Genoa da Champions? Gasperini: ''A questo punto ci teniamo''
Champions LeagueIl tecnico rossoblù ospite speciale a ''Attenti a quei due'', la rubrica settimanale di SKY dedicata alla Champions League e condotta da Gianluca Vialli & Paolo Rossi: ''Mancano ancora sette giornate, ma arrivati a questo punto bisogna crederci''
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SFIDA ROSSI E VIALLI, GIOCA A FANTACAMPIONI
L’allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini è stato l'ospite della puntata di oggi di “Attenti a quei due”, la rubrica settimanale di SKY dedicata alla Champions League e condotta da Gianluca Vialli & Paolo Rossi (in replica alle ore 23.00).
Segui la Champions League?
Noi ci siamo trovati di colpo a seguire queste grandissime squadre, fino a poco tempo fa seguivamo ancora la Serie B.
Siete davanti alla Samp dopo 25 anni…
Devo dire che questo potrebbe essere l’anno buono, dopo tanti anni con il Genoa sempre dietro, insomma se non ci arriviamo quest’anno, non ci riusciamo più.
Nel passato c’è tanta Juve…
C’è tanta Juve di settore giovanile.
E nel futuro?
Questo non lo so, io in questo momento vengo accumunato perchè ci sono stato dieci anni da ragazzino come aspirante giocatore, e poi altri dieci anni come aspirante allenatore, dopo aver fatto una carriera completamente in giro per l’Italia. È una bella striscia della mia vita, però queste situazioni sono sempre un po’ antipatiche e irriverenti, lo dico sinceramente.
Però l’affetto rimane…
Questo è innegabile, purtroppo in Italia questa cultura viene un po’ meno. L’aveva molto forte il Torino, l’Atalanta, le altre società poche volte hanno curato il settore giovanile, invece io ritengo sia importante costruire dei giocatori nel proprio ambiente, perché quelli che poi arrivano in prima squadra hanno comunque un attaccamento diverso, maggiore.
Forse alla Juve qualcosa è già cambiato perché nella squadra ci sono molti ragazzi del settore giovanile.
Ce ne sono sicuramente anche per poter fare un’altra squadra. In Spagna, nel Real e nel Barcellona, hanno delle “società satellite” in cui portano giocatori; in Italia c’è un passaggio tra settore giovanile e prime squadre che è veramente difficile per i ragazzi, c’è questa lacuna per cui i giocatori che escono dal settore giovanile, per quanto bravi, hanno la difficoltà a entrare in prima squadra, entrano subito i talenti. Io ho sperato per un certo periodo che si potesse fare anche con la Juventus, poi mi hanno spiegato che è una questione di regolamenti, di leggi, e non si può fare.
Se ti dovessi paragonare a un giocatore di oggi, chi saresti? Tiago della Juve?
Calcisticamente ero un discreto giocatore, in Serie A sono arrivato un po’ tardi, all’epoca credo che mancasse un po’ di struttura e di peso, ma alla fine ho fatto la carriera che meritavo.
Hai fatto cose importanti nel Pescara di Galeone: è la filosofia a cui ti sei ispirato?
Indubbiamente Galeone era un personaggio, lo paragonerei un po’ a Mourinho, come novità. Molta della sua filosofia ce la siamo portati in qualche modo dietro. Tatticamente, però, siamo diversi.
Sul risultato della sfida tra Chelsea e Liverpool.
È frutto di una filosofia, di una mentalità diversa. Da noi è impensabile una partita 4-4 di questo livello, da noi le partite in genere sono molto bloccate. C’è da dire che ci sono molti più bravi attaccanti rispetto ai difensori, questo fa un po’ la differenza, c’è una generazioni di attaccanti veramente forte. Anche il portiere è un ruolo un po’ in difficoltà.
Ti piacciono Hiddink e Benitez?
