutta destinazione per il ragazzo, che avrà tempo per migliorare e ritagliarsi un ruolo da vice Markannen. Bronny James – Los Angeles Lakers, pick #55 L’unica colpa di Bronny è quella di essere il figlio del più grande giocatore della storia della Nba, e nessuna scelta al secondo giro del draft ha mai dovuto convivere con un carico di aspettative così grande. Va detto anche che senza papà LeBron non sarebbe mai stato scelto al draft: Bronny si è creato uno status di ottimo difensore a livello di college, ma in Nba la sua altezza sarà uno svantaggio fisico contro quasi ogni pari ruolo. Giocherà pochissimi minuti in stagione, quasi sempre a risultato acquisito, e quei pochi scampoli di partita saranno attenzionati in maniera particolare dalla stampa. Non bisogna dimenticare che è comunque una scelta numero 55, e in un qualsiasi altro draft nessuno avrebbe avuto alcun tipo di aspettativa per un giocatore pescato in quella posizione. Già scendere sul parquet, considerando il grave problema cardiaco di un anno fa, sarà un successo. Intanto, con i 2'41" di stanotte contro Minnesota, i James sono stati la prima coppia padre-figlio a scendere in campo insieme nella storia della Nba.