Kate Antropova, la ragazza senza confini che ha conquistato il mondo

Il primo impatto con la pallavolo non fu dei migliori. Braccia indolenzite, qualche urlo di troppo dall'allenatrice, e quella sensazione di non essere nel posto giusto. Ekaterina Antropova, sette anni appena compiuti, trascinata in palestra da mamma Olga – ex portiere di pallamano nella nazionale russa – guardava con più interesse alla ginnastica ritmica. Eppure, quella bambina che quasi rifiutava la pallavolo è diventata una delle giocatrici più dominanti del panorama mondiale. Un'evoluzione che racchiude un universo di trasformazioni, sacrifici, e quella capacità tutta sua di trasformare i dubbi in certezze granitiche. Perché la storia di Antropova è innanzitutto la storia di una ragazza nata in Islanda da genitori russi – il padre Mikhail ex pivot di basket, la madre appunto pallamanista – cresciuta a San Pietroburgo fino ai quattordici anni, che ha scelto l'Italia come patria sportiva e, dal 2023, anche anagrafica. Una storia di confini attraversati, lingue parlate , identità plurime che convivono in armonia. Una storia diventata leggenda il 14 dicembre 2025, quando la sua Savino Del Bene Scandicci ha conquistato il primo Mondiale per Club della storia, battendo 3-1 le 'invincibili' di Conegliano in una finale tutta italiana che ha certificato la supremazia del volley made in Italy. L'APPRODO IN ITALIA: QUANDO TUTTO SEMBRAVA FINIRE PRIMA DI COMINCIARE Il 2017 segna il punto di svolta. Kate e mamma Olga lasciano San Pietroburgo per Reggio Calabria, ospiti di un'ex pallavolista, Dina Yakasanova. Nuova lingua, nuova scuola, nuovo tutto. L'impatto è durissimo. Lo sfogo con la madre – "Basta, non ce la faccio, facciamo le valigie e torniamo a casa" – è lo stesso che ogni genitore di un adolescente traslocato a migliaia di chilometri da casa conosce. Ma c'è qualcosa in Kate, una tempra forgiata forse dalla pluralità delle sue origini, che la spinge a resistere. Grazie ai consigli di Giovanni Caprara e della moglie Irina Kirillova, madre e figlia si rivolgono a Carmelo Borruto, direttore generale a Sassuolo. Ed è lì, nella città emiliana, che Antropova cresce pallavolisticamente, costruendo quelle fondamenta tecniche e mentali che la porteranno nell'estate 2021 a Scandicci. Dove troverà non solo una squadra, ma una casa vera. La Toscana diventa il suo rifugio: il centro di Firenze per cacciare angoli sconosciuti, le colline attorno a Scandicci per quelle lunghe camminate che aiutano a pensare, a metabolizzare, a ricaricarsi. LA MENTE APERTA DI UNA CAMPIONESSA INTELLETTUALE Chi conosce Kate la descrive come una ragazza dalla mente aperta, curiosa, insaziabile nella ricerca della conoscenza. Non è retorica. Nel 2024 si è dedicata ai classici russi, leggendo 'Il Maestro e Margherita' di Bulgakov. Si è diplomata in 'Relazioni Internazionali per il Marketing' a Prato con 87/100. Studia psicologia all'università e lavora con una mental coach, Federica Tisato, perché ha capito prima di tante colleghe quanto l'aspetto mentale faccia la differenza. Chi l'ha allenata racconta di una giocatrice che ha sempre avuto le idee chiare, probabilmente da quasi un decennio. Ossia da quando si trasferì in Italia per scoprire, insieme a mamma Olga, dove potesse realmente portarla nel mondo la pallavolo. Parla italiano ormai senza accento russo, come una madrelingua. Anzi, secondo quanto rivelato da sua madre, Kate pensa e parla nelle diverse lingue a seconda del contenuto. E l'italiano prevale quando è arrabbiata, perché è una lingua più espressiva. Ogni tanto le scappa qualche C aspirata toscaneggiante, ma la passione con cui vengono pronunciati i termini toscani la affascina. IL TRIONFO MONDIALE: QUANDO I SOGNI DIVENTANO REALTÀ La finale del Mondiale per Club a San Paolo è stata un'apoteosi. Venticinque punti, tre ace, tre muri: Kate è stata nominata indiscussa MVP di un torneo iridato che vale un'epoca. Scandicci ha interrotto una striscia di sette sconfitte consecutive contro Conegliano, incluse le finali di Scudetto e Champions League. Una sorta di incubo finalmente esorcizzato. Il primo set, epico, si è chiuso 30-28 dopo una rimonta memorabile cominciata da un turno di battuta di Kate sul 20-24 a favore delle 'pantere'. Per Scandicci, cittadina di appena 49mila abitanti tra Firenze e le colline del Chianti, è stata la consacrazione