Penso siano due tra i migliori in assoluto. Per Benitez parlano i risultati, mi dispiace che il Liverpool sia uscito, per me era tra le favorite, lui è un allenatore straordinario, contro il quale è difficile giocarci di solito, infatti ha stupito questo risultato. Hiddink è stato un allenatore che ho sempre seguito, fa parte di quella scuola olandese che per me è sempre stato un punto di riferimento importante.
Questo Chelsea può mettere in difficoltà il Barcellona?
È un Chelsea rivitalizzato da Hiddink, è molto più squadra, molto più forte rispetto a qualche settimana fa, ma ho paura che l’effetto del Camp Nou possa essere devastante.
Chi è la favorita numero 1 per la Champions?
Il Barcellona è straordinario, però quando si arriva alla partita secca l’entusiasmo di una squadra giovane come l’Arsenal, se arriva in finale, diventa molto pericoloso.
Un pronostico sulle semifinali di Champions: Manchester o Arsenal?
Manchester, ma tifo Arsenal.
Qual è la partita più bella a cui hai partecipato?
Io dei ricordi legati alla Serie B, ricordo una partita contro il Genoa, a Pescara: vivemmo una favola quell’anno. Da allenatore Genoa-Juventus: è stata una partita veramente bella, vinta in quel modo, contro una squadra fortissima, perché abbiamo trovato una squadra che ci credeva, molto motivata, che aveva voglia di riscattare il pareggio con il Chievo, che era ancora in corsa con l’Inter e la prestazione è stata resa ancora più importante da questo fatto.
Un giocatore come Messi potrebbe giocare in un ingranaggio perfetto come quello del Genoa?
Un giocatore così straordinario… però è un dubbio che ogni tanto mi viene rivolto e che tutto sommato riguarda anche me. In una squadra di alto livello, è più difficile chiedere di partecipare alla fase difensiva. Però, mi viene mente una Juventus che seguivo molto da vicino in cui c’erano Vialli, Ravanelli e Del Piero e tutto sommato credo che il giocatore moderno oggi sia molto più atleta, partecipa di più alle due fasi e questo rende la squadra più forte. Poi è chiaro che di fronte a certi fuoriclasse qualcosa si concede.
Thiago Motta...
È stato una scommessa, un colpo di fortuna, tante cose, come sempre. A mercato chiuso è stato proposto da un procuratore, era un giocatore libero sul mercato e sono stati bravissimi il Presidente Preziosi, che l’ha voluto incontrare, e lo staff medico, che ha detto che alcuni giocatori avevano delle ginocchia messe peggio delle sue. Noi abbiamo dovuto fargli sentire solo un po’ di fiducia, perché lui sembrava un giocatore un po’ traumatizzato, aveva timore a fare qualunque cosa, qualunque proposta. Quando siamo riusciti a buttarli in campo ci ha pensato lui.
Che rapporto hai con i giocatori?
Io sono uno che fuori dal campo li segue molto poco, mi fido di loro, anche perché a Genova se succede qualcosa te lo dicono subito (ride, ndr). Però, curo l’aspetto del campo, voglio che loro arrivino in un ambiente dove vengono volentieri, dove lavorano ma si divertano anche, con piacere, che trovino un ambiente il più sereno possibile. Penso di curare molto anche l’aspetto tecnico, del gioco, i risultati ci hanno aiutato.
Thiago Motta e Milito potrebbero partire l’anno prossimo?
Questa è una cosa su cui continuano a martellarci. Ma io non ne sono convinto, è normale che sono due giocatori di altissimo livello, quindi da grandissima squadra, fanno gola. Comunque sono situazioni che in questo momento a noi non pesano e non affrontiamo, ma capisco che c’è chi ha necessità di guardare al futuro, ma non è il caso nostro.
Che effetto ti fa oggi sentire parlare di quella cosa (la Champions, ndr)?
Siamo ancora in una fase in cui stiamo ancora molto attenti, per non avere un’eccessiva delusione qualora non ci arrivassimo. Per noi sarebbe già importante arrivare all’Europa, però è innegabile che a questo punto della stagione, per quanto era impensabile, ci teniamo molto. Mancano sette partite, non sono poche.
