I campionati di calcio più assurdi del mondo

Uno degli aspetti più belli e affascinanti del calcio è la sua creatività, intesa come l'imprevedibilità dei risultati, delle giocate, dei singoli momenti della partita. Talvolta, anche dei regolamenti: a volte per chissà quale invenzioni delle federazioni locali, a volte per una semplice questione di necessità, tra difficoltà logistiche e numero dei partecipanti. Eppure, sembra proprio che nessuno sia disposto a rinunciare all'appuntamento del fine settimana con il campionato, anche a costo di assistere a competizioni che sembrano uscite da un altro pianeta. Otto ‘campioni’ per ogni stagione? Ogni tifoso sogna di vedere la propria squadra del cuore sollevare un trofeo a fine stagione, è superfluo dirlo. Questa considerazione però perde forse un po’ di significato in Argentina, dove da quest’anno, con l’introduzione di un nuovo trofeo, sono arrivati ad assegnare la bellezza di otto titoli. Troppi. Anche per i fan argentini, notoriamente super passionali, che non hanno fatto mancare le polemiche. Ma facciamo chiarezza. Come da ‘classico’ format in Sud America , in Argentina si giocano due campionati indipendenti, ognuno con il proprio campione: Apertura e Clausura, quelli che da noi sarebbero il girone di andata e quello di ritorno. Poi c’è la Copa Argentina, il trofeo nazionale per tutte le squadre del calcio ‘albiceleste’: l’equivalente di una tradizionale Coppa Italia. Sono tre competizioni, semplici e lineari. Ma da qui le cose si fanno ingarbugliate. Prima si disputa il Trofeo de Campeones, che mette a confronto i vincitori dei tornei di Apertura e di Clausura, con il vincitore che affronta poi i campioni della Liga Profesional de Fútbol nella Supercopa Internacional. E siamo a cinque titoli. In seguito, i vincitori della Copa Argentina e della Liga Profesional de Fútbol si contendono anche la Supercopa Argentina, l’equivalente della nostra Supercoppa Italiana, con la classica sfida tra i campioni del campionato e i campioni della coppa nazionale. Infine, come se non fosse già sufficiente, da poco esiste anche la Recopa de Campeones, un triangolare tra i vincitori della Copa Argentina, della Supercopa Argentina e della Supercopa Internacional. Ma non finisce qui, perché lo scorso novembre la Federcalcio argentina ha deciso di aggiungere un altro titolo, quello di ‘campione del campionato’, da conferire alla squadra con il maggior numero di punti tra Apertura e Clausura. Un trofeo che non ha fatto mancare le discussioni, soprattutto da parte dei tifosi dell’Estudiantes, storici rivali del Rosario Central, la prima squadra vincitrice, se così si può definire. Non sorprende quindi che in Argentina anche la retrocessione sia una questione complicata. Siamo infatti davanti a un torneo che prevede due retrocessioni, ma nessuna di queste in forma ‘canonica’: mentre una squadra viene retrocessa ‘semplicemente’ per aver ottenuto il minor numero di punti sommando quelli durante Apertura e Clausura, la seconda viene condannata per aver avuto la media punti più bassa nel corso delle ultime tre stagioni. Niente di semplice in Argentina, terra del Tango, del Mate e del campionato più contorto del mondo. In compenso, citando Josè Mourinho, è improbabile finire la stagione con ‘zero titoli’. Punti che valgono la metà? È il format tutto particolare della Jupiler Pro League. In Belgio infatti non basta arrivare in cima alla classifica alla fine della stagione per assicurarsi il campionato, come ha scoperto l'Union St.-Gilloise per due volte in tre anni. Una volta terminata la ‘stagione regolare’, in un format simile a quello utilizzato nel basket, le prime sei classificate accedono alla fase dei playoff, dove il loro totale di punti viene dimezzato . Le squadre rimaste devono quindi disputare un altro turno di partite, e solo al termine di questo mini campionato viene incoronato il campione del Belgio. Ma non finisce qui, perché sono previsti anche degli ulteriori playoff per i posti in Europa e dei playout per decidere chi retrocederà. La formula, per quanto contorta, ha contribuito a rendere la Jupiler Pro League avvincente fino all’ultimo turno, con grande felicità dei tifosi neutrali. Dalla stagione 2026/27 però, la federazione ha deciso di tornare a un ‘classico’ campionato a 18 squadre, con un turno di andata e uno di ritorno, dove il