internazionale. L'anno scorso, quando la squadra raggiunse la finale di Champions League, molti si chiedevano dove si trovasse esattamente questa cittadina toscana. Il ritorno in Italia è stato un delirio di gioia: palazzetto stracolmo di tifosi, abbracci, lacrime di felicità. "ABBIAMO TROVATO IL PALAZZETTO PIENO DI TIFOSI, È STATO INCREDIBILE" Nell'intervista esclusiva a Sky Sport 24, Kate Antropova ha raccontato le emozioni del trionfo mondiale e gli obiettivi futuri della sua Scandicci. "Siamo appena tornate in Italia, abbiamo trovato il Palazzetto pieno di tifosi ed è stato davvero incredibile", esordisce la campionessa con gli occhi ancora lucidi di emozione. "Siamo contente di aver portato a casa questo trofeo, che ci siamo meritate per il lavoro fatto in questi anni: portarlo a casa è qualcosa di straordinario. Era il nostro primo obiettivo della stagione e ci siamo riuscite". Questa Scandicci è la più forte di sempre? La risposta di Kate è un manifesto di maturità: "In tutti questi anni ho avuto l'onore di giocare con giocatrici di livello altissimo, è molto difficile comparare gli anni passati. Sicuramente quest'anno abbiamo una maggiore coesione, questo si vede anche in campo. Ad esempio, nel primo set io ho iniziato con qualche difficoltà in più e le mie compagne mi sono state di supporto, le ringrazio veramente per avermi aiutato soprattutto nel primo set e poi per tutto il match. C'è ancora tanto da costruire, all'inizio – essendo una squadra nuova – abbiamo attraversato momenti di alti e bassi, però adesso speriamo che possiamo crescere". L'annata 2024-25 sta regalando a Kate soddisfazioni indimenticabili: oro olimpico a Parigi e oro Mondiale con l’Italia, e ora il trionfo mondiale con Scandicci. Ma lei guarda già avanti: "Abbiamo tante competizioni ancora da giocare, la Coppa Italia, abbiamo il campionato, la Champions League... diciamo che gli impegni importanti non ci mancano e speriamo di arrivare preparati a tutti. Poi era uno dei miei obiettivi personali riuscire ad aggiungere qualcosina anche alle vittorie con il club e non solo con la Nazionale. Quindi sì, il primo tassello l'abbiamo messo". E lo Scudetto, obiettivo che manca nella bacheca biancoblu? "Intanto ci si prova e si spera sempre, si cerca sempre di dare il massimo, poi alla fine vediamo, lo fa vedere il campo". Sul rapporto con Conegliano, Antropova è lucida e rispettosa: "Io credo che Conegliano sia sempre una squadra fortissima, formata da giocatrici che sanno giocare soprattutto queste partite di livello mondiale, lo sanno fare sia come singolo che di squadra. Noi sicuramente non pensiamo che adesso inizia la vita facile, è assolutamente un avversario molto temuto perciò adesso lasciamo sempre parlare il campo. C'è ancora tanto da far vedere e c'è ancora tanto da divertirsi". Quando le chiediamo qual è il suo fondamentale migliore, la risposta è senza esitazioni: "Direi la battuta, per il momento rimane ancora quello. Poi c'è ancora tanto da migliorare, per me è più facile dire le tante cose che devo ancora imparare a fare". E sulle voci di mercato che la vedrebbero in Turchia dalla prossima stagione? Kate è diplomatica ma chiara: "Per il momento credo di avere ancora tanto da offrire nel campionato italiano e la stagione è ancora lunga, preferisco parlare di questa stagione in corso". IL TALENTO GENERAZIONALE: NUMERI E SOSTANZA Chi ha l’occhio lungo l’ha definita senza mezzi termini una giocatrice destinata a riscrivere le regole del gioco. E i numeri danno sostanza a questa convinzione. Da quando ha debuttato in Serie A1 nella stagione 2021/22, Kate ha collezionato 2.524 punti in 136 presenze e 468 set complessivi. Con 293 ace , 260 muri e un'efficienza offensiva media del 30%. Quest'anno i dati sono ancora più impressionanti: 5,9 punti a set, 0,64 ace, 0,58 muri, e un'efficienza offensiva del 35,4%. Tutto questo a soli 22 anni, che diventeranno 23 il prossimo 19 marzo. La sua precocità ricorda quella di Tijana Boskovic, forse l'opposta più spettacolare dell'ultimo decennio insieme a Paola Egonu. Ma c'è una differenza: la serba era nota fin da ragazzina, una predestinata insomma. Kate, invece, si è fatta spazio sgomitando, costruendo la sua fama mattone dopo mattone. Chi la osserva nota immediatamente la capacità di restare dentro la partita, sempre e comunque. Non importa se le alzate non