Inter, la sconfitta di Leverkusen accende due spie per la squadra di Inzaghi

Un guasto tecnico all’aereo che doveva riportare la squadra a Milano ha allungato la trasferta dell’Inter in Germania, quasi prolungando quelle sensazioni di occasione mancata nella notte della BayArena. Un’ora e mezza di attesa sulla pista dell’aeroporto di Colonia che avrà favorito pensieri e riflessioni su una serata che poteva essere diversa. Perché la trasferta di Leverkusen ha dimostrato che l’Inter con due giornate di anticipo era quasi già arrivata a giocarsi la qualificazione diretta agli ottavi in una super Champions fino a quel momento perfetta con 4 vittorie e un pareggio. E invece il gol beffardo di Nordi Mukiele al 90’ ha interrotto una imbattibilità di Sommer che durava da 573 minuti e l’ultima volta in cui l’Inter, prima del martedì nero di Leverkusen, aveva incassato gol era stato nella trasferta della Champions dell’anno scorso a Madrid contro l’Atletico. Ma se quella doppia sfida con la squadra di Simeone aveva lasciato sicuramente dei rimpianti per quanto non concretizzato nella gara di andata al Meazza, la sfida secca contro gli uomini di Xabi Alonso ha fatto emergere una mancanza di coraggio, spregiudicatezza e ambizione. Una squadra anche troppo compassata nell’idea di gioco e di controllo della manovra che ha provato poco a fare la partita, facendo troppi calcoli e quasi non divertendosi, come spesso succede quando la squadra di Inzaghi prova a dominare la partita, seppur nel contesto di un confronto contro un avversario forte e altrettanto ben organizzato. Su questo calo di cattiveria e intensità Inzaghi tornerà subito a lavorare sul campo e sulla testa, perché il calendario è fittissimo e la trasferta a Roma con la Lazio non ammette deroghe vista la concorrenza e l’equilibrio che c’è nelle zone altissime della classifica. Le sconfitte stagionali sono così diventate due. Dalla prima, contro il Milan il 22 settembre, a quella in Champions contro il Bayer sono trascorsi più di due mesi con in mezzo tanta Inter e 13 partite . Insomma, la bilancia pende sempre a favore dei campioni d’Italia ma certe serate devono sempre accendere qualche spia per non arrivare in riserva. Quella ad esempio legata alle rotazioni, in cui chi subentra fa spesso sentire l’assenza dei titolari non sfruttando a pieno l’occasione. La partita di Taremi non è stata positiva. L’attaccante, che al Porto ha segnato quasi 100 gol, in questi primi mesi all’Inter ha mostrato poco il suo vero volto e non è ancora riuscito a incidere . Un’altra spia si accende per quel che riguarda gli scontri diretti con le grandi squadre: l’Inter non riesce ad avere la continuità di una stagione fa. Alle vittorie con Atalanta, Arsenal e Lipsia si sommano le sconfitte con Milan e Bayer Leverkusen, oltre ai pareggi con rimpianto contro Napoli e Juve. E gli infortuni come quelli di Pavard e Acerbi accorciano spesso la possibilità di far rifiatare qualcuno in un reparto come quello difensavo già vessato più volte nel corso della stagione. Insomma, serve una continuità maggiore per evitare nuovi passi falsi e complicare situazioni già definite, come sembrava quella in Champions League con una classifica che rimane molto positiva ma che ha bisogno di essere rimpolpata. Adesso, in un mese di gennaio saturo con tanti impegni, comprese le final four di Supercoppa e il recupero con la Fiorentina, serviranno quattro punti nella doppia sfida a distanza di una settimana con Sparta Praga e Monaco per evitare due partite supplementari a febbraio e poter gestire meglio le energie. Ma non solo. Vincere le ultime due partite del girone di Champions aiuterebbe a livello mentale a aumenterebbe l’ambizione della squadra in vista della fase finale della stagione.

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Andrea Paventi