Milan-Arsenal: Ibra come Batman, Robin come van Persie
Champions LeagueDuello a distanza tra due supereroi che prima o poi dovranno gettare la maschera e dichiararsi pronti a conquistare la Champions. Tantissimi i punti in comune tra Bat-Zlatan e l'olandese, che nell'Arsenal è tutto fuorché una spalla. LE FOTO E IL VIDEO
(nel video d'apertura, l'arrivo dei tifosi dell'Arsenal a Milano)
FOTO: tutta la Champions League in un Album
Birra in mano e sciarpa rossa al collo: è cominciato lo sbarco a Milano dei circa 5mila tifosi inglesi dell'Arsenal attesi in città per la sfida di Champions contro il Milan. A centinaia i sostenitori dei Gunners si sono radunati nel centro di Milano e in particolare in piazza Duomo, dove passano il tempo che li separa dalla partita cantando cori e soprattutto bevendo notevoli quantità di birra. La temperatura è piuttosto fredda ma molti inglesi sfoggiano con disinvoltura magliette a maniche corte.
di Vanni Spinella
“Non ci serve Batman. Noi abbiamo Robin”.
Lo striscione, esposto dai tifosi dei “gunners”, è chiaro: all’Arsenal si accontentano di una “spalla”, ma che spalla.
Il loro Robin di cognome fa van Persie e nella stagione in corso si sta ritagliando un ruolo da protagonista principale: roba che potrebbe rubare la scena persino a Batman.
In testa alla classifica marcatori della Premier con 22 gol fatti (in 25 partite), leader della squadra di Wenger, un paio di palloni portati a casa a suon di triplette: se la stagione dell’Arsenal fosse un film, si garantirebbe l’Oscar in ogni categoria.
Regia compresa, perché se ci mettiamo a contare anche gli assist, si scopre che van Persie è tutto fuorché il finalizzatore vorace di gol che i suoi numeri porterebbero a tratteggiare.
Al Milan lo sanno bene, e i cartelli con la sua foto e la scritta “Io qui non posso entrare” sono già stati affissi ai limiti dell’area di rigore di San Siro, e distribuiti a Thiago Silva e compagni.
Il pericolo numero uno, in vista della sfida di Champions, è lui. E allora ai rossoneri non resta che eleggere il proprio supereroe.
Se van Persie è Robin (o se Robin è van Persie), Ibra è Batman. “Prima donna” come l’uomo-pipistrello, rapido a piombare in mezzo alla baruffa in difesa dei più deboli (tipo Nocerino), ricco quanto Bruce Wayne e consapevole di poter sempre contare su un anziano maggiordomo umile e fedele come van Bommel.
Dipendenza o non dipendenza, è lui il campione che il Milan porta sul ring.
Stessa categoria di van Persie, quella dei pennelloni coi piedi dolcissimi, simile curriculum calcistico, essendosi fatti le ossa entrambi in Olanda, dove storicamente sanno apprezzare i giocatori con i “numeri” nel loro repertorio.
Ecco: sia Ibra che Robin, nel tempo, hanno saputo trasformarsi da calciatori belli da vedere ma poco prolifici in spietati animali da classifica cannonieri. Detto che van Persie guida quella inglese, Ibra in Italia non è messo affatto male, anzi (già 15 gol in 19 partite, quest’anno).
Ma i punti di contatto non finiscono qui. Supereroi generosi, entrambi amano “staccarsi”, come si dice in gergo, andare a prendersi la palla 10 metri fuori dall’area e poi decidere se calciare col piede che “po esse’ fero” o servire il filtrante con quello che “po esse’ piuma”. I loro assist sono frutto di una visione periferica degna di Daredevil, il supereroe cieco che “fiuta” ogni pericolo, e di un paio di caviglie rotanti capaci di torsioni improvvise, con cui effettuano i loro tagli guardando da tutt’altra parte. Vedi assist di Ibra per Robinho in Milan-Palermo 3-0, copiato da RvP nel 7-1 al Blackburn, quando serve Chamberlain con le spalle praticamente alla porta.
