Introduzione
Già autore di ottime prove con la maglia dei Mavs, dal suo arrivo a New York nell’estate del 2022 Jalen Brunson si è trasformato in una vera e propria superstar. Eppure, al Draft del 2018 il leader dei Knicks veniva scelto solo la 33^ chiamata e tra le tante squadre che decidevano di non puntare su di lui c’era anche Indiana. E dopo essere stato scartato dai Pacers, che l’avevano anche sottoposto a un provino, Brunson questa notte potrebbe provare a prendersi una bella rivincita...
Quello che devi sapere
BRUNSON OGGI
Sul fatto che Jalen Brunson, oggi come oggi, sia uno dei migliori giocatori di tutta la NBA ci sono pochi dubbi. La sua carriera, dopo un inizio promettente a Dallas, ha preso il volo con il trasferimento ai Knicks nel 2022. Brunson è oggi il leader indiscusso di New York e ha quasi da solo cambiato la traiettoria di una franchigia che da tanti anni era ai margini della Eastern Conference. In uscita dal college, però, l’ex Villanova non era esattamente un prospetto attorno al quale si sprecassero grandi attenzioni, anzi…

BRUNSON NEL 2018
18.9 punti di media, tirando con il 52.1% dal campo e il 40.8% da tre. Erano queste le statistiche che accompagnavano Brunson al termine dell’ultima delle sue tre stagioni a Villanova, di cui due chiuse con la conquista del titolo universitario. Le stimmate del vincente, insomma, erano già piuttosto evidenti, ma al Draft quasi nessuno sembrava credere davvero nelle sue qualità, preferendogli altri prospetti, tra cui diversi compagni di squadra in maglia Wildcats

VILLANOVA AL DRAFT 2018
Mikal Bridges alla 10, Donte DiVincenzo alla 17 e…Omari Spellman alla 30. Sono questi i compagni di Brunson a Villanova ad essere scelti prima di lui, e se Bridges, attuale compagno di squadra ai Knicks, e DiVincenzo, a sua volta a New York la scorsa stagione, si sono costruiti delle ottime carriere in NBA, le ultime notizie lo danno in forza al Wonju DB Pony nel campionato sud-coreano

UN DRAFT PIENO DI PLAYMAKER
Luka Doncic, Trae Young e Shai Gilgeous-Alexander, il Draft del 2018 passerà probabilmente alla storia per aver portato in NBA alcuni dei playmaker più dominanti del decennio successivo. E Brunson, partendo con aspettative decisamente più modeste rispetto ai tre colleghi di cui sopra, ha saputo scalare posizioni fino ad arrivare tra i top della lega

LA SITUAZIONE DI INDIANA
Al termine della stagione 2017-18, chiusa con l’eliminazione al primo turno dei playoff contro gli ultimi Cavs capitanati da LeBron James, i Pacers avevano a disposizione la 23^ scelta al Draft per rinforzare un roster giovane e in evidente crescita. La priorità di Indiana? Un playmaker, perché i vari Cory Joseph e Darren Collison offrivano garanzie decisamente limitate

IL PROVINO DI BRUNSON
Come è tradizione per tutte le squadre, nelle settimane che precedevano il Draft del 2018 i Pacers ospitavano diversi prospetti in uscita dal college per osservarli più da vicino e valutarne pregi e difetti. Tra questi prospetti c’era anche Brunson, playmaker le cui caratteristiche si adatterebbero in maniera quasi perfetta alle esigenze della squadra

LA SCELTA DEI PACERS
E in effetti la scelta dei Pacers ricadeva su un playmaker, ma non su Brunson. A venire chiamato da Indiana la sera del Draft era infatti Aaron Holiday, ultimo del trio di fratelli che comprende Justin e Jrue, già in NBA al momento, e reduce da una ottima stagione a UCLA

IL DRAFT DI BRUNSON
Scartato dai Pacers e dal resto delle squadre con una chiamata al primo giro, Brunson finiva per essere scelto da Dallas in 33^ posizione. Nello stesso Draft, quindi, i Mavs si assicuravano la coppia Doncic-Brunson che quattro anni più tardi avrebbe trascinato la squadra di nuovo alle finali di Conference

LA CARRIERA DI HOLIDAY
6.5 punti e 2 assist di media a partita in 16.5 minuti giocati, queste sono le statistiche di Holiday dopo le sue prime sette stagioni in NBA. Il più giovane dei fratelli Holiday non ha mai davvero trovato la sua dimensione tra i professionisti e nell’estate del 2021 Indiana lo spediva a Washington, prima tappa di un percorso che l’avrebbe portato prima a Washington, poi a Phoenix e Atlanta e quindi a Houston

LA POSSIBILE RIVINCITA DI BRUNSON
Negare ai Pacers il sogno di tornare alle Finals dopo un quarto di secolo e farlo sul loro campo, rimandando l’esito delle finali della Eastern Conference a gara-7. È questa la rivincita che Brunson potrebbe prendersi questa notte in gara-5 della serie con Indiana, a ormai sette anni da quel famoso provino finito male
