Superlega, Florentino Perez a Cadena Ser: "E' solo in stand-by"
dalla spagnaIl presidente del Real Madrid a Cadena Ser: "Non ho mai visto tanta aggressività da parte di un presidente Uefa e della Liga in vita mia. Minacce e insulti, sembrava tutto orchestrato. Il progetto esiste ancora, è solo in stand-by: la Juventus c'è ancora e così anche il Milan. Nessuno finora ha pagato le penali per andarsene"
"La Superlega esiste ancora, progetto è solo in stand-by. Stiamo tutti insieme riflettendo sul futuro". Florentino Perez torna a parlare di Superlega. Lo fa a Radio Cadena Ser ospite de El Larguero, la trasmissione sportiva più seguita nella notte radiofonica in Spagna. Quando gli chiedono se voglia essere presentato come presidente della Superlega, risponde "no, presidente del Madrid" e il giorno dopo il naufragio del progetto fa fa chiarezza: "Quasi tutti i club fondatori sono ancora sulla barca, al momento direi tutti. La Juventus non se n'è andata e così il Milan. Ho parlato tre volte con Agnelli".
"Ci hanno voluto uccidere"
"Ci hanno voluto uccidere, come se avessimo tirato una bomba atomica. La mia responsabilità? Il fatto che il Real Madrid sia un pioniere. Se ci sono soldi, ci sono soldi per tutti". Il riferimento di Perez è diretto in particolare a Uefa e Liga. "Sono triste e deluso - ammette - lavoriamo da tre anni a questo progetto per combattere contro la situazione economica che attraversiamo. Forse non siamo riusciti a spiegarlo al meglio. Non ho mai visto tanta aggressività da parte di un presidente Uefa e della Liga in vita mia. Minacce e insulti, sembrava tutto orchestrato". Ammette l'esistenza di un "accordo vincolante" tra i club che avevano aderito alla Superlega ("Ci sono dei contratti ma non intraprenderemo azioni legali contro chi è uscito") e torna sul dietrofront delle squadre inglesi: "C'era uno tra i sei club inglesi che non era molto interessato alla Superlega e ha iniziato a influenzare gli altri, si tratta di un club che non è mai stato convinto. Non abbiamo presentato bene il progetto, ma non ci hanno dato la possibilità di farlo perché non vogliono".
"Non temo sanzioni da Uefa"
Il presidente del Real Madrid prova a spiegare meglio il meccanismo studiato dai club fondatori: "Non vogliamo uccidere i campionati nazionali, la nostra non è certo una competizione chiusa. Può entrare chiunque. I giovani non guardano più il calcio, vogliono vedere un Nadal-Federer tutte le settimane. Il calcio di oggi è asfissiato dalla crisi economica, non arriveremo al 2024 se non troviamo più soldi. Il formato Champions è obsoleto e genera interesse solo dai quarti di finale. La scorsa stagione sono stati persi 650 milioni e questo perché il formato non funziona". Interrogato anche sull'adesione del Barcellona, Perez risponde di aver parlato nelle scorse ore con il presidente blaugrana Joan Laporta: "Certo che è ancora nel progetto" la sua rassicurazione. Perez spiega anche di non temere provvedimenti contro i club che hanno fondato la Superlega: "Non temo rappresaglie dell'Uefa, abbiamo deciso di prenderci una pausa per cercare di spiegare un progetto al quale abbiamo lavorato per tre anni. E che forse abbiamo illustrato male. Ma non ce ne hanno dato il tempo, ci hanno attaccato con un'aggressività incredibile".
"Se Mbappé non viene equest'anno non muore nessuno"
Sul futuro del Real Madrid e il mercato il massimo dirigente delle merengues chiarisce: "Abbiamo i migliori giocatori del mondo, ci sarà da rinnovare la rosa ma senza fare rivoluzioni. Ma è impossibile fare grandi acquisti se non ci sono soldi. Mbappé? Se non viene quest'anno non muore nessuno. La gente mi conosce, se non succede una cosa è perché veramente non si può fare. Anche per quanto riguarda il rinnovo di Sergio Ramos, dipenderà dalla situazione del club. A chi non piacerebbe che rimanesse? Per me è come un figlio. Ma non dipende da lui, dipende dalla situazione del Real". Non manca anche una precisazione su Ronaldo ("le voci di un suo ritorno messe in giro dall'entourge? Effettivamente...") e la chiusura sul futuro di Zidane: "Ha un contratto, è una leggenda del Real e quando un giorno andrà via, lo farà da leggenda".