Salah, una foto per caricarsi prima della finale di Champions vinta

Champions League

"Tutto accade per una ragione". Dopo la vittoria della Champions, Salah spiega la filosofia di vita che gli ha regalato una rivincita dopo l'amarezza di un anno fa. Fondamentale una foto vista poco prima di scendere in campo

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C'è una foto dietro alla rivincita del Liverpool e di Momo Salah in particolare, sconfitti un anno fa nella finale contro il Real Madrid (con l'egiziano fuori dopo mezz'ora a causa di un fallo di Sergio Ramos) e sul tetto d'Europa 369 giorni dopo. A svelarlo è lo stesso attaccante dei Reds, che al termine della finale vinta contro il Tottenham si è concesso ai giornalisti (cosa che abitualmente cerca di evitare) per raccontare come quell'immagine stampata nella sua mente gli abbia dato la forza per trionfare.

"Prima della gara ho guardato una foto della finale dell'anno scorso. Eravamo molto delusi dopo quella gara ma ora ne abbiamo giocata un'altra così e l'abbiamo vinta, la sesta Champions della storia del Liverpool. E' incredibile. Quella foto non l'ho guardata a lungo, solo una volta. Poi mi sono detto: 'OK, andiamo'."

Una motivazione feroce quella che l'ha trascinato fino alla vittoria, facendo la storia nonostante nella partita più incredibile del cammino Reds, la gara di ritorno con il Barcellona, fosse presente solo a bordocampo - causa infortunio - con la famosa maglia che riassume la sua filosofia di vita: "Never give up", di fronte a una rimonta in apparenza impossibile come dopo un bruciante ko in finale.

"Ho provato delusione e dispiacere nel guardare quell'immagine", continua Salah. "Ho ripensato al fatto che mi sono infortunato presto, che ho dovuto lasciare il campo dopo 30 minuti e che abbiamo perso. Sono tutte sensazioni che mi hanno dato la motivazione giusta per vincere questa finale. Mi sono preparato per questa gara. Ho realizzato il rigore che ha mandato l'Egitto al Mondiale dopo 28 anni, per cui quello in finale contro il Tottenham è stato anche più semplice da calciare. Se credo nel fato? Certo, nel modo più assoluto. Il nostro lavoro è più mentale che altro e devi credere in te stesso prima di scendere in campo. Tutto accade per una ragione".

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