Italia-Argentina, c'è distanza ma si può colmare: la mia analisi

Non è stata una bella partita e il risultato lo testimonia. Gli Azzurri hanno iniziato male, si sono ripresi gli ultimi minuti del primo tempo e hanno iniziato bene il secondo tempo, ma nel finale sono crollati fisicamente. Partiamo dall’inizio. I primi venti minuti l’Italia ha giocato male: imprecisa, tanti palloni persi, male nel gioco al piede e troppi passaggi fatti senza avanzare. Anche le nostre fondamenta non sono andate bene e in particolare la mischia chiusa, dove i palloni si vincevano con difficoltà. In generale, tutto un insieme di cose proprio non funzionava. L’Argentina, invece, è stata da subito molto più dura e molto più presente sui punti d’incontro. Oltre ai tanti errori tecnici degli Azzurri, nel primo tempo l’Argentina è stata anche fortunata, conquistando due mete con due rimbalzi favorevoli che potevano tranquillamente non esserci. Anche la fortuna purtroppo non è stata dalla parte dell’Italia. Nel secondo tempo l’Italia ha cambiato approccio e ha iniziato molto bene. Ha giocato 15 minuti positivi ed è riuscita ad arrivare sul parziale di 17-13, che faceva sperare in un finale positivo. La squadra è invece crollata. L’Argentina ha mantenuto il suo ritmo e addirittura ha accelerato. A livello di reattività gli argentini hanno avuto una marcia in più e sono stati sempre molto precisi, mentre gli Azzurri hanno perso molto spesso il possesso della palla. L’Argentina ha mosso la palla molto bene, cercando gli spazi e facendo correre la squadra a destra e sinistra. Ha giocato molto bene anche al piede, al contrario dell’Italia. Nella fase cruciale del match, l’Italia è calata drasticamente, mentre l’Argentina è uscita con grandissima qualità. Le due cose hanno fatto sì che il risultato finale fosse così pesante. Anzi, pesantissimo. Ma è un risultato che non riflette la reale differenza di valori tra Italia e Argentina. Mi spiego meglio. Per quello che si è visto in campo, il risultato è purtroppo giusto ma a livello di valori potenziali e futuri tra le due rose non c’è una differenza così ampia. Una possibile spiegazione è data dal calendario. L’Argentina ha giocato sei partite tra agosto e settembre nel Rugby Championship, conquistando anche tre importanti vittorie contro Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica. Questo ha dato sicuramente fiducia ed entusiasmo all’Argentina, che di fronte si è trovata un’Italia che non giocava insieme da luglio. Oltre all’aspetto mentale, l’Argentina era più avanti dell’Italia anche a livello fisico. In questo ultimo periodo gli argentini hanno lavorato molto di più insieme e questo ha sicuramente influito. A livello di gioco l’Italia avrebbe dovuto cambiare approccio nel corso della partita. L’Argentina era schierata molto bene in campo, ma gli Azzurri non hanno avuto la capacità di cambiare a livello tattico e di adeguarsi alla partita. Inoltre, tutti i giocatori dell’Argentina giocano in Inghilterra e Francia, dove ci sono i campionati più duri dal punto di vista fisico e tecnico. Sono quindi giocatori abituati a giocare partite competitive ogni weekend. Resta il fatto che questa è la nona sconfitta consecutiva contro l’Argentina e l’ultima vittoria Azzurra contro gli argentini risale addirittura al 2008 . Come detto, tra noi e loro non c’è questo divario di 50 punti, ma la loro superiorità è più che chiara da diverso tempo. L’Italia può colmare questo gap? Sì, perché la Nazionale Azzurra può crescere tanto. Il primo passo è allargare la rosa per avere più concorrenza. Poi si può e si deve migliorare moltissimo nel gioco al piede, che nel rugby di oggi è fondamentale. Quando si calcia bisogna avere sempre la possibilità di contendersi il pallone, cosa che ieri non è successa . Si può migliorare anche nel gioco: troppo spesso si gioca nel nostro campo senza avanzare ed è necessario comprendere quando è possibile prendersi rischi e quando invece è meglio di no. Le partite sono fatte di momenti, una meta fatta nel momento giusto può cambiare e indirizzare la gara. Bisogna capire quando prendersi i rischi e quando no, è importante comprendere meglio i momenti della gara. Può sembrare scontato, ma purtroppo non lo è. Ad alto livello le partite vengono vinte dalle squadre che fanno meno errori. Troppo spesso, anche contro l’Argentina, gli Azzurri cercano soluzioni complicate che poi non vengono premiate. Nel primo tempo, su una touche dai cinque metri, hanno provato una soluzione difficile invece di fare un lancio semplice. Risultato? Palla persa. Ed è un peccato. Bisogna saper sfruttare meglio queste occasioni, soprattutto quando si affrontano grandi squadre, e curare meglio i dettagli. Penso all’infortunio di Capuozzo, che si è fatto male a causa di un suo errore. È andato a placcare in una posizione errata, ha messo male la testa e si è infortunato. Per crescere bisogna migliorare in ogni aspetto, anche in questi dettagli. Dopo questa brutta sconfitta, l’Italia è attesa da due gare molto dure contro Georgia e Nuova Zelanda. La Georgia è meno tecnica e ha meno esperienza dell’Argentina, ma è una squadra molto fisica, dura di carattere e difficile da battere. A livello fisico gli Azzurri hanno dato molto contro l’Argentina, dovranno quindi recuperare bene, perché contro i georgiani ci sarà un’altra grande battaglia fisica. Se tante cose non sono andate e vanno cambiate, c’è anche qualcosa di positivo da cui ripartire. L’ingresso in campo della nostra panchina a livello di prima linea è stato positivo e anche Zuliani è entrato molto bene. La squadra si è finalmente ritrovata, è tornata a lavorare insieme e lo farà per i prossimi trenta giorni. Si può solo migliorare. La rosa attuale è molto completa, forse la più completa dopo tanto tempo, anche se – come detto – si può ancora ampliare. In vista dei prossimi impegni gli Azzurri devono ritrovare la reattività, la vivacità e il gioco collettivo che ci hanno fatto vedere nell’ultimo Sei Nazioni. Solo così si potrà tornare a competere.