Talento, famiglia e pallavolo: la storia dei fratelli Nikolov, stelle della Bulgaria

Questa storia arriva direttamente dal taraflex di gioco. Parliamo dei ‘Nikolov Brothers’. Di Aleksandar e Simeon, detto ‘Moni’, ovvero dei due fratelli che hanno riportato la nazionale bulgara al centro della scena mondiale dopo cinquant’anni, dominando sottorete con talento, cuore e quella goccia di leggenda che scorre nelle loro vene. UNA LEGGENDA CHIAMATA NIKOLOV In Bulgaria, il cognome Nikolov pesa come una medaglia d’oro. Il padre Vladimir è stato un’icona assoluta del volley mondiale: capitano della nazionale bulgara per oltre dieci anni, bronzo al Mondiale 2006, bronzo all’Europeo 2009, vincitore di una Champions League con il Tours e di due scudetti in Italia, con Trento e Cuneo. Un atleta simbolo di forza, dedizione e carisma, che ha portato la Bulgaria a vivere la sua ‘golden era’. Oggi, a 47 anni, Vlado è presidente del Levski Sofia, dove allena, osserva e costruisce il futuro del volley bulgaro con la stessa passione con cui un tempo caricava i compagni di squadra in campo. “Non ho mai voluto che i miei figli vivessero all’ombra del mio passato. Voglio che si prendano la libertà di sbagliare, di reinventare la nostra storia”. E Aleksandar e Moni lo hanno fatto: non hanno raccolto soltanto l’eredità, ma l’hanno trasformata in qualcosa di nuovo. DUE FRATELLI, UN’ANIMA SOLA Cresciuti insieme dentro e fuori dal campo, Aleksandar e Moni incarnano due modi diversi di interpretare la stessa passione. Il primo è l’anima ardente, lo schiacciatore capace di cambiare l’inerzia di una partita con una sola battuta o un attacco al limite dell’impossibile; il secondo, invece, è la mente creativa, il regista che detta il ritmo e trasforma ogni azione in un’idea nuova. Diversi ma complementari, hanno costruito un’intesa naturale che ha fatto sognare la Bulgaria e incantato il pubblico mondiale. Non sono solo fratelli, sono anche il simbolo di una generazione che non teme il peso della storia, ma lo trasforma in carburante per guardare avanti. Quando scendono in campo insieme, sembrano collegati da un filo invisibile. Moni anticipa, Aleksandar colpisce. Il primo è aria, il secondo è fuoco. La loro complicità va oltre la tecnica: è istinto, famiglia, educazione condivisa sin dall’infanzia nei corridoi delle palestre di Sofia. Nei 9x9 metri del campo, si cercano e si trovano senza bisogno di parole. Ogni sguardo, ogni palla alzata, è il riflesso di una storia comune, di un sogno condiviso. IL MONDIALE 2025: IL LORO CAPOLAVORO Il Mondiale 2025 nelle Filippine resterà per sempre il torneo che ha consacrato i ‘Nikolov Brothers’ come simbolo del nuovo corso della pallavolo bulgara. Dalla fase a gironi alla finale, i due hanno guidato una Bulgaria capace di riscrivere la propria storia recente, trascinando il gruppo fino all’ultimo atto. Il momento più memorabile è stato vissuto nei quarti di finale, contro gli Stati Uniti. Sotto 0-2, la Bulgaria si trova ormai con le spalle al muro. All’improvviso cambia tutto. Aleksandar, fin lì quasi irriconoscibile, si trasforma. Torna quello di sempre. Moni lo intuisce subito e lo guida con coraggio e visione. Set dopo set, punto dopo punto, i due fratelli realizzano una rimonta epica, ribaltando la partita e portando la Bulgaria in semifinale. Una vittoria che ha cambiato tutto, per la loro nazionale, per il loro Paese e per il loro destino. Dopo la semifinale dominata contro la Repubblica Ceca, la finale con l’Italia è stata il coronamento di un sogno lungo mezzo secolo. La Bulgaria ha perso, ma nel modo più nobile, combattendo fino all’ultimo