Viaggio nello sport in Italia - "Come stanno le strutture e il gap con l'Europa"

Settantasette mila impianti sportivi, più della metà sono al nord. 131 ogni centomila abitanti italiani, un dato sotto la media europea e 4,6 volte inferiore rispetto alla dotazione della Finlandia, il Paese più attivo in Europa. E ancora: sei scuole su dieci non hanno un impianto per la pratica sportiva. È a fotografia delle strutture sportive in Italia: la seconda puntata di un viaggio che ha già passato e passerà in analisi tanti argomenti - tra cui: quanti tesserati praticano attività sportiva, il tema dell'accesso economico allo sport e quello della salute legato all'attività fisica. Siamo partiti da una recente indagine di Save the Children: il report aveva messo in luce la carenza di palestre nelle scuole e il divario geografico che c'è in Italia: allargando lo sguardo ci siamo chiesti quale sia lo stato della disponibilità di strutture sportive nel Paese, quali sono le differenze geografiche. Queste sono le risposte. Settantasette mila impianti sportivi A rispondere a tante delle nostre domande interviene il report di "Sport e salute", il "Rapporto sport 2024". Quello che ci restituisce è una fotografia, un mappa italiana, scattata nel periodo 2015-marzo 2020. È stato questo il primo grande 'censimento' che permette di costruire un primo quadro di riferimento omogeneo. Partendo dai comuni, salendo alle regioni e quindi alla creazione di una vera e propria banca dati nazionale. Prima di vedere i numeri ai raggi X è bene fare una distinzione: Per 'impianto sportivo' si intende un insieme costituito da uno o più spazi di attività dello stesso tipo o di tipo diverso, con annessi servizi e spazi accessori; per 'spazio di attività' si intende lo spazio pensato per la pratica di una sola attività sportiva o più attività sportive . Bene, gli impianti sportivi in Italia sono 76.919, mentre gli spazi di attività sono 141.936. Il 70% del totale è di proprietà pubblica, mentre un 8% risulta non in funzionamento, per lo più a causa di uno stato di conservazione insufficiente, sottolineando come in alcune aree del sud italia la quota di strutture non funzionanti raggiunge il 20% del patrimonio complessivo regionale. Ma approfondiamo questa fotografia. L'aggiornamento costante col catasto dinamico La fotografia di base, come abbiamo appena visto, è stata scattata nel periodo 2015-marzo 2020. I numeri dello stato delle strutture sportive in Italia è però in costante monitoraggio con l'avvio di un processo di aggiornamento dei dati del Censimento nazionale degli impianti sportivi. Un 'catasto dinamico', a cui è anche dedicata una pagina web : tra gli obiettivi del costante aggiornamento delle strutture c'è l'ottenere una mappatura completa, aggiornata ed omogenea a livello nazionali, produrre rapporti periodici sulla situazione degli impianti sportivi, anche a supporto della definizione di interventi e politiche di interesse nazionale; ma soprattutto il fornire uno strumento di pianificazione territoriale e di indirizzo delle risorse economiche. L'età delle strutture sportive La grande mappatura - in costante aggiornamento, come visto - ci restituisce la quantità delle strutture in Italia, ma ad emergere è anche un altro dato: quanti anni hanno gli impianti sportivi? Dal punto di vista anagrafico, l’impiantistica sportiva in Italia si è sviluppata in collegamento con i grandi eventi sportivi ospitati dal Paese: su tutti parliamo degli anni Sessanta e degli anni Novanta, periodi storico-sportivi che vengono immediatamente ricondotti alle Olimpiadi di Roma e ai Mondiali di calcio delle notti magiche di Italia '90. Il 24% delle strutture sportive in Italia risale al decennio 1980-1989 - sempre secondo i numeri del 'Centro Studi Sport e Salute sui dati del Censimento e monitoraggio degli impianti sportivi'. Seguito dal 20% del decennio precedente . Il periodo 1990-1999 si piazza al terzo