Introduzione
L'esempio di casa Thunder con Holmgren e Hartenstein è quello in copertina, grazie al titolo festeggiato a Oklahoma City. Ma realtà come Minnesota, Houston, Dallas, San Antonio e tante altre fanno vedere come il doppio lungo stia tornando di grandissima attualità nella NBA. Mentre un paio di squadre (eccellenti) vanno in controtendenza e si affidano ancora allo small-ball...
Quello che devi sapere
L'ESEMPIO DI OKC CON HOLMGREN & HARTENSTEIN
In stagione regolare Holmgren e Hartenstein hanno giocato assieme oltre 15 minuti a sera (nelle sole 20 gare trascorse assieme in campo – Holmgren è stato a lungo infortunato), facendo registrare un Net Rating di +13.5. Nei soli playoff i minuti assieme sono calati (comunque oltre i 10 a sera) ma Daigneault li ha utilizzati assieme in ognuna delle 23 partite disputate. E in finale, nei 38 minuti in cui hanno condiviso il campo, OKC ha segnato 10 punti in più di Indiana su 100 possessi. La combinazione dei due lunghi, ai Thunder, ha funzionato ed essendo la NBA una “copycat league” – dove quello che funziona viene subito copiato – le squadre stanno seguendo il loro (e non solo) esempio.

TIMBERWOLVES: RUDY GOBERT
Chi si ricorda la firma di Gobert ai T'Wolves nell'estate del 2022? Criticata da più parti, per l'enorme mole di scelte sacrificate, per un contratto pesante, ma soprattutto per l'idea che un lungo con le sue caratteristiche sarebbe stato sempre meno utile nel basket contemporaneo. E invece...

TIMBERWOLVES: JULIUS RANDLE
La volontà da parte del front office di Minnesota del proseguire sulla strada dei due (in questo caso anche tre) big è stata confermata dal mercato estivo: estensione da 3 anni e 100 milioni di dollari per Julius Randle...

TIMBERWOLVES: NAZ REID
...e nuovo contratto da cinque anni per 125 milioni di dollari anche per Naz Reid, l'ex sesto uomo dell'anno dei T'Wolves che era in scadenza di contratto. Minnesota continuerà a mettere in campo centimetri e chili (ovviamente mischiando le diverse caratteristiche dei suoi giocatori).

MAVS: DERECK LIVELY
Un'altra squadra che non fa mistero di puntare forte sulla fontline: i nuovi Dallas Mavs post-Luka Doncic. Pur lasciando stare l'impressionante batteria di ali (PJ Washington, Naji Marshall, Caleb Martin, ora anche Cooper Flagg), i centimetri sotto canestro sono impressionanti. A partire da quelli di un verticalista puro come Lively

MAVS: DANIEL GAFFORD
Con Lively bersagliato da tanti infortuni (solo 36 gare giocate la scorsa stagione), Dallas ha esteso il contratto di Gafford offrendogli un triennale da 60 milioni di dollari, e assicurandosi quindi la doppia torre sotto canestro.

MAVS: ANTHONY DAVIS
E poi c'è sempre Anthony Davis, che non ha mai nascosto di non amare troppo giocare da "centro" ma che all'occorrenza, quando è chiamato a farlo, è uno dei migliori della lega. Così come accade quando si sposta nella sua naturale posizione di numero 4.

ROCKETS: ALPEREN SENGUN
Pochi dubbi che a coach Udoka piaccia avere una bella batteria di lunghi, per mettere in campo chili, centimetri e impatto fisico. Il turco di centimetri ne ha 211, per i chili siamo oltre i 105 ma ha anche mani da pianista e grandi doti di passatore.

ROCKETS: STEVEN ADAMS
È stata l'arma tattica di coach Udoka negli ultimi playoff, che hanno clamorosamente rilanciato la carriera del neozelandese, sotto contratto fino al 2027-28 a cifre peraltro decrescenti anno dopo anno. Quando si parla di durezza, nessuno batte Steven Adams.

ROCKETS: CLINT CAPELA
Se ancora c'era un dubbio sulla volontà di Houston di andare "big" è stato fugato con la firma di un eccellente ritorno, quel Clint Capela già in maglia Rockets per sei stagioni al via della sua carriera NBA. Ne sono seguite cinque ad Atlanta, dove si è confermato un lungo d'area ottimo in difesa ma pericoloso anche al ferro in attacco.

