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Borussia Dortmund, Haaland spiega la sua esultanza: "Amo la meditazione"

Bundesliga
©Getty

L'attaccante norvegese, in una lunga intervista a Esporte Interativo, ha spiegato il motivo della sua strana esultanza: "Amo la meditazione, mi rilassa. Per questo festeggio così". Sui suoi idoli: "Guardavo Ibra e adoravo Michu. Cristiano Ronaldo? Incredibile quello che ha fatto negli ultimi 10 anni"

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Erling Haaland sta vivendo una stagione da Dio. Qualunque cosa tocchi, diventa oro. In 31 partite stagionali, fra Austria, Germania e Champions League, ha totalizzato 40 gol e 8 assist. Se lo è goduto il Salisburgo, sta facendo lo stesso il Borussia Dortmund che da gennaio - cioè dall'arrivo dell'attaccante classe 2000 - ha perso solo una volta in sette partite di campionato. Poi sei vittorie e la bellezza di 25 reti segnate nell'ultimo mese e mezzo di Bundesliga. Il norvegese, ovviamente, ha dato il suo contributo. Anche in Champions, dove i tedeschi hanno vinto la gara di andata degli ottavi di finale di Champions contro il Psg. 2-1 il risultato, doppietta di... Haaland, che ha esultato a modo suo, ovvero seduto a terra con gli occhi chiusi e le gambe incrociate, quasi in uno stato di puro raccoglimento: "Perché esulto in quel modo? Amo molto la meditazione. Mi dà serenità e mi tranquillizza. Ecco perché quando segno a volte festeggio così”. Lo ha spiegato lui stesso in una lunga intervista esclusiva a Esporte Interativo, dove si è raccontato a 360°. Una chiacchierata che ha riguardato da vicino anche l'Italia, dal momento che in Serie A hanno giocato diversi suoi idoli. 

"Adriano era fantastico"

Segue Ibra fin da piccolo, ma lo svedese non è l'unico modello: "Ho molti idoli e Michu è uno di questi. Allo Swansea era fantastico - ha continuato, spiegando la curiosa stima nutrita nei confronti dell'ex giocatore del Napoli - poi adoro Cristiano Ronaldo e quello che ha fatto negli ultimi 10 anni. Mi piace osservare, soprattutto gli attaccanti perché io sono uno di loro". Altro faro per la sua carriera è Adriano, protagonista in Italia con le maglie di Inter, Fiorentina, Parma e Roma: "Era fantastico, mi piaceva moltissimo, era inarrestabile. Romario era davvero forte e veloce, ma Adriano non aveva paura di nulla. Dribblava, calciava e sfondava la rete. Un po’ come il mio gol segnato contro il Paris Saint-Germain".