Introduzione
Dopo un primo tempo quasi dominato e chiuso a +15, i Thunder subiscono l’ormai consueto ritorno di Indiana che arriva a -2 a inizio del 4° quarto. Il finale di gara-5, però, è tutto di Oklahoma City, che pesca una prestazione leggendaria di un Jalen Williams leader come mai prima e si gode la lucidità di Shai Gilgeous-Alexander nei momenti decisivi. Tyrese Haliburton, limitato da un problema al polpaccio destro, gioca la peggior partita ai playoff della sua carriera e ai Pacers non bastano la solidità sui due lati del campo di Pascal Siakam e la solita iniezione di energia in uscita dalla panchina portata da T.J. McConnell
Quello che devi sapere
OKLAHOMA CITY THUNDER
Una prima metà di partita dominata grazie all’intensità difensiva e alla precisione al tiro dalla lunga distanza, un cortocircuito di squadra che tra la fine del 3° e l’inizio del 4° quarto riapre tutto e infine un finale di grande lucidità e personalità. Per Oklahoma City gara-5 è tutta sulle montagne russe, almeno dal punto di vista emotivo, ma alla fine arriva il successo che porta i Thunder a una sola vittoria dal titolo

SHAI GILGEOUS-ALEXANDER
- Voto: 7
- Nel primo tempo si prende solo 6 tiri perché l’attacco di squadra gira comunque alla grande, ma quando Indiana rientra Shai Gilgeous-Alexander si vede costretto a prendersi molte più responsabilità. Al netto di qualche errore per lui inconsueto, come una rimessa dal fondo regalata a Indiana, il canadese risponde ancora una volta presente e nel finale mette i punti che servono per ricacciare indietro i Pacers

JALEN WILLIAMS
- Voto: 9
- Se la partita dei Thunder vive di alti e bassi piuttosto bruschi, la costante che permette ai padroni di casa di non perdere mai davvero il controllo della partita è rappresentata da Jalen Williams. La sua prestazione è a dir poco leggendaria, perché l’ex Santa Clara segna come e quando vuole e soprattutto quando Oklahoma City ha un bisogno estremo di canestri. I suoi 40 punti arrivano grazie a 18 punti segnati in area e alle tre triple mandate a segno, impresa che alle Finals dal 1998 a oggi era riuscita a soli due giocatori: LeBron James e Kevin Durant

LU DORT
- Voto: 6.5
- I suoi 9 punti, frutto del 3/6 al tiro da tre, sono preziosissimi, ma a fare la differenza per i Thunder è come sempre la presenza difensiva di Lu Dort, che annulla Haliburton e trova anche il modo di strappare 8 rimbalzi che sono fondamentali affinché Oklahoma City non vada sotto nei momenti in cui potrebbe pagare un quintetto molto più piccolo rispetto a quello di Indiana

CHET HOLMGREN
- Voto: 7
- La serataccia al tiro, con un rivedibile 4/15 complessivo, macchia solo in parte una prestazione che ribadisce la centralità di Chet Holmgren nel progetto di squadra di Oklahoma City. L’ex Gonzaga strappa 11 rimbalzi, rifila 3 stoppate agli avversari e la sua presenza in campo finisce per fare la differenza in difesa, perché con lui sul parquet ogni tentativo al ferro è complicato per i Pacers

ISAIAH HARTENSTEIN
- Voto: 6.5
- Forse la sua miglior partita nella serie, soprattutto nel primo tempo quando la squadra viaggia decisa seguendo il proprio ritmo. Per Isaiah Haretenstein gara-5 si chiude con 8 rimbalzi, di cui 6 in attacco, e 4 assist, oltre a qualche giocata di energia che regala possessi extra molto preziosi per i Thunder

CASON WALLACE
- Voto: 6.5
- Aveva tirato 0/8 da tre nella serie fin qui, ma sugli scarichi Cason Wallace si fa trovare pronto in gara-5 e non esita. Il suo 3/4 dalla lunga distanza è importantissimo per i Thunder, così come è importante la sua capacità di mettersi sulle linee di passaggio avversarie che frutta 4 palle recuperate

ALEX CARUSO
- Voto: 6
- Decisivo nella vittoria in trasferta di gara-4, in gara-5 Alex Caruso fatica tremendamente al tiro (1/8) ma si rende utile come al solito con le piccole cose che fanno al differenza, come le 4 palle rubate agli avversari e la difesa su Pascal Siakam quando i Thunder sono in campo con il quintetto basso

AARON WIGGINS
- Voto: 6.5
- La prestazione di Aaron Wiggins non è una replica dell’ottima gara-2, ma ci va molto vicina. Nei 22 minuti abbondanti giocati l’ala dei Thunder si prende diverse iniziative in attacco, non sempre con grande lucidità, e tira 4/7 da tre, chiudendo con 14 punti che lo rendono il terzo miglior marcatore della squadra dietro alle due stelle designate

KENRICH WILLIAMS
- Voto: 6
- Daigneault gli concede minuti importanti, puntando sulla sua carica agonistica e Kenrich Williams si adopera soprattutto in difesa su Siakam, a cui concede centimetri e contro il quale si arrangia come può

COACH MARK DAIGNEAULT
- Voto: 7
- Le sue scelte, da quella di mantenere lo starting five con il doppio lungo a quella di risparmiare il pick and roll tra Gilgeous-Alexander e Williams per i possessi decisivi nel finale, si rivelano tutte azzeccate. Non perde la testa nella partita a scacchi con un campione della specialità come Carlisle, e anche nel momento in cui Indiana torna prepotentemente in partita è abile nel tranquillizzare i suoi e nel non modificare troppo le rotazioni programmate per avere i suoi uomini migliori al meglio nei passaggi decisivi

