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NBA, un aggettivo per l'inizio di stagione di ogni squadra NBA

NBA

Introduzione

Dopo due settimane abbondanti di regular season si possono fare i primi bilanci su come sono partite le stagioni delle 30 squadre. Bleacher Report ha individuato un aggettivo per ciascuna franchigia, tra quelle che sono partite bene e quelle che ancora hanno molto da sistemare nelle prossime settimane per evitare che l’annata non sia più raddrizzabile

Quello che devi sapere

ATLANTA HAWKS: PERMISSIVI

Affrontare Boston certamente non aiuta, così come l’infortunio che li ha privati per diverse partite di Dyson Daniels, ma la difesa degli Hawks continua a fare acqua da tutte le parti, posizionandoli al 25° posto in NBA dopo che lo scorso anno hanno chiuso al 27°

ATLANTA HAWKS: PERMISSIVI

BOSTON: INDOMABILI

Pur senza Porzingis e con il ko contro Golden State, i Celtics continuano a vincere scommettendo ancora di più sulle loro percentuali e soprattutto sul loro volume di tiro da tre punti. Al momento i tiri da tre rappresentano il 52% delle loro conclusioni, ben al di sopra dei secondi in classifica (Charlotte col 45.2% dei tiri)

BOSTON: INDOMABILI

BROOKLYN NETS: FRIZZANTI

Non hanno talento, non hanno incentivi a vincere, ma finora si sono rivelati sorprendentemente competitivi specialmente in attacco, correndo a più non posso guidati dalle guardie Dennis Schröder e Cam Thomas. Uno dei “guilty pleasure” di questa stagione, prima che arrivi il mercato a smontarli

BROOKLYN NETS: FRIZZANTI

CHARLOTTE HORNETS: IN MIGLIORAMENTO

Il ritorno di LaMelo Ball ha effettivamente ridato linfa vitale alla squadra, che con lui in campo migliora esponenzialmente nella metà campo offensiva (e, al contrario, crolla quando non c’è). Considerato che Brandon Miller sta progredendo, c’è da essere ottimisti in North Carolina

CHARLOTTE HORNETS: IN MIGLIORAMENTO

CHICAGO BULLS: SODDISFATTI

La soddisfazione nasce dal fatto che Zach LaVine è ancora un solido giocatore di pallacanestro, motivo per cui — quando l’inevitabile trade arriverà — i Bulls non saranno costretti a sacrificare asset per cederlo, ma potrebbero anche richiedere qualcosa di valore. Per il resto si vivacchia a metà classifica, ma c’era da aspettarselo

CHICAGO BULLS: SODDISFATTI

CLEVELAND CAVALIERS: OTTIMIZZATI

Il lavoro di Kenny Atkinson è andato finora oltre le più rosee aspettative, non rivoluzionando la formula della squadra (d’altronde i giocatori sono quelli) ma ottimizzando le risorse a sua disposizione e tranquillizzando lo spogliatoio. Non tireranno per sempre bene come stanno facendo (61% effettivo, numeri uno in NBA), ma il record di 9-0 non è un caso

CLEVELAND CAVALIERS: OTTIMIZZATI

DALLAS MAVERICKS: ENORMI

Pur avendo sempre in campo uno tra Irving, Dinwiddie e Hardy, il roster dei Mavs è sorprendentemente pieno di giocatori di grandi dimensioni, potendo schierare anche quintetti formati solamente da giocatori attorno o sopra i due metri. Una versatilità che potrebbe tornare utile ai playoff grazie agli arrivi dei vari Naji Marshall e Klay Thompson in estate

DALLAS MAVERICKS: ENORMI

DENVER NUGGETS: BIPOLARI

Il trend va avanti da anni, ma quest’anno è peggiorato sensibilmente: i Nuggets sono una squadra eccellente con Jokic in campo e disastrosa senza di lui. Se due anni fa il differenziale tra quando era in campo e quando era fuori era di 22.9 punti su 100 possessi e lo scorso anno era di 20.4, in questo inizio di stagione è decollato a un incredibile 34.8. Neanche tra OKC e Utah, rispettivamente miglior e peggior squadra NBA, c’è così tanta differenza

DENVER NUGGETS: BIPOLARI

DETROIT PISTONS: STRUTTURATI

I risultati non sono eccezionali, ma almeno una cosa sembra sicura: i Pistons hanno trovato una loro strutturazione con due guardie (Cade Cunningham e Jaden Ivey), due esterni (Harris e Hardaway titolari, Beasley e Fontecchio dalla panchina) e un lungo di riferimento. Sembra poco, ma almeno avere una base su cui costruire è già tanto

DETROIT PISTONS: STRUTTURATI

GOLDEN STATE WARRIORS: PROFONDI

Nessun’altra squadra può vantare così tanti buoni giocatori a roster e coach Kerr li sta sfruttando tutti al massimo, dando minuti in campo anche a 12 giocatori e spremendoli al massimo per avere sempre gente fresca e frenetica sul parquet. Da qui si spiega il record estremamente positivo, grazie a una panchina che non ha eguali nella lega