scambio. E mentre gli azzurri festeggiavano, Aleksandar e Moni si abbracciavano in mezzo al campo, consapevoli di aver compiuto qualcosa di straordinario. ALEKSANDAR, IL LEADER SILENZIOSO Classe 2003, Aleksandar Nikolov ha sempre avuto la pallavolo nel sangue. Fin da bambino mostrava un mix raro di potenza e intelligenza tattica. Dopo un’esperienza straordinaria alla Long Beach State University — dove vinse i titoli di National Player of the Year e Freshman of the Year — ha scelto di abbandonare gli studi per inseguire il suo sogno nel professionismo. Nel 2022 sceglie il luogo ideale per crescere: l’Italia, vestendo la maglia della Lube Civitanova. Con il club marchigiano ha già conquistato una Coppa Italia e disputato due finali Scudetto. A soli ventidue anni, Aleksandar è già uno degli schiacciatori più temuti a livello internazionale, capace di coniugare potenza, freddezza e intelligenza in ogni azione. Al Mondiale è stato il protagonista assoluto: miglior marcatore del torneo con 173 punti, e una delle stelle della competizione vinta dall’Italia. “Il mio obiettivo è migliorare ogni giorno. Non gioco per essere bravo, gioco per essere migliore”. Un mantra che riflette la sua mentalità da atleta moderno: competitivo ma lucido, carismatico ma umile, consapevole che il talento non basta senza disciplina e lavoro. MONI, IL PRINCIPE CHE RISCRIVE IL PALLEGGIO Moni, il più giovane dei due fratelli, è la parte più istintiva e visionaria della famiglia. Ha 18 anni e ha già conquistato i riflettori della scena internazionale. Alla Long Beach State, come suo fratello, ha vinto il titolo NCAA e il premio di MVP del torneo, firmando anche il record del servizio più veloce nella storia del campionato universitario. Ha battuto a circa 135 km/h. Con i suoi 208 centimetri di altezza, un tocco di palla delicato e un coraggio fuori dalla norma, Moni ha rivoluzionato il modo di interpretare il ruolo del palleggiatore. È stato soprannominato ‘The Bulgarian Prince’ per la sua eleganza e personalità magnetica, capace di unire show e sostanza in ogni azione. Al Mondiale, ha impressionato per la lucidità nelle scelte e la capacità di gestire i momenti di massima tensione, guadagnandosi un posto tra i migliori registi del torneo. L’ex ct della nazionale azzurra e attuale allenatore della Bulgaria Chicco Blengini, lo considera un predestinato: “È evidente non solo il suo talento ma anche la sua precocità: a 18 anni ha già giocato un’intera VNL da titolare. Ha un’attitudine straordinaria e impara molto rapidamente”. Nella prossima stagione giocherà in Russia, alla Lokomotiv Novosibirsk, pronto a misurarsi in uno dei campionati più difficili e formativi d’Europa. “Non gioco per i follower o per i video. Gioco perché amo la pallavolo. È la mia vita, il mio modo di essere”, dice con una maturità che smentisce la sua età. UN’EREDITÀ CHE CONTINUA Aleksandar e Moni hanno preso strade diverse ma percorrono la stessa direzione: portare in alto il nome della Bulgaria e onorare l’eredità di famiglia. Sono figli di una leggenda, ma non vivono all’ombra del padre. Aleksandar continuerà a essere una delle stelle più luminose della Lube e della Superlega italiana, mentre Moni è destinato a diventare uno dei palleggiatori più influenti della pallavolo mondiale. La loro storia non è solo sport: è famiglia, dedizione e sogno. È la prova che la leggenda di papà Vlado non solo sopravvive, ma si rinnova più luminosa che mai. “La pallavolo è nel nostro sangue. Abbiamo un nome da onorare, ma anche un futuro tutto nostro da costruire”

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Stefano Locatelli