La Pro Recco sta tornando a livelli altissimi

Accontentarsi non è esattamente una condizione a cui alla Pro Recco sono abituati. Figuriamoci perdere. Nei suoi centododici anni di storia ha saputo costruire una storia fantastica, diventando il club di pallanuoto più titolato al mondo: undici coppe dei campioni, trentasette scudetti, diciotto Coppe Italia, nove Supercoppe europee, una Eurocup e pure una coppa della Lega Adriatica. Ha vinto anche dopo aver rischiato di uscire di scena per la clamorosa e sorprendente decisione di disimpegno societario di Gabriele Volpi: triplete nell’anno della rifondazione. E, dopo un mercato profondo e sontuoso, con una squadra molto nuova, si è presentata alla Komjadi di Budapest con l’idea di dover magari pagare lo scotto di una così ampia ristrutturazione ma anche con la consapevolezza di essere forte. Fortissima. Di poter annullare quasi subito il gap con un Ferencvaros dato per favorito, che da due anni non fa altro che vincere e lo fa con un gruppo solidissimo e affiatato. A casa loro, contro un avversario che era reduce da una striscia di ottantotto vittorie nelle novanta gare disputate in tutte le competizioni e che è il blocco della nazionale vicecampione del Mondo, la Pro Recco, quello scotto, lo ha pagato subito, con un approccio timido e sbilenco. Ma poi ha trovato anche quella consapevolezza e la partita l’ha saputa governare alla pari. È mancato il guizzo per un allungo, dopo il primo e unico vantaggio firmato da Francesco Cassia, e non ha ha saputo pareggiare l’ultimo sorpasso dei ‘verdi’ ma è rimasta lì, incollata, fino all’ultimo momento. Il Ferencvaros ha vinto e lo ha fatto con quella sensazione di imbattibilità che ormai l’accompagna dalla finale di Champions League, vinta a Malta nel giugno del 2024, proprio contro la Pro Recco, ma dopo che la partita venne fortemente condizionata dall’espulsione di Zalanki. Il Ferencvaros di oggi sembra proprio ciò che la Pro Recco è stata fino a quel giorno: la miglior squadra del mondo. Imbattibile. Mercoledì sera, però, ha anche capito che quella Pro Recco sta tornando. Sandro Sukno e i suoi ragazzi sono rientrati a casa con l’amaro in bocca e il rammarico nei pensieri ma anche con l’idea che il meglio deve ancora venire: i segnali ci sono tutti. Certo, i nuovi avranno bisogno di qualche settimana in più per integrarsi e conoscersi e quelli del nucleo storico dovranno essere guida e ispirazione ma qualità e curriculum del gruppo sono già una garanzia molto robusta. Quel che è sicuro che, oltre che in campionato dove riparte da chiara favorita per la conquista dello scudetto, anche e soprattutto sulla scena della Champions League 25/25 il ‘sette’ biancoceleste sarà protagonista. Obiettivo minimo: entrare tra le prime quattro che, ancora a Malta, tra otto mesi, si contenderanno la coppa più importante. Perché, alla Pro Recco, accontentarsi e addirittura perdere lo puoi accettare una volta. Ma lì sono nati per vincere.

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La Pro Recco sta tornando a livelli altissimi

Daniele Barone