GOLDEN STATE WARRIORS: PROFONDI

HOUSTON ROCKETS: STRAPIENI

È un bel problema da avere, ma i Rockets hanno fin troppi buoni giocatori (e quasi tutti giovani, quindi a caccia del loro primo contratto pesante) per dare spazio a tutti. Questo ha l’effetto positivo di tenere tutti sulla corda, creando momenti di atletismo insostenibili per gli avversari, ma anche quello negativo di tentare di strafare

HOUSTON ROCKETS: STRAPIENI

INDIANA PACERS: FAMILIARITÀ

Hanno ripresentato interamente la squadra dello scorso anno, con pregi e difetti ben chiari. Pur con un inizio balbettante hanno un record al 50% e sono nelle zone alte di una conference che non sta entusiasmando tolte Boston e Cleveland: c’è la possibilità di issarsi come terza forza dell’Est

INDIANA PACERS: FAMILIARITÀ

LOS ANGELES LAKERS: SBILANCIATI

Mantenere l’equilibrio quando si parla di Lakers è sempre complicato: dopo la prima settimana sembravano destinati a essere una contender, dopo la seconda e una trasferta da 1-4 di record sembra tutto da rifare. Ci vuole pazienza, raziocinio e un po’ di calma: verrà concessa a JJ Redick?

LOS ANGELES LAKERS: SBILANCIATI

LA CLIPPERS: MANESCHI

Hanno veramente poco talento offensivo, forse meno di chiunque altro, ma con capacità di esecuzione, abnegazione, impegno e versatilità stanno riuscendo a rimanere in piedi in qualche modo. Hanno la sesta miglior difesa della lega e mettono le mani dappertutto, sia sulle linee di passaggio che addosso agli avversari giocando in maniera fisica. Non hanno altro modo di sopravvivere, ma lo fanno benissimo

LA CLIPPERS: MANESCHI

MEMPHIS GRIZZLIES: INGEGNOSI

Sono sempre alle prese con problemi di infortuni, ma in un modo o nell’altro riescono a inventarsi o a sviluppare giocatori che tengono bene il campo. L’ultimo della lista è Jay Huff, che si è più che meritato un contratto garantito come centro di riserva e, molto spesso, anche in campo per finire le gare al posto del rookie Zach Edey. Lakers, Wizards e Nuggets lo hanno avuto, ma nessuno come i Grizzlies è capace di inventarsi giocatori dal niente

MEMPHIS GRIZZLIES: INGEGNOSI

MIAMI HEAT: CONFUSI

Quella di tirare fuori giocatori dal sottobosco NBA era la specialità di Miami, ma da qualche tempo a South Beach le cose sembrano essersi impantanate. Gli Heat, molto semplicemente, sono mediocri, avendo esattamente il 15° differenziale della lega (-1.4 su 100 possessi), frutto del 18° attacco e della 17^ difesa. E rimanere impantanati nel guado è il peggior posto in cui stare in NBA

MIAMI HEAT: CONFUSI

MILWAUKEE BUCKS: FINITI

Alcune delle sei sconfitte consecutive che hanno contrassegnato il loro inizio di stagione sono state sconfortanti, dando la netta impressione di essere arrivati alla fine della loro corsa per come sono strutturati ora. Il problema è che non hanno neanche gli asset per ribaltare la squadra, rendendo sempre più difficile immaginarseli competitivi attorno a Giannis Antetokounmpo

MILWAUKEE BUCKS: FINITI

MINNESOTA TIMBERWOLVES: INDECISI

Un dato in particolare non torna: i T’Wolves sono quint’ultimi a rimbalzo offensivo, ma sono anche quart’ultimi per difesa in transizione — una ricetta mortale per qualsiasi difesa. La squadra di coach Finch deve quindi prendere una decisione su cosa vuole essere per trovare definitivamente un’identità dopo un inizio non entusiasmante

MINNESOTA TIMBERWOLVES: INDECISI

NEW ORLEANS PELICANS: TORMENTATI

Cosa si può dire a una squadra che ha perso uno dopo l’altro per infortunio tutti i suoi migliori giocatori? Dopo Dejounte Murray all’esordio, si sono fatti male Herb Jones, CJ McCollum, Trey Murphy, Zion Williamson e perfino Jordan Hawkins, riducendo a zero la rotazione di coach Willie Green attorno a Brandon Ingram (peraltro in scadenza di contratto)

NEW ORLEANS PELICANS: TORMENTATI

NEW YORK KNICKS: POROSI

Anche i Knicks finora non hanno entusiasmato, come suggerisce in particolare un dato: solo Sixers e Pelicans hanno concesso una percentuale al tiro più alta del loro 57.7% effettivo, con percentuali drammatiche soprattuto al ferro (72.4%, solo Washington e Chicago peggio). L’arrivo di Towns li ha migliorati offensivamente (terzo miglior attacco della lega), ma quanto è sostenibile?

