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NBA, tutti gli occhi puntati su Golden State: ma Kuminga blocca il mercato. GLI SCENARI

NBA
©Getty

Introduzione

Per adesso la squadra di coach Steve Kerr non ha fatto nulla per rafforzare il nucleo composto da Steph Curry, Jimmy Butler e Draymond Green. L'impressione è che gli Warriors abbiano pronti tre colpi di mercato ma che per arrivare alle firme sia prima necessario risolvere la questione Jonathan Kuminga. Tutte le offerte sul tavolo e le strategie dei californiani, che vogliono ancora recitare da protagonisti in estate (e non solo)

Quello che devi sapere

IMMOBILISMO WARRIORS

L'addizione al roster di due scelte pescate in fondo al secondo giro (Will Richard e Alex Toohey) non può qualificarsi come "mercato" per una squadra come i Golden State Warriors. La realtà va chiamata con il proprio nome: a oggi la squadra californiana è stata completamente immobile sul mercato estivo. E non, necessariamente, per una propria scelta. Il nucleo c'è (Curry-Butler-Green): ma attorno si potrebbe (e vorrebbe) ancora intervenire.

IMMOBILISMO WARRIORS

IL NODO KUMINGA

Tutto ruota attorno a Jonathan Kuminga. La sua situazione è chiara: a oggi è un restricted free agent. Dopo aver esercitato l'opzione a proprio favore negli ultimi due anni del contratto da 4 firmato col giocatore, la squadra ora può pareggiare ogni offerta proposta al giocatore da altre franchigie, o scegliere di non farlo e lasciarlo partire. 

IL NODO KUMINGA
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L'OFFERTA WARRIORS

Visto che il contratto è scaduto, la prima offerta che Kuminga e il suo agente hanno ricevuto è stata proprio da parte di Golden State: sul piatto un contratto per 2 anni e 45 milioni di dollari con una team option per la stagione 2026-27 (ovvero per il secondo anno: rifiutandosi di esercitarla, gli Warriors renderebbero Kuminga di nuovo free agent già la prossima estate). L'offerta è stata rifiutata dal giocatore.

L'OFFERTA WARRIORS

L'OFFERTA SUNS

La prima offerta per quello che in gergo è chiamato "sign-and-trade" è arrivata da Phoenix. Ovvero: Kuminga rinnova con Golden State per 4 anni e 90 milioni di dollari ma il contratto viene ceduto ai Suns, nuova destinazione del giocatore. Solo che Mike Dunleavy, il n°1 del front office di Golden State, non ha trovato nessun asset - né a roster, né tra le scelte future di Phoenix - che faccia da contropartita ragionevole per la cessione di Kuminga. Golden State non è interessata a quanto i  Suns possono offrire: e quindi l'operazione non è mai decollata.

L'OFFERTA SUNS
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L'OFFERTA KINGS

La seconda offerta giunta sulla Baia arriva dalla stessa California, e da Sacramento: altro sign-and-trade, stavolta strutturato attorno a un contratto da 3 anni e 63 milioni di dollari che gli Warriors firmerebbero con Kuminga, per poi cederlo ai Kings in cambio di Malik Monk e la prima scelta di Sacramento al Draft 2030 (protetta solo se in lottery). Golden State ha ascoltato, ma sembra di aver deciso la fattibilità dello scambio solo se i Kings accettano di togliere la protezione alla scelta del 2030. Per adesso niente da fare.

L'OFFERTA KINGS

LO SCENARIO "NUCLEARE"

Quello che molti osservatori sulla Baia hanno chiamato lo scenario "nucleare" è quello che vede Kuminga accettare un'offerta (sotto valore di mercato) di soli 7.9 milioni di dollari per la cosidetta qualifying offer da parte di Golden State. Il rischio è alto per entrambe le parti: Golden State perderebbe Kuminga a zero la prossima estate (quando sarebbe unrestricted free agent) mentre un'eventuale infortunio o una stagione sottotono, magari relegato ai margini delle rotazioni di coach Kerr, distruggerebbe il valore di mercato futuro del giocatore. 

LO SCENARIO "NUCLEARE"
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AL HORFORD

Da molte parti si sostiene che l'affaire Kuminga stia bloccando alcune operazioni di mercato che gli Warriors avrebbero altrimenti già finalizzata. La prima riguarda il lungo di Boston Al Horford, nel mirino di Mike Dunleavy. L'arrivo ai Celtics di Chris Boucher da Toronto è l'ultimo indizio che a Boston abbiano capito di avere poche chance di trattenere il loro veterano. Promesso sposo a Golden State. Forse.

AL HORFORD

GARY PAYTON II

Quella tra Golden State e Gary Payton II è una storia d'amore lunga ma travagliata. Già una volta le strade si erano divise (con la firma del giocatore per i Portland Trail Blazers). Poi il ritorno. Ora Payton II è di nuovo free agent, libero di accasarsi ovunque sul mercato, ma sia il giocatore che la franchigia californiana vedono di buon occhio il prolungamento del loro rapporto. Prima però i libri contabili devono essere in ordine, e quello dipende dalla cessione (o meno) di Kuminga.

GARY PAYTON II
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DE'ANTHONY MELTON

Un altro ritorno che coach Steve Kerr gradirebbe tanto è quello di De'Anthony Melton, entrato prepotentemente in quintetto negli Warriors della scorsa stagione, grazie alle sue doti di equilibratore naturale, oltre che di validissimo difensore, prima che un infortunio mettesse fine alla sua annata dopo sole 6 gare. Rassegnati a non poterlo utilizzare, a metà dicembre gli Warriors lo hanno spedito a Brooklyn, ma ora che è free agent lo riprenderebbero volentieri

DE'ANTHONY MELTON
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