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Sei Nazioni 2020, Italia sconfitta all'esordio: poche cose da salvare, ma non siamo scarsi

Rugby

Francesco Pierantozzi

Ci sono solo le statistiche da aggiornare dopo la sconfitta all'esordio contro il Galles: è la 23^consecutiva nel Sei Nazioni. Mancano la convinzione di poter giocare alla pari, la creatività nei trequarti, la solidità mentale quando si difende, fuoriclasse che risolvano situazioni. Ma non siamo così scarsi, come dimostra la vittoria dell'Under 20

ITALIA SCONFITTA ALL'ESORDIO CON IL GALLES

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Ci sono soltanto le statistiche da aggiornare…un’altra partita, un’altra sconfitta, la 23esima consecutiva nel Sei Nazioni, zero punti segnati, nulla di nuovo, a parte allenatore e qualche nome. Da cinque anni (28 febbraio 2015 in casa contro la Scozia) l’Italia non vince una partita nel torneo più vecchio del mondo e ad ogni match si riducono spazi e interesse. Progressione costante, anche nel punteggio della partita di Cardiff, 42-0, 21 punti subiti a tempo. Certo il Galles è arrivato in semifinale al Mondiale, ha vinto l’ultimo Sei Nazioni con tanto di Grand Slam e non è il miglior test per misurare eventuali progressi.

Si possono salvare la mischia chiusa, il debuttante Cannone e i giovani piloni, una buona rimessa laterale nonostante i pochi centimetri dei nostri saltatori o presunti tali, la buona volontà…che dovrebbe essere scontata. Mancano la convinzione di poter effettivamente giocare alla pari, la creatività nei trequarti, la solidità mentale quando si difende, fuoriclasse che risolvano situazioni, al breakdown (tipo Tipuric per il Galles), coi palloni di recupero, con il cinismo di chi sfrutta le occasioni (Josh Adams, North, Tompkins..tanto per stare ai gallesi e alla partita).

Eppure l’Italia ha vinto in Galles con l’Under 20, quindi non siamo così scarsi, ma non sempre riesce l’allestimento finale del campione, la transizione da junior a senior. Bisogna crederci anche quando si sprofonda tra gli sport di nicchia e si perde la credibilità conquistata vent’anni fa. Senza difendere risultati che non ci sono e valori che ci sono invece nel rugby amatoriale. Nel professionismo conta altro e lo dicono le statistiche, in continuo aggiornamento. Purtroppo.