NEW YORK KNICKS: POROSI

OKLAHOMA CITY THUNDER: PREDATORI

Hanno di gran lunga la miglior difesa della lega con un dato in particolare che fa spavento: procurano una palla persa degli avversari nel 20% dei possessi che affrontano, mettendo una pressione insostenibile in particolare quando entrano Alex Caruso e Cason Wallace dalla panchina. Aggiungeteci il miglior protettore del ferro della NBA in Chet Holmgren, e la ricetta è pronta

OKLAHOMA CITY THUNDER: PREDATORI

ORLANDO MAGIC: DISTRUTTI

Nessuna squadra dipende così tanto dal suo miglior giocatore quanto i Magic da Paolo Banchero. Con lui nella prima settimana sembravano essere pronti a una stagione da 50 vittorie, ma non appena si è fatto male si sono sciolti, senza più riuscire a vincere una partita. Urge trovare un modo per ritrovare la vittoria anche senza il numero 5

ORLANDO MAGIC: DISTRUTTI

PHILADELPHIA 76ERS: INGIUDICABILI

Il record è quello che è, ovverosia il peggiore della Eastern Conference, ma come si può giudicare una squadra che non ha avuto neanche un minuto da Joel Embiid, che ha trovato solo recentemente Paul George e che ha sovraccaricato così tanto Tyrese Maxey da farlo infortunare? Bisogna aspettare, ma in vetta non aspettano nessuno

PHILADELPHIA 76ERS: INGIUDICABILI

PHOENIX SUNS: DISTANTI

Nessuna squadra si affida al tiro in sospensione quanto i Suns: il loro numero di tentativi al ferro e nel pitturato è incredibilmente basso, ma se non altro coach Budenholzer è riuscito a trasformare qualche tentativo di troppo dalla media distanza in conclusioni dall’arco, passando dal 19° posto di un anno fa al 5° di quest’anno in termini di volume di tiri tentati da tre punti rispetto al totale

PHOENIX SUNS: DISTANTI

PORTLAND TRAIL BLAZERS: EMERGENTI

Sempre contrassegnati dagli alti e bassi tipici delle squadre giovani, ma qualcosina di meglio si è visto da parte dei giovani Blazers, sia da Scoot Henderson che dai vari Toumani Camara e Donovan Clingan. Il rientro di Shaedon Sharpe dovrebbe migliorarli ulteriormente, anche se non c’è alcuna intenzione o necessità di raggiungere il play-in

PORTLAND TRAIL BLAZERS: EMERGENTI

SACRAMENTO KINGS: BILANCIATI

L’attacco funziona (quarto migliore della NBA), ma quello lo sapevamo già. È più sorprendente invece l’undicesimo posto per rating difensivo, che cambierebbe di molto le prospettive a lungo termine della squadra. È ancora presto per essere sicuri che regga, ma essere in top-10 (o molto vicino) in entrambe le categorie sarebbe un risultato storico per i Kings

SACRAMENTO KINGS: BILANCIATI

SAN ANTONIO SPURS: ALLA RICERCA

Nonostante l’arrivo di Chris Paul, Victor Wembanyama sta segnando meno su assist dei compagni rispetto a un anno fa, e il suo raggio di azione si è allontanato sempre di più dal ferro, anche per fare spazio a Jeremy Sochan (ora infortunato). La realtà è attorno alla torre Wemby i lavori sono ancora ampiamente in corso, alla ricerca della formula migliore per massimizzare lo sconfinato talento del francese

SAN ANTONIO SPURS: ALLA RICERCA

TORONTO RAPTORS: PRECOCI

Già il roster non era profondissimo, ma con gli infortuni di mezzo i Raptors si sono ritrovati praticamente subito nei piani bassi della Eastern Conference. Se non altro i tanti minuti a disposizione hanno permesso a diversi giovani di mettersi in mostra, partendo da Gradey Dick fino a Jonathan Mogbo e Jamal Shead, che potrebbero stabilizzare la panchina quando torneranno i titolari dagli infortuni

TORONTO RAPTORS: PRECOCI

UTAH JAZZ: RISOLUTI

Mentre negli scorsi anni avevano cominciato bene, quest’anno i Jazz sono partiti malissimo e sembrano ben intenzionati a competere fino in fondo per la prima scelta assoluta al Draft. Ci stanno riuscendo dando grande spazio ai loro giovani, con cinque giocatori sotto i 23 anni che giocano almeno 15 minuti a partita, purtroppo senza Taylor Hendricks che si è fatto male gravemente

UTAH JAZZ: RISOLUTI

WASHINGTON WIZARDS: PROMETTENTI

Sarà perché non ci si aspettava molto, ma gli Wizards hanno mostrato molto più carattere e impegno rispetto a quanto preventivato. Il talento offensivo è quello che è, ma i vari Bilal Coulibaly, Kyshawn George, Alex Sarr e Bub Carrington sono più che intriganti, specialmente con la loro versatilità difensiva

WASHINGTON WIZARDS: PROMETTENTI