I Nostri Giochi (in scatola): l’esercito di Silente contro il coronavirus
AltroMettiamoci tutti insieme, e costruiamo il nostro 'Esercito di Silente' contro il coronavirus: servono ingegno, immaginazione e tutti i giochi in scatola che abbiamo in casa. E lasciamoci guidare dalla fantasia, il rifugio migliore nei momenti peggiori
Che si debba stare tutti a casa, l’abbiamo capito da un pò. Certo, un conto è un monolocale in vicolo corto e un altro la villa col giardino in Parco della Vittoria, ma tant’è, manca ancora poco, solo un ultimo sforzo.
Abbiamo tante emozioni, adesso, che si accavallano, si confondono, fanno a gara l’una con l’altra: ci sono la solitudine, la voglia di ballare di nuovo, di uscire di casa, di evadere, di saltare queste mura. Ma anche la fantasia, che è il rifugio migliore nei momenti peggiori, quella che ci guida, con i libri, i pensieri più belli, i sogni grandi, che sconfiggono le paure.
Siamo perfettamente in grado di disegnarlo, il coronavirus, perchè ormai sappiamo benissimo come è fatto. Non come altre cose, il cui ricordo quasi si sta sbiadendo, ed è sempre più confuso.
Le onde del mare? Le riavremo, presto! Come i nostri stadi, del resto, e le gare della Ferrari in tv.
Pensateci, in fondo: cosa salva Harry, Ron e Thor dall’essere divorati dai ragni nella Foresta Proibita? Lo sapete, lo ricordate?
Guardate un pò: la macchina volante. Niente di più facile.
E allora perchè non ce ne costruiamo una anche noi? E rendiamo più grandi le nostre case, con la nostra immaginazione. Ci costruiamo la nostra biblioteca, e con la mente altro che di casa, usciamo pure dalla galassia; e una serra, dove provare gli esperimenti più bizzarri, quelli per i quali mamma e papà, di questi tempi, chiuderanno un occhio. Possiamo scrivere canzoni nella sala da ballo, o ascoltare le nostre preferite saltando dal divano al lampadario, inventare ricette nuove in cucina, anche con gli ingredienti più assurdi, e costruirci un piccolo mondo tutto nostro anche dove il mondo non sembra ci sia.
Perchè sono tutte dentro di noi, le parole che ci servono, e non facciamo dunque che rimangano imprigionate anche loro: scriviamole quando possiamo, coraggio, rispetto, generosità, e soprattutto fantasia, tutte quelle cose che tutti noi stiamo dimostrando di avere, ognuno a modo suo: Franca che lavora in ospedale, la signora Nicoletta che lotta ogni giorno nella sua stanza, Pino che trasporta i pacchi e Raul che ci serve al supermercato. La badante, il farmacista, la giornalista, il camionista, sono tutti pezzi di un unico puzzle, che se messi tutti insieme, incastrati l’uno con l’altro, ci permetteranno di uscire da questo periodo...
Ma serve una tattica, è chiaro. La più estrema sarebbe puntare tutto sul Reverendo Green, con la chiave inglese all’ingresso, ma non è di certo così che si sconfigge il virus. Ci si potrebbe affidare al caso, con uno di quegli imprevisti che lui soffre da matti, tipo “l’amore è nell’aria”. Quello sì che sarebbe una bella botta, per uno come lui, ma durerebbe poco, perchè le grandi vittorie non si ottengono col caso, ma con l’impegno, lo studio, la preparazione, l’ingegno, soprattutto. E allora inventiamoci qualcosa, disegniamo un Drago ammazzavirus e poi diamogli vita, con una bacchetta di Sambuco, mentre aspettiamo di sapere dai più grandi dottori del mondo cosa fare, come comportarci, e quali importantissime scoperte avranno fatto.
Abbiamo tante domande, tantissime, e cerchiamo tante risposte, tantissime.
Perchè lo sapete, vero, secondo Albus Silente, qual è la più inesauribile fonte della magia? Sono le parole.
Possiamo scriverne quante ne vogliamo, di ogni tipo, lunghezza, belle e brutte, divertenti e mostruose. Le parole sono speciali. Le parole regalano sempre un sacco di sorprese: del resto, cosa viene fuori mischiando le lettere che compongono la parola Coronavirus? Esatto: naso ricurvo, proprio come quello, orribile e minuscolo di Lord Voldemort. E anche se non stato un gioco da ragazzi, come non lo sarà col Corona, si da il caso che abbia fatto, una brutta, bruttissima... FINE