Nuoto, c'è aria di rivoluzione. Gli atleti vogliono un format stile Champions

Nuoto

Lia Capizzi

I supercampioni alzano la voce contro la federazione mondiale: "Vogliamo essere ascoltati. Vogliamo più competizioni importanti, più diritti". Incontro storico a Londra tra più di 30 fuoriclasse, campioni olimpici, mondiali e internazionali. Per l'Italia Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri, Luca Dotto, Fabio Scozzoli

Nel mondo del nuoto c’è aria di una rivoluzione. I grandi campioni hanno deciso di puntare i piedi contro la Federazione Mondiale (FINA) con la precisa volontà di appoggiare l'International Swimming League. E' la lega guidata dal magnate ucraino Konstantin Grigorishin che vuole lanciare nel 2019 una serie di gare a squadre sul modello della Champions League. Obiettivo, rendere il nuoto più remunerativo per gli atleti, più appetibile per gli sponsor e più spettacolare per i tifosi. La Federazione Mondiale ha però sempre proibito ai fuoriclasse di gareggiare in eventi al di fuori dei calendari internazionali, pena la squalifica con conseguente esclusione dalle Olimpiadi. La tensione degli ultimi mesi si è ormai trasformata in un braccio di ferro pubblico.

Contro la FINA sono state intentate due cause legali presso la Corte americana di San Francisco. Tre star del nuoto, la 3 volte campionessa olimpica Katinka Hosszu e gli americani Michael Andrew e Tom Shields, accusano la FINA di aver violato lo "sherman Act", la più antica legge antitrust degli Stati Uniti per limitare i monopoli e i cartelli. Un'altra azione legale separata è stata intrapresa dalla stessa International Swimming League.

La riunione a Stamford Bridge

I nuotatori sono riuniti a Londra lo scorso martedì e mercoledì a Stamford Bridge, quartier generale del Chelsea. "Siamo qui per fare la storia", il motto della riunione. Una due giorni di brain storming, un evento unico, una galassia di medagliati coinvolti, una trentina, 11 campioni olimpici, 18 campioni del mondo tra i quali Adam Peaty (Gran Bretagna), Katinka Hosszy (Ungheri), Chad Le Clos (Sudafrica), Sarah Sjoestrom (Svezia), Cameron Van der Burgh (Sudafrica), James Guy (Gran Bretagna), Mykhailo Romanchuk (Ucraina) e, per l’Italia, Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri, Fabio Scozzoli e Luca Dotto.

Contro l'attuale Coppa del Mondo

L'obiettivo dei fuoriclasse è duplice creare un'Associazione di nuotatori e aderire alla ISL. Il più battagliero è Adam Peaty, oro olimpico dei 100 rana a Rio 2016, che non ha usato mezzi termini: "Il nuoto ha dirigenti fermi al 1970. L'attuale Coppa del Mondo non ha senso, è un format vecchio e per giunta in vasca corta che non ha senso. La nostra riunione qui a Londra è una reazione potente. La Federazione Mondiale non ha mai ascoltato noi atleti, non ci ha mai chiesto cosa vogliamo. Faccio un esempio pratico: se fai un accordo di sponsorizzazione, se vendi i diritti Tv, gli atleti devono avere il 50%, intendo gli atleti o le squadre alle quali appartengono. Io non ho paura di parlare. Che ci provino a squalificarmi, vedrete cosa succede".

Un format come la Champions League

Il format di gare che propone la International Swimming League ricalca quello di una Champions League con 12 grandi club, 6 team europei e 6 americani, con la possibilità per tutte le squadre di ingaggiare nuotatori di Australia e Asia. Ci sarà una regular season da agosto in poi (quindi non avrà conseguenze sulla preparazione degli atleti a Europei, Mondiali, Olimpiadi). A seguire le semifinali e le finali in programma a Las Vegas dal 17 al 22 dicembre 2019. Il budget stabilito è di 15 milioni di dollari nel 2019 suddiviso tra ISL e atleti. Ogni atleta che aderirà guadagnerà 10.000 dollari oltre ai premi. La posizione di netta chiusura della FINA nelle ultime settimane è cambiata radicalmente.

La risposta della FINA con le "Swim Series"

Come risposta alla rivoluzione paventata dai grandi campioni, la Federazione Mondiale ha appena lanciato le sue "Swim Series", competizioni che si dovrebbero tenere in primavera. Una novità, però, che rischia di essere un autogol: da marzo a maggio ci sono tradizionalmente le selezioni mondiali dei vari paesi, Italia compresa. Quindi, chi partecipa alle Swim Series non potrebbe competere per qualificarsi a Europei/Mondiali/Olimpiadi? Le australiane Emily Seebohm e Madeline Groves hanno minacciato addirittura uno sciopero contro la FINA. La maggior parte dei nuotatori non vuole prendere in considerazione, al momento, questa ipotesi estrema ma la guerra è solo all’inizio.