Preziosi ha detto che è una lotta tra voi, Fiorentina e Roma: la vedi così anche tu?
La Roma ha un organico che potrebbe fare un filotto di vittorie fila, com’è già successo, e può rientrare, per quanto 8 punti siano abbastanza significativi. Poi c’è questa Fiorentina che speravamo perdesse qualche colpo, invece continua ad andare bene.
Quello che colpisce è la mentalità offensiva della tua squadra: è questa che sta facendo la differenza?
Credo che in questo momento sia entrata nei giocatori questa convinzione e quando nasce da dentro è molto più forte, vale di più, non ho neanche più bisogno di trasmettere qualcosa.
Sui metodi di allenamento.
Noi abbiamo un preparatore che è stato campione di judo e ci confrontiamo molto con altri sport. Poi ci si ricama molto sopra…
Sei scaramantico?
Non molto.
Si dice che teniate i rubinetti aperti nel secondo tempo…
Qualche giocatore lo fa.
Non è uno spreco per 3 punti?
Ce lo possiamo permettere per 3 punti. È una cosa che non avevo notato, poi l’ho letta e nell’ultima partita l’ho notato.
“Gasperson”: ti chiamano così perché ti occupi un po ‘della gestione?
È vero che il Presidente Preziosi mi coinvolge nelle scelte di mercato e su questo abbiamo sempre lavorato di comune accordo, insieme, vedendo le opportunità che di volta in volta può offrire il mercato, adeguate a una società come il Genoa. L’abbiamo fatto già dalla Serie B, quando portavamo giocatori giovani, oppure svincolati, adesso è chiaro che miriamo a giocatori più importanti.
Potresti essere uno dei candidati a sederti sulla panchina della Juve: è il tuo sogno nel cassetto?
Quando ti fanno una domanda così, anche se ti chiedono di Milan, Inter o un’altra grande squadra, è normale... Però, il Genoa mi ha dato l’opportunità di crescere, di arrivare in alto con la società, che in questo momento a livello di entusiasmo e di rapporto non è seconda a nessuno.
SFIDA ROSSI E VIALLI, GIOCA A FANTACAMPIONI
L’allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini è stato l'ospite della puntata di oggi di “Attenti a quei due”, la rubrica settimanale di SKY dedicata alla Champions League e condotta da Gianluca Vialli & Paolo Rossi (in replica alle ore 23.00).
Segui la Champions League?
Noi ci siamo trovati di colpo a seguire queste grandissime squadre, fino a poco tempo fa seguivamo ancora la Serie B.
Siete davanti alla Samp dopo 25 anni…
Devo dire che questo potrebbe essere l’anno buono, dopo tanti anni con il Genoa sempre dietro, insomma se non ci arriviamo quest’anno, non ci riusciamo più.
Nel passato c’è tanta Juve…
C’è tanta Juve di settore giovanile.
E nel futuro?
Questo non lo so, io in questo momento vengo accumunato perchè ci sono stato dieci anni da ragazzino come aspirante giocatore, e poi altri dieci anni come aspirante allenatore, dopo aver fatto una carriera completamente in giro per l’Italia. È una bella striscia della mia vita, però queste situazioni sono sempre un po’ antipatiche e irriverenti, lo dico sinceramente.
Però l’affetto rimane…
Questo è innegabile, purtroppo in Italia questa cultura viene un po’ meno. L’aveva molto forte il Torino, l’Atalanta, le altre società poche volte hanno curato il settore giovanile, invece io ritengo sia importante costruire dei giocatori nel proprio ambiente, perché quelli che poi arrivano in prima squadra hanno comunque un attaccamento diverso, maggiore.
Forse alla Juve qualcosa è già cambiato perché nella squadra ci sono molti ragazzi del settore giovanile.
