Gli Oklahoma City Thunder sono rimasti in partita fino all’intervallo nella finale di NBA Cup contro i Milwaukee Bucks, ma sono crollati nella ripresa complice un pessimo rendimento al tiro pesante. La squadra di coach Mark Daigneault ha realizzato solamente 5 delle 32 conclusioni tentate dall’arco, schiantandosi contro i propri limiti offensivi nonostante una difesa che ha tenuto gli avversari sotto i 100 punti realizzati
Gli Oklahoma City Thunder sono arrivati alla finale della NBA Cup forti della miglior difesa di tutta la lega, quella che li ha portati anche al primo posto nella Western Conference. Nell’appuntamento decisivo contro i Milwaukee Bucks, tutto sommato, la difesa ha fatto il suo, tenendo gli avversari sotto i 100 punti segnati nonostante un ottimo 17/40 dall’arco per la squadra di coach Doc Rivers. Peccato però che in attacco siano incappati in una delle peggiori serate offensive di tutta la stagione NBA: solamente nel garbage time degli ultimi due minuti i Thunder sono riusciti a superare la soglia degli 80 punti realizzati, la quota minima raggiunta in questa stagione in tutta la NBA dai Los Angeles Lakers. Il tiro da tre punti è stato particolarmente disastroso: OKC ha segnato solo cinque delle 32 conclusioni tentate dall’arco, per un 15.6% complessivo con il quale è impossibile pensare di impensierire una difesa come quella dei Bucks guidata da Giannis Antetokounmpo. Non che da due punti sia andata molto meglio, per un 24/54 (44%) che spiega piuttosto bene le difficoltà incontrate dai Thunder nel mettere il pallone nel canestro, senza nemmeno riuscire a compensare con i rimbalzi offensivi (solo 7 in tutto il match) o con i punti da palle perse (solo 13 sui 17 palloni recuperati dalla difesa).
SGA troppo solo, quanto manca Chet Holmgren
Shai Gilgeous-Alexander, assolutamente on fire con 30 punti di media nelle gare di NBA Cup arrivando a questa finale, è stato l’unico a segnare più di un tiro da tre punti pur chiudendo con 2/9 dall’arco all’interno della sua serata da 8/24 complessivo, chiudendo con 21 punti, 4 rimbalzi, 2 assist e 2 recuperi in meno di 36 minuti. I suoi compagni hanno fatto però molto peggio tirando 3/23 da tre punti, con i soli Jalen Williams (18 punti) e Isaiah Hartenstein (16 con 12 rimbalzi) in doppia cifra e appena 13 assist su 29 canestri realizzati. Una serata opaca nella quale si è sentita come non mai l’assenza di Chet Holmgren, in grado di aprire il campo con la sua pericolosità perimetrale e di proteggere il ferro nella metà campo difensiva per dare man forte ad Isaiah Hartenstein. La sconfitta in ogni caso non cambia di una virgola il grande inizio di stagione di OKC, che farà tesoro di questa esperienza per il resto della stagione e per i playoff a cui è attesa a recitare un ruolo da assoluta protagonista nella Western Conference.