Insomma, in coppia farebbero faville, Bat-Zlatan e Robin vP, ma il campo li metterà l’uno contro l’altro. Chi resterà in piedi sa che è appena l'inizio: la Champions è popolata di supereroi, a partire dai Fantastici 11 del Barcellona.
FOTO: tutta la Champions League in un Album
Birra in mano e sciarpa rossa al collo: è cominciato lo sbarco a Milano dei circa 5mila tifosi inglesi dell'Arsenal attesi in città per la sfida di Champions contro il Milan. A centinaia i sostenitori dei Gunners si sono radunati nel centro di Milano e in particolare in piazza Duomo, dove passano il tempo che li separa dalla partita cantando cori e soprattutto bevendo notevoli quantità di birra. La temperatura è piuttosto fredda ma molti inglesi sfoggiano con disinvoltura magliette a maniche corte.
di Vanni Spinella
“Non ci serve Batman. Noi abbiamo Robin”.
Lo striscione, esposto dai tifosi dei “gunners”, è chiaro: all’Arsenal si accontentano di una “spalla”, ma che spalla.
Il loro Robin di cognome fa van Persie e nella stagione in corso si sta ritagliando un ruolo da protagonista principale: roba che potrebbe rubare la scena persino a Batman.
In testa alla classifica marcatori della Premier con 22 gol fatti (in 25 partite), leader della squadra di Wenger, un paio di palloni portati a casa a suon di triplette: se la stagione dell’Arsenal fosse un film, si garantirebbe l’Oscar in ogni categoria.
Regia compresa, perché se ci mettiamo a contare anche gli assist, si scopre che van Persie è tutto fuorché il finalizzatore vorace di gol che i suoi numeri porterebbero a tratteggiare.
Al Milan lo sanno bene, e i cartelli con la sua foto e la scritta “Io qui non posso entrare” sono già stati affissi ai limiti dell’area di rigore di San Siro, e distribuiti a Thiago Silva e compagni.
Il pericolo numero uno, in vista della sfida di Champions, è lui. E allora ai rossoneri non resta che eleggere il proprio supereroe.
Se van Persie è Robin (o se Robin è van Persie), Ibra è Batman. “Prima donna” come l’uomo-pipistrello, rapido a piombare in mezzo alla baruffa in difesa dei più deboli (tipo Nocerino), ricco quanto Bruce Wayne e consapevole di poter sempre contare su un anziano maggiordomo umile e fedele come van Bommel.
Dipendenza o non dipendenza, è lui il campione che il Milan porta sul ring.
Stessa categoria di van Persie, quella dei pennelloni coi piedi dolcissimi, simile curriculum calcistico, essendosi fatti le ossa entrambi in Olanda, dove storicamente sanno apprezzare i giocatori con i “numeri” nel loro repertorio.
Ecco: sia Ibra che Robin, nel tempo, hanno saputo trasformarsi da calciatori belli da vedere ma poco prolifici in spietati animali da classifica cannonieri. Detto che van Persie guida quella inglese, Ibra in Italia non è messo affatto male, anzi (già 15 gol in 19 partite, quest’anno).
Ma i punti di contatto non finiscono qui. Supereroi generosi, entrambi amano “staccarsi”, come si dice in gergo, andare a prendersi la palla 10 metri fuori dall’area e poi decidere se calciare col piede che “po esse’ fero” o servire il filtrante con quello che “po esse’ piuma”. I loro assist sono frutto di una visione periferica degna di Daredevil, il supereroe cieco che “fiuta” ogni pericolo, e di un paio di caviglie rotanti capaci di torsioni improvvise, con cui effettuano i loro tagli guardando da tutt’altra parte. Vedi assist di Ibra per Robinho in Milan-Palermo 3-0, copiato da RvP nel 7-1 al Blackburn, quando serve Chamberlain con le spalle praticamente alla porta.
Insomma, in coppia farebbero faville, Bat-Zlatan e Robin vP, ma il campo li metterà l’uno contro l’altro. Chi resterà in piedi sa che è appena l'inizio: la Champions è popolata di supereroi, a partire dai Fantastici 11 del Barcellona.