Quando Ayrton Senna si allenava con Giovanni Galeone: la storia una vera amicizia

Giovanni Galeone è stato prima un giocatore, poi un allenatore, quindi un mentore. Ha fatto diventare grandi realtà piccole, semplici, di provincia. Come la vita che amava fatta di provincia, cose semplici e vere. Era un appassionato, un maestro con la battuta pronta, un uomo del popolo, un amico. Esattamente come lo era Ayrton Senna. Un legame che può sembrare distante. Due uomini di sport che amavano la gente e il mare. Senna si allenava sempre sulle spiagge del suo Brasile e Galeone si rilassava a prendere il sole nella ormai sua Pescara con la tuta del suo Pescara. Ed è proprio la città abruzzese che li lega. Entrambi amici di Gino Pilota, direttore generale della Benetton, ospitava il brasiliano a Francavilla quando si correva a Imola e Monza per un break di qualche giorno, come sarebbe molto probabilmente dovuto essere anche dopo quel Gran Premio del 1º maggio 1994 sul Santerno. Ayrton amava l’Abruzzo per il relax ma si doveva pur allenare: “Vai allo stadio. Vai da Galeone”. E puntuale si presentava a bordo di una 500 rossa. Nel 1992 all’Adriatico la nazionale piloti scende in campo per una delle tradizionali partite dell’epoca contro realtà locali. Dall’altra parte una sorta di All Stars pescarese con ex giocatori e personalità locali. A centrocampo nelle due squadre da un lato c’era Senna, dall’altra Galeone. “Mi marcherà il mio amico Giovanni? - chiesero ad Ayrton - Bene almeno posso picchiarlo!”, scherzava il pilota. “È sicuro temibile, si muoverà molto. Anche se temo più Patrese”, la previsione pre partita dell’allenatore. Chi c’era in campo quel giorno, il nostro Ivan Capelli, ricorda come Senna impressionò Galeone per la sua voglia e il suo impegno e il desiderio costante di entrare nella partita. Motivazione e competitività non sono mai mancate al brasiliano. Così come al suo avversario di quel giorno. Galeone nel libro ‘Immortale. Ayrton Senna, il campione di tutti’ del giornalista Beppe Donazzan raccontò: “Una volta, allo stadio, a momenti ci resta. Non scherzo, successe dopo l’allenamento: era tutto sudato, lo invitai nello spogliatoio a bere sali minerali. ‘Vieni dentro, Ayrton, giornalisti non ce ne sono’, gli dissi. Dovete sapere che allo stadio di Pescara c’è un corridoio lunghissimo che porta allo spogliatoio della squadra di casa, in fondo a sinistra. In questa specie di galleria, ad un certo punto, ci sono dei piloni in trasversale. Quella volta c’eravamo io, Italo, che era il massaggiatore del Pescara, e un custode dello stadio che si accorse di Ayrton. Lungo il corridoio il custode aveva affiancato Senna e gli aveva detto: ‘Ti ammiro tanto, sei il mio idolo’, e avanti così. Lui, gentile ma schivo, perché in fondo era un timidone, camminava sempre più a destra, vicino al muro, finché… pam! Una capocciata incredibile sui piloni, ed era finito lungo disteso. Siamo sbiancati tutti: mancavano pochi giorni al Gran Premio d’Italia a Monza, credo fosse l’89. ‘E ora che facciamo?’ Ayrton k.o. nel corridoio dello stadio. Per un attimo siamo rimasti bloccati, poi è partita una corsa frenetica: ghiaccio, sali, di tutto, finché è rinvenuto e abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Non si era fatto niente e, tranquillo come al solito, anzi facendosi una risata, aveva detto ‘andiamo a cena?’.” Storie di vita vera e semplice. Come lo era un’amicizia che per quanto potesse sembrare improbabile era reale. Quel giorno Senna segnò un gol, ma il risultato non se lo ricorda nessuno. Non era importante in quel momento. Bisognava celebrare lo sport e l’amicizia. Come quella tra Ayrton Senna e Giovanni Galeone.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Quando Ayrton Senna si allenava con Giovanni Galeone: la storia una vera amicizia

Niccolò Severini