CLIPPERS: IVICA ZUBAC
Nei Clippers di fine stagione regolare che erano entrati ai playoff con il vento in poppa, Ivica Zubac pareva la reincarnazione di Bill Walton. Ma pur lasciando da parte paragoni impossibili, il croato è sempre più importante nella pallacanestro di coach Lue.

CLIPPERS: BROOK LOPEZ
L'approdo a L.A. del veterano dei Bucks è una delle firme più interessanti di questa estate: i Clippers puntano forte su Zubac, che piace molto, ma puntano forte anche su Lopez, e questo dimostra che coach Lue ha intenzione di schierarli spesso assieme e di provare a vedere dove può portarlo un muro difensivo con i due lunghi.

GRIZZLIES: JAREN JACKSON JR.
Che la frontline di peso dei Grizzlies sia un punto fermo anche della Memphis di Iisalo è stato confermato dalla ricca estensione concessa a JJJ: per 5 anni e 240 milioni di dollari nel Tennessee si punta ancora tanto sul prodotto di Michigan State.

GRIZZLIES: SANTI ALDAMA
Al suo fianco ci sarà sempre lo spagnolo, che - come Jackson Jr. - ha tanto gioco perimetrale ma che porta comunque a spasso oltre 100 chili montati su 211 centimetri di corpo.

NUGGETS: NIKOLA JOKIC
Che un lungo come Jokic sia stato MVP NBA per tre anni (e nel quarto a vincere il premio fu Embiid) dice da solo quanto nella lega oggi si possa pensare di costruire attorno a un big (certo, se del talento del serbo meglio...).

NUGGETS: JONAS VALANCIUNAS
Oltre al fedelissimo Aaron Gordon, Denver però in estate ha scelto di rinforzare ulteriormente il pacchetto lunghi, con la firma di Valanciunas (che ora però sembrerebbe attratto dalle sirene europee). Se restasse in Colorado, il lituano è perfetto per dare minuti di riposo a Jokic, ma non è da escludere che coach Adelman li provi anche assieme, vista la versatilità di Jokic.

SPURS: VICTOR WEMBANYAMA
Cosa fai quando hai a roster il lungo più lungo (221 centimetri) e più rivoluzionario che questo pianeta abbia mai visto? (Tanto è vero che il suo soprannome è "l'Alieno", perché il francese non sembra appartenere alla specie umana...)

SPURS: LUKE KORNET
La risposta del front office texano è: gli metti di fianco un altro lungo molto intelligente, forse un po' atipico, in una mossa che ricorda molto quella fatta da un ex Spurs (Sam Presti) a OKC la scorsa estate, scegliendo di aggiungere al fianco di Holmgren (giovane big in rampa di lancio, proprio come Wembanyama) un lungo di grande IQ come Hartenstein. E Kornet in questo ruolo può essere perfetto.

PELICANS: YVES MISSI
In Louisiana ci credono: sono convinti di aver trovato in Missi un diamante nella sabbia (scelto solo con la n°21 al Draft 2024). La sua prima stagione ha favorevolmente impressionato: ora è chiamato a confermarsi, con ruolo e responsabilità forse ancora più ampie.

PELICANS: KEVON LOONEY
Per farlo crescere e maturare, New Orleans ha scelto di affiancargli un lungo di esperienza come Looney, lodato a più riprese da coach Kerr sulla Baia come giocatore super intelligente e persona di grandissimo spessore morale. Anche i Pelicans hanno così la loro coppia di lunghi.

KNICKS: MITCHELL ROBINSON
Con Robinson l'assunto è sempre quello: se riesce a stare lontano dagli infortuni, il suo impatto in campo è garantito, soprattutto difensivamente, tra stoppate e rimbalzi (vera specialità quelli offensivi).

KNICKS: GUERSCHON YABUSELE
I centimetri del francese che i Knicks hanno voluto in free agency per rinforzare il reparto lunghi non sono quelli del centro "classico" (misura a malapena 2.03), ma i chili invece sì (117) e la capacità di far male sotto canestro è assodata. Sarà interessante vedere come e quanto coach Brown impiegherà la coppia Yabusele-Robinson.