campione del Belgio sarà semplicemente la prima in classifica. Banale, no? Punti anche per aver perso? Nell’arcipelago delle Antille Francesi, situato nel Mar dei Caraibi, si trova l’isola di Guadalupa, famosa per essere la terra d’origine di leggende del calcio transalpino come Thierry Henry, William Gallas e Lilian Thuram. Qui, il campionato locale – così come quello della vicina Martinica, che adotta lo stesso regolamento – ha raggiunto un’altra dimensione di ‘sportività’, se così si può definire. L’AS Gosier infatti, capolista, può vantare la bellezza di 39 punti in 11 turni. Non serve sfoderare la calcolatrice per capire che qualcosa non torna, abituati come siamo alla classifica suddivisione dei punti del calcio europeo. La realtà è molto più semplice, e divertente, del previsto: le 14 squadre del Régionale 1 hanno infatti stabilito che, date le difficoltà logistiche a portare avanti un torneo che non è professionistico, ogni vittoria valga la bellezza di 4 punti, mentre ogni pareggio ne vale 2. E le sconfitte? Si torna a casa comunque con 1 punto, a meno di non presentarsi alla partita e di incassare il ko a ‘tavolino’, rendendo il campionato di Guadalupa quello più ‘democratico’ che ci sia. Retrocessione a metà stagione? Nella massima serie moldava, chiamata Super Liga, il tempo per gli aggiustamenti tattici e per trovare la condizione atletica è decisamente poco. Se la stagione di una squadra inizia male, infatti, questa retrocede a metà campionato e deve riscattarsi risalendo dalla seconda divisione, chiamata Liga 1. È quanto è appena successo alle formazioni del Politechnica UTM e dello Spartanii Sportul, che dopo le 21 giornate ‘canoniche’ di campionato si sono trovate in fondo alla classifica. Nella seconda parte della stagione, che inizierà a marzo, mentre le altre sei squadre della Super Liga si giocheranno il campionato in ulteriori 10 giornate, loro saranno costrette ad affrontare i playoff della seconda divisione, lottando per tornare dove tutto era iniziato. Una promozione in massima serie che, per una volta, forse non meriterà di essere festeggiata. Finale stile NBA? Le isole caraibiche di Saint Kitts e Nevis sono di certo più famose per il turismo e per l’acqua cristallina che per lo sport. Guarda caso, come a Guadalupa, anche qui le regole sono tutte particolari. Sarà una costante dei Paesi tropicali. La SKNFA Premier League è il campionato locale: 10 squadre – tra cui la ‘corazzata’ Security Forces: solo sconfitte, 2 gol segnati e la bellezza di 98 incassati – e 18 turni, con le prime quattro che avanzano alla fase delle ‘Super Four’. Qui inizia un altro mini campionato di sole tre giornate, dove solo due otterranno il diritto per disputare la finalissima del torneo dell’isola. Ma siccome giocarsi il titolo in partita secca sembrava troppo scontato, la SKNFA – che sarebbe la federazione locale – ha ben deciso di decretare il campione con una serie al meglio delle tre partite, senza badare alla questione della differenza reti. In questa stagione, per il titolo del 2025, lo St Paul's United ha battuto per due volte il Village Superstars : entrambe le partite sono finite 2-0, ribaltando così il ‘fattore campo’ e assegnando il trofeo senza dover disputare la decisiva terza sfida. Un derby ogni settimana? Le Isole Scilly sono un arcipelago al largo della costa sud-occidentale dell'Inghilterra con una popolazione inferiore ai 2.500 abitanti. Eppure, da buoni britannici, non sono disposti a rinunciare all’appuntamento settimanale con il ‘football’. La Isles of Scilly Football League – ed è assurdo pensare che ci sia un torneo di calcio anche in un territorio così piccolo – è così composta da sole due squadre: i Garrison Gunners e i Woolpack Wanderers. Queste due compagini si affrontano ogni stagione per 20 volte, sul campo presente sull'isola di St. Mary's, che è anche l’unico presente in tutto l’arcipelago. I Wanderers sono i campioni in carica, reduci dal loro 17° titolo, ma i Gunners rimangono il club più titolato, con 20 campionati in bacheca. Come se non bastasse, ogni stagione si sfidano anche nella Galley Cup, nella Scillonian Club Cup e nel Charity Shield, in pieno stile Premier League. C’è da sperare che non si stufino l’uno dell’altra…

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I campionati di calcio più assurdi del mondo

Simone Dagani