Ce ne sono sicuramente anche per poter fare un’altra squadra. In Spagna, nel Real e nel Barcellona, hanno delle “società satellite” in cui portano giocatori; in Italia c’è un passaggio tra settore giovanile e prime squadre che è veramente difficile per i ragazzi, c’è questa lacuna per cui i giocatori che escono dal settore giovanile, per quanto bravi, hanno la difficoltà a entrare in prima squadra, entrano subito i talenti. Io ho sperato per un certo periodo che si potesse fare anche con la Juventus, poi mi hanno spiegato che è una questione di regolamenti, di leggi, e non si può fare.
Se ti dovessi paragonare a un giocatore di oggi, chi saresti? Tiago della Juve?
Calcisticamente ero un discreto giocatore, in Serie A sono arrivato un po’ tardi, all’epoca credo che mancasse un po’ di struttura e di peso, ma alla fine ho fatto la carriera che meritavo.
Hai fatto cose importanti nel Pescara di Galeone: è la filosofia a cui ti sei ispirato?
Indubbiamente Galeone era un personaggio, lo paragonerei un po’ a Mourinho, come novità. Molta della sua filosofia ce la siamo portati in qualche modo dietro. Tatticamente, però, siamo diversi.
Sul risultato della sfida tra Chelsea e Liverpool.
È frutto di una filosofia, di una mentalità diversa. Da noi è impensabile una partita 4-4 di questo livello, da noi le partite in genere sono molto bloccate. C’è da dire che ci sono molti più bravi attaccanti rispetto ai difensori, questo fa un po’ la differenza, c’è una generazioni di attaccanti veramente forte. Anche il portiere è un ruolo un po’ in difficoltà.
Ti piacciono Hiddink e Benitez?
Penso siano due tra i migliori in assoluto. Per Benitez parlano i risultati, mi dispiace che il Liverpool sia uscito, per me era tra le favorite, lui è un allenatore straordinario, contro il quale è difficile giocarci di solito, infatti ha stupito questo risultato. Hiddink è stato un allenatore che ho sempre seguito, fa parte di quella scuola olandese che per me è sempre stato un punto di riferimento importante.
Questo Chelsea può mettere in difficoltà il Barcellona?
È un Chelsea rivitalizzato da Hiddink, è molto più squadra, molto più forte rispetto a qualche settimana fa, ma ho paura che l’effetto del Camp Nou possa essere devastante.
Chi è la favorita numero 1 per la Champions?
Il Barcellona è straordinario, però quando si arriva alla partita secca l’entusiasmo di una squadra giovane come l’Arsenal, se arriva in finale, diventa molto pericoloso.
Un pronostico sulle semifinali di Champions: Manchester o Arsenal?
Manchester, ma tifo Arsenal.
Qual è la partita più bella a cui hai partecipato?
Io dei ricordi legati alla Serie B, ricordo una partita contro il Genoa, a Pescara: vivemmo una favola quell’anno. Da allenatore Genoa-Juventus: è stata una partita veramente bella, vinta in quel modo, contro una squadra fortissima, perché abbiamo trovato una squadra che ci credeva, molto motivata, che aveva voglia di riscattare il pareggio con il Chievo, che era ancora in corsa con l’Inter e la prestazione è stata resa ancora più importante da questo fatto.
Un giocatore come Messi potrebbe giocare in un ingranaggio perfetto come quello del Genoa?
Un giocatore così straordinario… però è un dubbio che ogni tanto mi viene rivolto e che tutto sommato riguarda anche me. In una squadra di alto livello, è più difficile chiedere di partecipare alla fase difensiva. Però, mi viene mente una Juventus che seguivo molto da vicino in cui c’erano Vialli, Ravanelli e Del Piero e tutto sommato credo che il giocatore moderno oggi sia molto più atleta, partecipa di più alle due fasi e questo rende la squadra più forte. Poi è chiaro che di fronte a certi fuoriclasse qualcosa si concede.
Thiago Motta...