RAPTORS: JAKOB POELTL
Non sono pochi 104 milioni di dollari per quattro anni se non sei convinto del tuo giocatore. Evidentemente Toronto nell'austriaco ha fiducia, riconoscendone la grande utilità in campo e premiando un'annata ai massimi in carriera sia per punti che per rimbalzi.

RAPTORS: SANDRO MAMUKELASHVILI
La frontline internazionale - in una delle franchigie storicamente più aperte al talento non americano - si rafforza con la firma di Sandro Mamukaleshvili, a un costo contenuto (biennale da 5.5 milioni di dollari).

BUCKS: MYLES TURNER
Uno dei colpi più inattesi del mercato estivo fin qui è sicuramente quello che ha portato il centro dei Pacers, reduce dalla finale NBA, in Wisconsin. E a Milwaukee su un paio di lunghi importanti coach Rivers poteva già contare...

BUCKS: JERICHO SIMS
Sims ha giocato solo 14 gare (più 5 di playoff) con la maglia dei Bucks ma Milwaukee non ha esitato a offrirgli un biennale al minimo (con player option sul secondo anno) perché le caratteristiche dell'ex Knicks sono quelle più gettonate tra i lunghi moderni: mobilità (anche laterale) e verticalità.

BUCKS: BOBBY PORTIS
E poi c'è sempre Bobby Portis, ala capace di far male anche da fuori ma molto, molto efficace anche attorno al canestro, tanto in fase realizzativa che a rimbalzo. A Milwaukee ne sono talmente convinti da aver allungato un triennale da 44 milioni di dollari al loro numero 9, in quello che con ogni probabilità resta un affare per la franchigia più ancora che per il giocatore.

BLAZERS: DONOVAN CLINGAN
Un lungo con caratteristiche tecniche che solo 5 anni fa avrebbero fatto storcere il naso a tanti è stata invece la 7^ scelta assoluta al penultimo Draft da parte dei Portland Trail Blazers. Che poi all'ultimo Draft...

BLAZERS: YANG HANSEN
...hanno sorpreso tutti chiamando appena fuori dalla Lottery l'uomo del mistero Yang Hansen. Non sappiamo se sarà veramente lo "Jokic cinese" come si dice in giro, ma conosciamo le misure: 216 centimetri (due in meno di quelli di Clingan) e 113 chili (sono 127 quelli dell'ex UConn). La muraglia (anche cinese) sta prendendo forma in Oregon.

SUNS: MARK WILLIAMS
L'anno scorso la squadra era a trazione anteriore (Booker-Beal-Durant, tutti esterni): quest'anno l'inversione di tendenza è evidente anche dalle mosse di mercato e Draft. Da Charlotte è arrivato il centro che i Lakers non hanno voluto nella trade con Knecht (per motivi fisici mai veramente chiariti): il prodotto di Duke deve restare lontano dagli infortuni, ma stazza e talento non si discutono.

SUNS: KHAMAN MALUACH
Il lungo sud sudanese è ben lontano dall'essere un prodotto finito ma ha dimensioni (2.18 per 113 chili) e potenziale per intrigare il front office dei Suns, che ha scelto di chiamarlo con la n°10 all'ultimo Draft. Sarà interessante vedere se lui e Williams giocheranno minuti assieme (e quanti).

SMALL BALL: WARRIORS
L'ultima dinastia NBA conosciuta è anche la squadra che è arrivata al successo basandosi su due bocche da fuoco tra gli esterni come Steph Curry e Klay Thompson. Oggi il secondo non c'è più ma al suo posto ecco Jimmy Butler: via anche Looney non c'è più un vero centro di ruolo (Jackson-Davis e Post sono atipici e al momento ancora marginali) per cui coach Kerr continua sulla strada dello "small-ball". Avrà ragione lui?

SMALL BALL: LAKERS
In casa Lakers i "Big Three" sono formati da Luka Doncic, LeBron James e Austin Reaves. Tre esterni purissimi, pur se LeBron e Doncic hanno ovviamente la versatilità per generare mismatch e creare pallacanestro anche dal post, o spalle a canestro. Ma le tre punte di diamante dell'attacco di coach Redick amano tutte avere la palla in mano e creare basket dal palleggio. La firma di Ayton "tappa" il buco in mezzo all'area (con Hayes confermato) ma non c'è dubbio che i gialloviola restino una squadra a trazione anteriore.
