Tara e Hunter commuovono il mondo dello sport: sono la coppia d'oro di Parigi

Le Olimpiadi, tra le tante altre cose, sono un immenso megafono grazie al quale poter gridare al mondo le storie più toccanti. Anche per questo un semplice abbraccio con il marito dopo un oro conquistato nel lungo e poche parole di un cronista sono sufficienti a rendere virale la storia e la vita di Tara Davis e Hunter Woodhall. E dire che già lei da sola avrebbe tutto quello che serve per far parlare di sé: il sorriso accattivante, il cappello e gli stivali da cowboy per festeggiare la vittoria, il tuffo di schiena nella sabbia per disegnare un angelo come se fosse neve e lo sguardo di chi sa quanto vale. Quello sguardo che il marito definisce da karate kid. Davis e Woodhall si sono conosciuti quando erano ancora adolescenti al meeting di atletica di Pocatello, Idaho. Avete presente i film americani d’amore come High School Musical? Ecco, dovete immaginarvi una scena simile. Lei lo vede sulla pista di allenamento e lo trova subito molto carino. Lui va anche oltre e rivela al migliore amico il suo responso: “Quella è la donna con cui passerò il resto della mia vita”. Poche ore dopo lui corre il giro della morte, i 400 metri, e lei va ad abbracciarlo a fine gara. Il resto sembra tratto da un copione, con Hunter Woodhall che, ovviamente insieme all’amico, cerca di capire se è successo veramente e Tara Davis che dice a sua mamma: “Mum, mi piace un ragazzo. Ma è senza gambe”. Già, Woodhall è nato con l’emimelia fibulare, una malattia congenita caratterizzata dall'assenza di alcuni segmenti ossei degli arti. C’è poco da fare, se non prendere una decisione che non deve essere facile per due genitori, soprattutto quando tuo figlio ha appena 11 mesi: amputare la parte bassa di entrambe le gambe. Dopo quel primo incontro nel 2017 in cui Tara lo abbracciò i due non si perdono più di vista e cominciano a parlare sempre più spesso, soprattutto tramite i social. A giugno dello stesso anno inizia ufficialmente la loro relazione: Woodhall è in California per gli allenamenti e Tara si mette in macchina per due ore e mezza solo per vederlo. Tara Davis è cresciuta in Texas nella città di Frisco e ha frequentato il liceo in California, poco fuori Los Angeles, mentre Hunter Woodhall è di Syracuse, Utah. Potete immaginare, quindi, quanto sia stato difficile per loro continuare a vedersi e dividersi tra impegni sportivi e studi universitari. Davis ha frequentato l’Università della Georgia per poi trasferirsi all’Università del Texas nel 2018, Woodhall si è laureato all’Università dell’Arkansas. Praticamente 1000 km di relazione a distanza, otto ore di macchina per ritrovarsi. Anche per questo, hanno cominciato a viaggiare entrambi per frequentarsi, dandosi appuntamento ogni volta in un luogo diverso degli States in una sorta di romantico coast to coast, come raccontano loro stessi nel canale Youtube dove insieme ripercorrono la loro vita come coppia di atleti professionisti. Si sono sempre sostenuti a vicenda, quando uno era in pista l’altra era in tribuna a tifare e viceversa, finché è arrivata la prima volta insieme sull’Olimpo. A Tokyo, Hunter vince la medaglia di bronzo nei 400 alla sua seconda partecipazione paralimpica , mentre Tara, all’esordio a cinque cerchi, chiude sesta nel salto in lungo. All’epoca c’erano le restrizioni per il Covid-19 e loro non erano ancora la coppia olimpica da prime pagine come è successo a Parigi nella città dell’amore. In tre anni Tara ha cambiato nome sul pettorale, fiera che lo speaker dello stadio la annunci come Davis-Woodhall, e si è messa al collo quella medaglia d’oro che ha reso la loro storia sensazionale e mondiale. Hunter ha chiesto a Tara di sposarlo subito dopo le Olimpiadi e Paralimpiadi del 2021 quando erano in vacanza in Messico. Avevano 23 anni e stavano insieme già da 5 anni. Si sono sposati il 16 ottobre del 2022 in Texas. Nel loro canale Youtube trovate