Intervenuto a Sky Sport 24, Flavio Tranquillo rifiuta la discussione "tra estremi, bravo Pozzecco-cattivo Pozzecco" e centra la sua analisi sulla necessità di "spendere meno energie verso fattori incontrollabili" come l'arbitraggio. Riconoscendo però che qualcosa, e non da oggi, non funziona
L'OPINIONE DEL DIRETTORE DI SKY SPORT: "MA POZZECCO È MEGLIO DI COSÌ"
Andare oltre il singolo episodio (l'espulsione di Gianmarco Pozzecco): con questo obiettivo Flavio Tranquillo interviene a Sky Sport 24 per dire la sua il giorno dopo il ko di Italia-Repubblica Dominicana. Quanto ha pesato l'episodio dell'allontanamento dell'allenatore italiano sul finire del primo tempo sul risultato finale? "Episodi singoli all'interno delle partite non hanno mai una valenza esagerata, tale da spiegare il risultato", afferma Tranquillo. "Il punto è che l'espulsione si presta a far discutere, certo, ma se la discussione è semplicemente una deriva tra i due estremi - bravo Pozzecco, cattivo Pozzecco - temo sia una deriva intellettualmente non certo brillante. La realtà è che questo è un gioco complesso, fatto di tante componenti che si intrecciano tra di loro e che non possono essere analizzate disgiunte".
La questione degli arbitri (e non dei fischi arbitrali)
Inutile quindi concentrare tutte le attenzioni sul gesto di Pozzecco o, se si vuole, sulla personalità di Pozzecco: "La valutazione di carattere professionale spetta a chi ne ha la responsabilità", dice Tranquillo rimandando alle parole del presidente Petrucci a Sky, "mentre se vogliamo fare una valutazione di carattere generale io forse eviterei di spendere troppe energie nervose in situazioni che non si possono controllare, ovverossia cosa fischiano/non fischiano gli arbitri". In modo che questo non possa, alla lunga, finire magari per diventare un alibi. "Il rischio teorico c'è, ma questi giocatori sono abbastanza refrattari a questo tipo di influenze esterne, nel bene e nel male", dice Tranquillo, che poi analizza la questione arbitrale nel suo complesso. "Sono una componente del risultato, ed è vero che in queste manifestazioni FIBA spesso non sono i migliori a disposizione, fuori dal pianeta NBA. Va riconosciuto che hanno dei limiti come tutti, ma il punto non sono i singoli errori sui fischi, inevitabili, quanto la volontà politica di fare qualcosa per cui possano essere chiamati in campo gli arbitri migliori".