È stato una scommessa, un colpo di fortuna, tante cose, come sempre. A mercato chiuso è stato proposto da un procuratore, era un giocatore libero sul mercato e sono stati bravissimi il Presidente Preziosi, che l’ha voluto incontrare, e lo staff medico, che ha detto che alcuni giocatori avevano delle ginocchia messe peggio delle sue. Noi abbiamo dovuto fargli sentire solo un po’ di fiducia, perché lui sembrava un giocatore un po’ traumatizzato, aveva timore a fare qualunque cosa, qualunque proposta. Quando siamo riusciti a buttarli in campo ci ha pensato lui.
Che rapporto hai con i giocatori?
Io sono uno che fuori dal campo li segue molto poco, mi fido di loro, anche perché a Genova se succede qualcosa te lo dicono subito (ride, ndr). Però, curo l’aspetto del campo, voglio che loro arrivino in un ambiente dove vengono volentieri, dove lavorano ma si divertano anche, con piacere, che trovino un ambiente il più sereno possibile. Penso di curare molto anche l’aspetto tecnico, del gioco, i risultati ci hanno aiutato.
Thiago Motta e Milito potrebbero partire l’anno prossimo?
Questa è una cosa su cui continuano a martellarci. Ma io non ne sono convinto, è normale che sono due giocatori di altissimo livello, quindi da grandissima squadra, fanno gola. Comunque sono situazioni che in questo momento a noi non pesano e non affrontiamo, ma capisco che c’è chi ha necessità di guardare al futuro, ma non è il caso nostro.
Che effetto ti fa oggi sentire parlare di quella cosa (la Champions, ndr)?
Siamo ancora in una fase in cui stiamo ancora molto attenti, per non avere un’eccessiva delusione qualora non ci arrivassimo. Per noi sarebbe già importante arrivare all’Europa, però è innegabile che a questo punto della stagione, per quanto era impensabile, ci teniamo molto. Mancano sette partite, non sono poche.
Preziosi ha detto che è una lotta tra voi, Fiorentina e Roma: la vedi così anche tu?
La Roma ha un organico che potrebbe fare un filotto di vittorie fila, com’è già successo, e può rientrare, per quanto 8 punti siano abbastanza significativi. Poi c’è questa Fiorentina che speravamo perdesse qualche colpo, invece continua ad andare bene.
Quello che colpisce è la mentalità offensiva della tua squadra: è questa che sta facendo la differenza?
Credo che in questo momento sia entrata nei giocatori questa convinzione e quando nasce da dentro è molto più forte, vale di più, non ho neanche più bisogno di trasmettere qualcosa.
Sui metodi di allenamento.
Noi abbiamo un preparatore che è stato campione di judo e ci confrontiamo molto con altri sport. Poi ci si ricama molto sopra…
Sei scaramantico?
Non molto.
Si dice che teniate i rubinetti aperti nel secondo tempo…
Qualche giocatore lo fa.
Non è uno spreco per 3 punti?
Ce lo possiamo permettere per 3 punti. È una cosa che non avevo notato, poi l’ho letta e nell’ultima partita l’ho notato.
“Gasperson”: ti chiamano così perché ti occupi un po ‘della gestione?
È vero che il Presidente Preziosi mi coinvolge nelle scelte di mercato e su questo abbiamo sempre lavorato di comune accordo, insieme, vedendo le opportunità che di volta in volta può offrire il mercato, adeguate a una società come il Genoa. L’abbiamo fatto già dalla Serie B, quando portavamo giocatori giovani, oppure svincolati, adesso è chiaro che miriamo a giocatori più importanti.
Potresti essere uno dei candidati a sederti sulla panchina della Juve: è il tuo sogno nel cassetto?
Quando ti fanno una domanda così, anche se ti chiedono di Milan, Inter o un’altra grande squadra, è normale... Però, il Genoa mi ha dato l’opportunità di crescere, di arrivare in alto con la società, che in questo momento a livello di entusiasmo e di rapporto non è seconda a nessuno.