INDIANA PACERS
Una partita dai Pacers, senza mai arrendersi anche dopo 30 minuti trascorsi costantemente in svantaggio in doppia cifra per poi rimontare e arrivare a un solo possesso di distanza. Per Indiana, però, il copione che in questi playoff ha regalato grandissime soddisfazioni si blocca proprio sul più bello, perché tornati a -2 i ragazzi di Carlisle sembrano non avere più l’energia necessaria per completare l’opera e invece subiscono il ritorno prepotente dei Thunder

TYRESE HALIBURTON
- Voto: 4
- Per la prima volta in carriera chiude il primo tempo di una partita di playoff senza segnare nemmeno un punto, evidentemente limitato dai problemi al polpaccio destro che ad un certo punto nel 2° quarto lo costringono anche a tornare negli spogliatoi, da cui riemerge con una vistosa fasciatura. Stringe i denti e gioca 34 minuti, ma non appare mai davvero in grado di guidare la squadra come è abituato a fare e il suo 0/6 dal campo porta soli 4 punti alla causa dei Pacers. Con un Haliburton così, per Indiana è praticamente impossibile pensare di vincere

ANDREW NEMBHARD
- Voto: 6
- Il lavoro in marcatura su Gilgeous-Alexander è quasi perfetto fino a metà del 4° quarto, quando i primi segnali di stanchezza costringono Andrew Nembhard a un paio di palle perse molto pesanti in attacco e gli fanno perdere in parte anche la presa sul connazionale, che ne approfitta per segnare i canestri che affondano Indiana

AARON NESMITH
- Voto: 5
- Le statistiche individuali, 14 punti e 6 rimbalzi con 5/9 dal campo, non sono affatto male, ma il plus/minus (-12) è lo specchio fedele di una partita in cui Aaron Nesmith si trova dalla parte sbagliata della storia di fronte alla prestazione leggendaria di Williams, di fronte al quale fa ciò che può senza grandi risultati

PASCAL SIAKAM
- Voto: 7
- Con un Haliburton poco meno che a mezzo servizio, è lui a tenere in piedi Indiana nei momenti più complicati nel primo tempo ed è sempre lui a capeggiare la rimonta, siglata con la tripla del -2 a 8:30 dalla fine. Per Pascal Siakam, però, il finale di gara-5 porta un calo brusco delle energie a disposizione e il camerunese, fin lì il migliore in campo dietro al solo Willams, affonda insieme ai compagni

MYLES TURNER
- Voto: 5
- Troppo poco, troppo tardi. Per tutta la prima parte di gara subisce i lunghi di Oklahoma City, partecipa alla rimonta di Indiana con qualche buona giocata nel pitturato, ma i suoi 13 punti e 6 rimbalzi sono davvero insufficienti per provare a piazzare il colpo in trasferta in una serata in cui la stella della sua squadra non riesce a incidere e a lui si richiederebbe quel passo in avanti che invece non arriva

T.J. MCCONNELL
- Voto: 7
- L’intensità agonistica è quella abituale, ma fino all’intervallo lungo fatica a trovare la sua dimensione nella partita. Nel 3° quarto, però, T.J. McConnell riporta in vita Indiana con una prestazione leggendaria, 13 dei suoi 18 punti totali arrivano proprio nel momento in cui i Pacers, con Haliburton in panchina, ne hanno un bisogno assoluto. Ci riprova nel finale, senza riuscire a regalare il bis, ma se a un certo punto Indiana ha accarezzato il sogno di portarsi a casa gara-5 il merito è quasi del tutto suo

BENNEDICT MATHURIN
- Voto: 5
- Prova a mettere a frutto il suo talento e una presenza fisica che non ha nulla da invidiare agli altri giocatori in campo, ma nella gara-5 di Bennedict Mathurin c’è ancora una volta tanta, troppa confusione e nel 2/11 al tiro complessivo ci sono almeno tre errori su appoggi facili che frenano Indiana proprio nei momenti in cui i Thunder sembrano sul punto di crollare

BEN SHEPPARD
- Voto: 5
- Solo 6 minuti in campo per Ben Sheppard, che testimonia la sua presenza con un rimbalzo e un assist prima che Carlisle lo richiami in panchina, non ritenendolo evidentemente utile alla causa né in difesa né in attacco

OBI TOPPIN
- Voto: 6.5
- Come è successo spesso in questi playoff, c’è molto di suo, della sua voglia di attaccare il ferro e di non cedere il passo in difesa, nel momento migliore dei Pacers. Questa volta, però, i suoi 12 punti in uscita dalla panchina non bastano, perché anche Toppin si spegne quando Oklahoma City torna ad alzare il ritmo dopo aver visto gli avversari tornare a -2

TONY BRADLEY
- Voto: 4.5
- Già nel primo tempo commette un paio di errori, tra cui un fallo del tutto insensato in attacco, che ne sottolineano la difficoltà ad adeguarsi al livello delle Finals. Coach Carlisle, però, continua a dare fiducia a Tony Bradley, forse nel tentativo di sparigliare un po’ le carte. Tentativo che porta a risultati assai rivedibili e ad altri errori individuali onestamente non ammissibili in una partita di questa importanza

COACH RICK CARLISLE
- Voto: 6
- Il suo piano partita sembra funzionare quando i Pacers, come ormai d’abitudine, riemergono da uno svantaggio in doppia cifra a inizio del 4° quarto. Lo stato a dir poco precario di Haliburton, però, lo costringe a rivedere le rotazioni, soprattutto nel reparto guardie, e la squadra perde inevitabilmente freschezza nel finale, quando Oklahoma City sembra avere decisamente più energie da spendere e Indiana si trova a poter fare poco prima di alzare bandiera bianca
