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Sinner: "La pressione non spaventa. Obiettivo numero 1, ma un passo alla volta"

Rientrato in Italia dopo il trionfo agli Australian Open, Jannik Sinner ha parlato in conferenza davanti ai giornalisti: "Sono sicuro che rimarrò sempre uguale. Numero 1? Penso a lavorare e fare passi in avanti senza fretta. Quando ho lasciato Piatti ho deciso di buttarmi nel fuoco. Non percepisco la paura. I social non mi piacciono perché non rappresentano la realtà. Sanremo? Farò il tifo da casa, durante il Festival sarò già a lavorare... "

SINNER E L'ITALDAVIS AL QUIRINALE LIVE

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A 20 anni sei stato un grande manager di te stesso: ha cambiato anche coach, come la spieghi?

"La mia vita di adesso è fatta di situazioni. Adesso sta andando bene, ma c'è stato un 'però' nella mia testa. Ho fatto una scelta che sembrava folle, ma volevo conoscere un altro metodo di lavoro. Non era scontato fosse giusto, magari sarei stato più forte restando dove ero. Ho persone che mi aiutano, ma scelgo io. E' come andare a fare la spesa. E' stata una scelta difficile cambiare team: il mio non deve essere il migliore, ma deve andare d'accordo"

Che messaggio ti senti di dare agli italiani in difficoltà?

"Nella mia testa ho sempre pensato che con il lavoro duro, le persone giuste e la voglia di vincere ce la puoi fare. Il resto non posso controllarle, voglio sempre dare il massimo su ogni palla. Devi lottare sempre, puoi perdere anche dopo aver avuto match point..."

Come ti senti a vivere tutto questo?

"La cosa più importante è avere intorno la mia squadra. Voglio mettermi al centro per lasciarli tranquilli. E' una situazione piacevole, è meglio parlare che giocare con tensione"

Quando hai intenzione di tornare a casa a Sesto?

"Volevo andare a Sesto per vedere i miei genitori. C'è stata una tragedia dalle mie parti, sono morte delle persone e non volevo andare per questa ragione, è un momento duro per la comunità. Voglio rispettare questa cosa, non è il caso di fare una festa adesso. Per questo sono rimasto a Roma"

E' un tuo obiettivo il n°1 del ranking?

"La pressione è un privilegio. Quando le cose vanno bene vuoi sempre di più, ma sono tranquillo. Sto lavorando per obiettivi e sogni: il mio era vincere uno Slam, ora so come ci si sente e voglio vincerene altri. Voglio andare di nuovo in campo e lavorare, è con il lavoro che ho vinto. Voglio scalare un passo per volta, l'obiettivo è quello. Il futuro è difficile da prevedere"

Riporteresti la residenza in Italia?

"Sono là da quando ho 18 anni, ero a Bordighera e mi sono trasferito lì. Mi sento a casa, sto bene lì. Ci sono tanti tennisti e ottimi campi in cui allenarsi. Sto bene lì"

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Zverev può essere un tuo rivale nei tornei che contano?

"Sicuramente, ha giocato e vinto tanto quest'anno. Sarà tosto da battere, non vedo l'ora di affrontarlo. E' un giocatore completo, ha già battuto i numeri 1. Speriamo di sfidarlo il prima possibile. Cambierebbe tra uno Slam e un altro torneo, ma sarà uno da battere anche nei prossimi anni"

Quali sono i nuovi obiettivi dopo Melbourne?

"Non abbiamo ancora parlato di questo, l'obiettivo era migliorare negli Slam rispetto allo scorso anno. Il primo è andato bene, ora ce ne sono altri tre. La stagione è appena iniziata, mi mancava la competizione. Ero felice di essere in campo e stavo bene. Proverò a ogni torneo ad andare a caccia, ci saranno settimane buone e altre meno. Ma la fiducia guadagnata è importante"

La Sinner-mania: perché è esplosa questa cosa?

"Intanto è importante aver vinto, poi il modo di gestirle. Come uno reagisce con un successo, come prende una sconfitta importante e come gestisce le persone che ha intorno. Sono un ragazzo normale, semplice: ho 22 anni, mi piace giocare al computer e mangiare qualcosa in camera da solo. Forse apprezzano questo"

Hai deciso se andare o no a Sanremo?

"Farò il tifo da casa... E' un evento bello, ma già essere qui da due giorni è tanto. Guardo in avanti, l'Australia  è finita. Durante Sanremo sarò già a lavorare"

Qual è la differenza di lavorare con Cahill e Vagnozzi?

"Sono molto aperti di mente, nessuno invade il campo dell'altro. Simone è bravo tecnicamente e tatticamente, è stato giocatore anche lui. Entrambi sono umili e si mettono in gioco per il mio bene. Cahill ha fatto una carriera incredibile come coach, ha portato giocatori al n°1 e sapeva come gestire" 

Nella rivoluzione che hai effettuato, quale sarà il tuo prossimo step?

"Sarà importante la programmazione, lo scorso anno è stata ok. Ci siamo presi dei momenti di pausa per il fisico, ora è abbastanza buono ma è lì che devo migliorare. Sia forza che resistenza. Posso fare tutto un po' meglio, ma lo step è stato mentale di come affrontare certe partite. Ma c'è ancora da lavorare"

Che effetto ti fa essere l'idolo dei tifosi?

"La prendo normalmente, sono contento di condividere emozioni con tutte. Ma non c'è solo questo torneo, l'anno non è finito. Vogliamo far bene, ma dobbiamo lavorare. Sono contento, è un traguardo importante ma sento il calore della gente. Mi piace questo, ma sono come due settimane fa. Un ragazzo semplice e normale"

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