Morto Ezio Bosso, pianista e compositore. Aveva 48 anni

lutto
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Morto a 48 anni il pianista e compositore di fama internazionale. Aveva commosso tutti con la sua arte e la sua sensibilità. Nel 2011 gli era stata diagnosticata una malattia neurodegenerativa

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È morto a Bologna all'età di 48 anni Ezio Bosso, pianista di fama internazionale in grado di colpire tutti grazie alla sua arte e alla sua delicatezza. Nato a Torino il 13 settembre 1971, direttore d'orchestra, compositore e pianista. Nel 2016 aveva commosso il pubblico di Sanremo eseguendo "Following a bird", una composizione che si trovava nel suo album "The 12th Room", uscito qualche mese prima. Nel 2011 fu operato per un tumore al cervello e in seguito gli era stata diagnosticata una malattia neurodegenerativa. A settembre del 2019 il peggioramento delle condizioni di salute lo aveva costretto ad abbandonare il pianoforte.

Gli inizi a 4 anni, l'incontro con Streicher e il cinema

Bosso si era avvicinato piccolissimo al mondo della musica, complice il fratello musicista e una prozia pianista. Il primo contatto con il pianoforte risale all'età di 4 anni. Il debutto era invece avvenuto in Francia a soli 16 anni: di lì aveva iniziato poi a girare per diverse orchestre europee. La prima grande occasione della carriera è stata rappresentata invece dall'incontro con il maestro Ludwig Streicher, che lo ha spinto a studiare composizione e direzione d'orchestra nella prestigiosa Accademia di Vienna. In carriera si è esibito nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali e  Ha vinto importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia (unico non australiano a vincerlo) o il Syracuse NY Award in America. Nel cinema, invece, Bosso ha collaborato con registi di fama internazionale come Gabriele Salvatores, per il quale ha composto la colonna sonora per quartetto d'archi del film Io non ho paura ed ha lavorato sulle musiche di altre sue pellicole come 'Quo vadis, baby?' e 'Il ragazzo invisibile'. Dopo l'operazione, aveva attraversato quattro anni di dura rieducazione per imparare di nuovo a parlare, camminare e poi anche a muovere le dita su un pianoforte costruito per lui con tasti più leggeri. Nel 2015 era stato scelto dal'università Alma Mater di Bologna per comporre e dirigere una composizione dedicata alla Magna Charta dell’Università, primo inno ufficiale di una delle istituzioni più importanti al mondo nel settore. 

Sanremo 2016, quando commosse l'Italia

Dopo essere stato considerato per anni uno dei compositori e musicisti più influenti della sua generazione (era anche stato bassista degli Statuto per tre anni) Bosso aveva vissuto la sua consacrazione in Italia incantando il pubblico dell'Ariston durante il Festival di Sanremo 2016. Eseguendo il suo brano Following a bird, aveva spiegato il suo modo di intendere la musica: "Come la vita, si può fare in un solo modo: insieme. Questa, come diceva il grande maestro Claudio Abbado, è la nostra vera terapia". Quel pensiero resta la sua eredità al mondo della musica, salutato in pubblico nello scorso settembre, quando alla Fiera del Levante di Bari aveva raccontato di non poter più suonare al pianoforte. "Non sapete la sofferenza che mi provoca questo - la sua spiegazione - ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza".

Bosso e il calcio: cuore granata

Tra le passioni di Bosso lontano dalla musica c'era anche il calcio. Più volte nel corso di alcune interviste non aveva nascosto il suo affetto per il Torino. "La mia famiglia è granata e quindi non posso che tenere al Toro. Torinista ci nasci, è un qualcosa di genetico" raccontava, quasi intendendo il tifo come qualcosa incluso nel proprio dna. Con un aneddoto ricorrente in occasione dei suoi concerti: "Nel mio pubblico non ho mai visto un giocatore del Torino ma solo juventini" ripeteva con il sorriso. Tra i suoi maggiori fan nel mondo del calcio, l'ex attaccante juventino David Trezeguet.

Ezio Bosso durante l'edizione 2016 del Festival di Sanremo