Il bello di poter dire: ho fatto la Marcialonga
SciC’è un po’ della Maratona di New York e un po’ della Milano-Sanremo di ciclismo. La Marcialonga -per la prima volta in diretta su Sky Sport dalle 7.40 di domenica 26 gennaio- è un appuntamento imperdibile, nato nel lontano 1971 e che, ad oggi, ha raccolto 250mila appassionati
Ci sono due valli che vivono tutto l’anno per Lei, la Marcialonga, e ci sono due binari lunghi 70 chilometri per ognuno dei fondisti che l’affronteranno. Qualcuno, pochi, meno di uno su dieci, si darà a quella light, una fatica abbreviata, con lo sconto, 45 km anziché 70.
E ci sono più scandinavi che italiani perché è un appuntamento imperdibile, quello meglio organizzato, quello con più tifo, quello che si aspetta tutto l’anno. Siamo arrivati alla Marcialonga numero 47, nata dall’idea di 4 amici trentini, forse al bar, dopo aver provato la Vasaloppet, gara che dal 1922 lungo 90 chilometri ripercorre un po’ di storia della Svezia, andando idealmente sulla strada nella neve fatta dell’eroe Gustavo Vasa. I 4 amici al bar hanno deciso di costruirne una all’italiana, in Trentino, tra le Valli di Fassa e di Fiemme, da Moena a Canazei, andando su e giù lungo l’Avisio, un affluente del più noto Adige. Dal 1971 ad oggi hanno messo sci e pettorale 250.000 persone, anzi, atleti, dai campioni ai bisonti, sempre meno improvvisati, con le donne che hanno cominciato solo 6 anni dopo la partenza.
Verrebbe voglia di scrivere che è la Maratona di New York del fondo, rigorosamente a tecnica classica, dopo una parentesi (1985-2002) a skating, e volendo allargare lo sguardo al ciclismo che c’è un po’ di Milano-Sanremo, con una gara che si risolve dopo 67 chilometri sullo strappo della Cascata per salire a Cavalese, una specie di Poggio per lanciarti verso il successo. E' una festa, con un volontario ogni 5 partecipanti, una gara che ti coccola, con la figlia del Sole, la Soreghina, scelta per premiare il primo e non solo.
Gli specialisti delle gran fondo nordiche sono i favoriti, quelli che partecipano al circuito Visma Ski Classics, i norvegesi, Eliassen, primo un anno fa, Gjerdalen, unico ad aver vinto 3 volte consecutivamente, con due ori mondiali in bacheca e i Ray Ban da aviatore addosso, Anders Auckland, una leggenda, 47 anni, campione olimpico e mondiale, 2 Marcialonghe e 1 Vasaloppet, Tore Bjorseth Berdal, Andreas Nygaard, Stian Hoelgaard, Morten Eide Pedersen o gli svedesi Persson e Kardin. Ma ci sono anche i nomi conosciutissimi di Petter Northug, norvegese con 13 ori mondiali e molto altro, che ha smesso da un anno e si ripresenta con la sua testa matta, o Dario Cologna, svizzero di genitori italiani, 4 volte campione olimpico, 4 volte vincitore della Coppa del Mondo e del Tour de Ski, o Sjur Roethe, primo sul Cermis, fatto in salita ovviamente, nel 2019 e secondo questa stagione.
Volete altro? Ecco Melandri, campione del mondo su due ruote, 250, anziché su due sci, prudente nella scelta della distanza, light, da 45 km, e poi le tante storie da raccontare, comprese quelle di chi arriverà quando sarà ormai buio dopo dieci ore abbondanti e cinquemila calorie consumate e che potrà, soprattutto, dire di aver fatto la Marcialonga.