tutto: dalla proposta, al matrimonio, passando per le testimonianze degli innumerevoli viaggi e il racconto di come è nata la loro casa; si può davvero entrare nel loro sogno americano. Come si dice in questi casi galeotta fu l’atletica leggera, lo sport a cui loro hanno dedicato la vita e che in cambio ha dato loro tutte le soddisfazioni possibili e immaginabili. Hanno girato il mondo insieme lavorando fianco a fianco, sostenendosi e togliendosi un po’ di pressione grazie al fatto che ogni gioia era doppia e ogni delusione divisa. Entrambi ammettono che senza il supporto dell’altro non sarebbero mai riusciti a diventare i campioni che sono oggi. Essere insieme qualunque impresa debbano compiere è la loro forza. Nessuno dei due è mai soltanto uno spettatore, ma diventa il protagonista nello stadio subito dopo. Sono l’una il coach dell’altro e ogni qualvolta che uno ha un allenamento particolarmente soddisfacente stimola l’altra con consigli e suggerimenti. Soprattutto, condividono con il mondo quanto siano entrambi orgogliosi dei risultati ottenuti dal partner. Quando a luglio 2024 Woodhall ha stabilito il nuovo record americano nei T62 400 metri, Davis ha celebrato con un post su Instagram la sua felicità: “Hai superato ostacoli che la maggior parte degli atleti, anzi degli esseri umani, neanche ha mai incontrato. Sei un’ispirazione”. D’altronde la vita di Woodhall non può che essere ispirazionale. Ha messo il primo paio di protesi a soli 15 mesi, potendo camminare come una persona normale. Ha attraversato un periodo molto difficile quando è passato dallo studiare a casa al frequentare la scuola pubblica. Come ha raccontato in diverse interviste ai media americani, è stato vittima di episodi di bullismo essendo il “bambino nuovo senza gambe” e ha dovuto anche cambiare scuola. Quando ha provato a fare sport era spesso messo in panchina o tenuto in disparte finché non ha trovato la corsa. Lì nessuno lo può lasciare in panchina, si è da soli e conta solo il tempo. Non le scelte degli altri. Solo lo è stato spesso in particolare nella sofferenza perché non voleva condividere gli episodi di bullismo con i suoi genitori per paura che potessero rimanerci male visto che avevano preso loro la decisione di amputargli le gambe. Solo, fino a quando non ha trovato la donna della sua vita e la sua migliore amica: Tara Davis… Woodhall. E, forse non a caso, è poco prima di incontrare lei che ha ottenuto il primo grande successo della carriera: dopo aver vinto il bronzo paralimpico a Rio nel 2016, ha finalmente firmato con l’Università dell’Arkansas diventando il primo atleta con doppia amputazione a ricevere una borsa di studio di primo livello nel track and field, come chiamano l’atletica leggera gli americani. Tara Davis-Woodhall dal canto suo è una delle atlete più popolari deli Stati Uniti per quel suo modo unico di presentarsi, un po’ come il campione olimpico dei 100 metri Noah Lyles, che lei cita spesso. Tara è una trascinatrice di folle: praticamente tutti gli 80.000 spettatori dello Stade de France battevano le mani all’unisono per i suoi salti durante la finale del lungo che l’ha consacrata campionessa olimpica. Anche se probabilmente a lei importava solo che a battere le mani insieme agli altri ci fosse suo marito Hunter. Il primo da cui è corsa a fine gara, per regalare al pubblico mondiale uno degli scatti più iconici delle Olimpiadi parigine. Loro due abbracciati come nel 2017 quando nell’Idaho tutto è iniziato. Loro due che a Parigi stanno vivendo un mese e mezzo esaltante supportandosi a vicenda ciascuno nel proprio sogno olimpico. Loro due che magari torneranno negli Stati Uniti, dove adesso vivono insieme, con due medaglie d’oro al collo. Loro due che sono capaci di far commuovere il mondo semplicemente vivendo e condividendo.

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Tara e Hunter commuovono il mondo dello sport: sono la coppia d'oro di Parigi