posto, seguito da quello 2000-2009. In sintesi, quasi la metà delle strutture dove fare sport in Italia sono state costruite tra inizio anni Settanta e fine anni Ottanta. Parliamo di cinquanta e trent'anni fa. Resiste, per altro, un 11% di strutture costruite intorno agli anni Sessanta, mentre solo l'8% del censimento nazionale è riconducibile agli ultimi anni. Il divario Nord-Sud e centro-periferie Già dal report di "Sport e salute" - il "Rapporto sport 2024" - emerge il dato del divario territoriale, una distribuzione non omogenea delle strutture sportive sul territorio, con una minore dotazione in rapporto alla popolazione nelle Regioni del Sud, caratterizzato anche da una maggiore percentuale di strutture non funzionanti. Si parla, nel dettaglio, del 52% dei settantasette mila impianti censiti posizionati al nord Italia. A corroborare questa analisi il report "Osservatorio Valore Sport 2025" - curato dal The European House Ambrosetti insieme ad importanti partner pubblici, il Cip, il Coni, l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale e Sport e Salute, e privati. Secondo i dati raccolti la città metropolitana meglio posizionata per numero di strutture è Milano, che presenta un valore pari a 10,3 impianti per chilometro quadrato. Picchi negativi sono invece registrati a Reggio Calabria e Messina, con un numero di strutture per chilometri quadrati pari rispettivamente a 0,67 e 0,83. Il divario esiste anche in una geografia limitata, quella tra zone centrali e periferie: dalle analisi effettuate è emerso che la disponibilità media di strutture è di 6,7 impianti per chilometro quadrato nei centri delle aree metropolitane, un’offerta superiore del +30,5% rispetto ai 5,1 impianti nelle periferie. Italia contro Europa: il confronto Quindi la sfida all'Europa. Già un recente studio a firma di Openpolis aveva messo in luce il ritardo italiano in tema di strutture sportive rispetto al resto del continente. Anche in questo caso è l'"Osservatorio Valore Sport 2025" a fornire un quadro completo: l'Italia è sotto la media europea per offerta di impianti sportivi e ben lontana dai record continentali nel campo. Approfondendo la ricerca sui settantasettemila impianti censiti, si evidenzia come l'italia disponga di 131 impianti sportivi ogni centomila abitanti, un dato che risulta 4,6 volte inferiore rispetto alla dotazione della Finlandia, tra i Paesi più attivi in Europa e comunque al di sotto della media europea di 168. Nell'ultimo medagliere olimpico di Parigi 2024 solo tre nazioni europee si sono piazzate più in alto rispetto all'Italia: tutte e tre hanno un dato di strutture ogni centomila abitanti superiore al nostro, Francia , Paesi Bassi e Gran Bretagna . Poche palestre nelle scuole Infine, un altro grande tema: l’assenza o i pochi impianti sportivi all’interno delle scuole sul territorio nazionale. Un argomento che continua ad avere una rilevanza centrale nella 'salute sportiva' del Paese, a maggior ragione che - si legge - in Italia ben sei edifici scolastici su dieci non sono dotati di un impianto per la pratica sportiva. La quota di scuole non dotate di palestra, pari al 59,3% nel 2023 secondo il censimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è leggermente in diminuzione rispetto al 2022 , ed è tornata pari al valore registrato nel 2017. La Liguria è la Regione con la maggior dotazione sportiva scolastica, raggiungendo il 60,7% degli edifici scolastici con palestra o piscina, seguita dalla Puglia e dalla Toscana . La peggior offerta di infrastrutture si registra invece in Calabria, Umbria e Sicilia. Anche qui - al netto del secondo posto della Puglia alle spalle della sola Liguria come esempio virtuoso - si evidenzia comunque un impatto territoriale: il 59,5% nazionale è infatti dato dalla media di scuole senza palestre del 56,5% per il centro nord e del 63,2% per sud e isole.

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Marco Salami