sono precise, se il feeling col palazzetto non è ottimale, se nei precedenti scambi ha commesso errori. Kate consegna sempre. Con una velocità di apprendimento impressionante: mentalità vincente, attitudine costante al miglioramento, capacità di adattarsi a qualsiasi contesto tecnico-tattico. Le sue caratteristiche principali sono evidenti: innanzitutto, un braccio rapidissimo. Nel fondamentale dell'attacco è già tra le top del mondo, sebbene abbia ancora margini di crescita. Diagonale stretta o parallela profonda, non fa differenza alcuna. La potenza si riflette anche su suoi micidiali turni in battuta. Il fisico le consente di passare spesso e volentieri sopra al muro avversario e, all’opposto, di oscurare le traiettorie avversarie facendo valere una sapiente gestione del proprio piano di rimbalzo a muro. ANTROPOVA ED EGONU: QUANDO IL PARAGONE È INEVITABILE MA IL DUALISMO È SOLO UNA FORZATURA Opposta come Paola Egonu. Entrambe fortissime. Insieme in azzurro: era inevitabile che il confronto tra le due diventasse uno dei temi più dibattuti, anche oltre confini. La convivenza tra due talenti cristallini, entrambe capaci di spaccare le partite, ha alimentato la narrazione del dualismo, quella contrapposizione che il mondo dello sport ama e che spesso finisce per forzare la realtà. Ma Kate, con la maturità che la contraddistingue, ha sempre rifiutato questa lettura superficiale. Anzi. Durante il ritiro azzurro estivo ha dichiarato di sentirsi onorata di potersi allenare con Egonu, definendo il concetto di "staffetta complementare" molto più appropriato rispetto a quello di dualismo. E in un'altra occasione ha ribadito: "Egonu è la numero uno, altro che dualismo". Nelle 36 vittorie consecutive con Velasco alla guida della Nazionale – culminate con l'oro olimpico a Parigi 2024 e il Mondiale 2025 – Antropova ha interpretato alla perfezione il ruolo di cambio di lusso, subentrando a Egonu con una naturalezza disarmante. Il passaggio dal ruolo di subentrante in Nazionale a quello di titolare fissa a Scandicci comporta approcci diversi alla gara, preparazioni differenti, e talvolta maggiore pressione. Ma la consapevolezza di essere comunque parte di un gruppo fa la differenza. IL FUTURO TURCO E I SOGNI ANCORA DA REALIZZARE A dispetto delle parole di circostanza di Kate, il suo nome circola con insistenza negli ambienti del mercato turco. L'Eczacibasi Istanbul, allenato da Giulio Cesare Bregoli, avrebbe messo sul piatto un'offerta monstre tra 1,5 e 1,8 milioni di euro per convincerla a trasferirsi a partire dalla stagione 2026-27. Francesco Paoletti, direttore generale di Scandicci, ha confermato l'interesse del club turco ma ha anche chiarito le intenzioni della società toscana riconfermarla. Eppure, al di là delle dichiarazioni ufficiali e delle buone intenzioni, il richiamo della Turchia sembra essere sempre più forte. Non è solo una questione economica, per quanto l'offerta dell'Eczacibasi sia difficilmente pareggiabile per qualsiasi club italiano. È anche una questione di ambizioni, di voglia di mettersi alla prova in un campionato che da anni attira le stelle mondiali della pallavolo, dove le sue compagne di Nazionale Alessia Orro e Myriam Sylla hanno già scelto di proseguire la carriera. Il trasferimento a Istanbul potrebbe rappresentare per Kate l'ultimo gradino di una scalata iniziata otto anni fa a Reggio Calabria, una scelta di vita prima ancora che una decisione sportiva. L'Italia l'ha formata, l'ha cresciuta, le ha dato una casa. Ma il mondo del volley chiama, e Kate sembra pronta a rispondere. Ancora una volta. Coach Marco Gaspari, nella notte magica di San Paolo, ha dedicato il trionfo mondiale a suo padre Luciano, grande arbitro internazionale. Ma quel trofeo porta impresso anche il nome di Kate Antropova: due metri e due di talento cristallino, una mente aperta come un paracadute, e un futuro che sembra scritto nelle stelle. O meglio, sulle colline attorno a Scandicci, dove una ragazza nata in Islanda da genitori russi ha imparato a chiamare casa l'Italia. E a consegnare sempre, come una perfetta postina. Perché Kate Antropova è questo: affidabilità, sostanza, grandezza. Oggi. E, molto probabilmente, per i prossimi dieci anni. Almeno.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Kate Antropova, la ragazza senza confini che ha conquistato il mondo

Stefano Locatelli