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NBA, rottura tra Butler e Miami: gli Heat lo sospendono per 7 partite e aprono alla trade

NBA

Introduzione

Dopo le dichiarazioni rese dal giocatore, che ai margini della partita persa con i Pacers di giovedì si era detto infelice a Miami, gli Heat hanno reagito sospendendo Jimmy Butler per 7 gare. La franchigia ha voluto così punire la sua stella per il comportamento dannoso di Butler, comunicando poi in via ufficiale la disponibilità a trattare con altre squadre per una trade che a questo punto appare del tutto inevitabile. Nel frattempo, il sindacato dei giocatori ha annunciato che si opporrà alla sospensione di Butler, ritenuta impropria

 

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Quello che devi sapere

UN PASSO DECISIVO VERSO LA ROTTURA

A fare il primo passo, o meglio un deciso passo in avanti nella diatriba ormai palese tra Jimmy Butler e gliHeat era stato il giocatore, che con le sue dichiarazioni nel dopo partita contro Indiana aveva di fatto sancito la rottura con la franchigia. La risposta di Miami, quindi, era attesa ed è arrivata a stretto giro tramite un comunicato ufficiale in cui Pat Riley e soci hanno reso noto di aver sospeso Butler per 7 partite a causa dei “molteplici episodi di condotta dannosi per la squadra”. Il comunicato emesso da Miami, però, va anche oltre, affermando che “Con le sue azioni e le sue dichiarazioni, Butler ha dimostrato di non voler più far parte di questa squadra”. Non solo, sempre all’interno dello stesso comunicato gli Heat fanno sapere che “Bulter e il suo agente hanno fatto sapere che desiderano essere scambiati e quindi ascolteremo le eventuali offerte”.

UN PASSO DECISIVO VERSO LA ROTTURA

LA REAZIONE DEL SINDACATO GIOCATORI

Alla dura presa di posizione da parte di Miami ha subito replicato il sindacato dei giocatori, facendo sapere di ritenere impropria la sospensione rifilata a Butler e palesando l’intenzione di presentare un reclamo formale in merito. Considerate le tempistiche legate alla procedura di reclamo, però, appare assai improbabile che la sospensione venga revocata prima di diventare effettiva. Butler, quindi, quasi certamente non sarà in campo questa notte per la sfida casalinga contro i Jazz, e dovrebbe poi saltare la lunga trasferta a Ovest che attende gli Heat nelle successive sei partite. La sospensione, come da regolamento, costerà a Butler una frazione del suo salario annuoche per le 7 partite in cui Miami dovrebbe tenerlo fuori si aggirerà attorno ai 2.35 milioni di dollari complessivi. E, stando così le cose, l’addio di Jimmy a South Beach appare ormai solo questione di tempo.

LA REAZIONE DEL SINDACATO GIOCATORI

LA QUESTIONE CONTRATTUALE E UNA TRADE COMPLICATA

I rumors di mercato sul possibile cambio di maglia di Butler risalgono già all’estate scorsa, quando Miami aveva platealmente detto di no alla richiesta da parte del giocatore di allungare il contratto in scadenza a giugno di quest’anno (con player option esercitabile da Butler per la stagione 2025-26). Quel contratto, e la relativa richiesta di rinegoziarne la durata, diventa ora la chiave che potrebbe decidere il futuro di Butler. Qualora finisse in un’altra squadra, infatti, l’ex anche di Sixers e Bulls potrebbe firmare un rinnovo biennale da 111 milioni di dollari complessivi, una cifra non da poco considerata l’età del giocatore, che a 35 anni compiuti pare avviato verso la fase finale della sua carriera. E lo stipendio percepito in questa stagione dagli Heat (48.8 mIlioni di dollari) non rende semplice imbastire una trade. 

LA QUESTIONE CONTRATTUALE E UNA TRADE COMPLICATA

I POSSIBILI SCENARI

Anche se l’ultima stagione e quella in corso non sono state all’altezza della sua nomea, Butler continua a vantare molti estimatori in tutta la NBA. Non solo, come è ormai consuetudine in situazioni del genere, il giocatore avrebbe presentato al front office degli Heat una lista di destinazioni a lui gradite. E Dallas, Golden State e Phoenix, prime in quella lista, sembrano ricambiare l’interesse di Butler, ma allo stesso tempo sussistono condizioni oggettive che rendono difficile uno scambio con queste tre squadre. Mavs e Warriors, per far quadrare la trade dal punto di vista economico, dovrebbero cedere diversi elementi del loro roster, indebolendo così in maniera palese la squadra, oppure trovare una terza squadra disposta a facilitare lo scambio. I Suns, in teoria, avrebbero la carta Bradley Beal da giocarsi, ma nel contratto dell’ex Washington c’è anche una “no trade clause” che di fatto gli consentirebbe di opporsi all’eventuale scambio. Gli Heat, inoltre, avrebbero già manifestato la loro riluttanza ad accollarsi l’oneroso accordo in essere con Beal (110 milioni di dollari con scadenza giugno 2027). La situazione, insomma, sembra complicata e davvero incerta, mentre l’unica certezza al momento consiste nella comune volontà di separarsi espressa da Butler e ora anche da Miami. Resta da vedere se questa volontà sarà sufficiente per trovare una soluzione gradita a entrambe le parti

I POSSIBILI SCENARI