Le due indicazioni che la Juventus ha dato a Spalletti dopo la vittoria di Bodø

Forse la Juve è dovuta andare oltre il Circolo Polare Artico per ritrovarsi. Nel gelo di Bodø sono arrivati segnali di vita, in un secondo tempo pazzo ma finalmente giocato con qualità e personalità: si è visto il primo gol assoluto in bianconero di Lois Openda, il ritorno al gol dopo 93 giorni di Jonathan David, la prima partita di livello di Kenan Yildiz nella gestione Spalletti. Spalletti che ha rischiato ed è stato ricompensato: in una gara potenzialmente decisiva ha stravolto la formazione, cercando una risposta alla preoccupante carenza di gioco e personalità della sua squadra. Torna a Torino con qualche indicazione in più. Soprattutto due sono le indicazioni significative. La prima: non si può fare a meno del talento di Yildiz. Il turco, entrando dalla panchina a inizio ripresa per un deludente Adzic , ha stravolto le dinamiche della partita come solo i grandi giocatori sanno fare. La seconda, più sorprendente, è la prestazione di Fabio Miretti che, si accettano scommesse, diventerà presto il faro della Juve a centrocampo, un po' per mancanze di alternative, un po' perché rappresenta forse l’unico giocatore ‘spallettiano’ del reparto. Veloce di testa ed educato di piede, il 2003 di Pinerolo aveva giocato solo 31 minuti prima di Bodø, colpa soprattutto di un infortunio muscolare accusato nel precampionato. Di spazio ne avrà sempre più perché è chiaro che Spalletti stia cercando lampi di qualità nella costruzione del gioco e nella fase di rifinitura: si spiega così l’arretramento di Koopmeiners in difesa, per ovviare ad una bassa qualità tecnica dei difensori in rosa e si spiega così anche l’innesto di Miretti. Il calcio di Spalletti passa inevitabilmente da una buona qualità tecnica degli interpreti, con Koopmeiners dietro, Miretti in mezzo, Cambiaso sull’esterno e Yildiz vicino alla porta avversaria, la Juve potrebbe iniziare a cambiare faccia e a rispondere alle sollecitazioni del suo allenatore. I lavori in corso continuano, non è il massimo in una stagione in cui il calendario non dà tregua e la Juve ha già ristretto il suo margine d’errore. Per ripartire in Champions League, la vittoria di Bodø è fondamentale. Ora tra due settimane, in casa contro i ciprioti del Pafos, i bianconeri hanno la chance di riprendere definitivamente quota. Il focus si sposta sul campionato dove il ritardo della Juve non è clamoroso ma la concorrenza per un posto tra le prime quattro incredibilmente agguerrita. A meno 7 dalla Roma prima, a meno 4 dalla coppia al quarto posto Inter-Bologna e scavalcata anche dal Como, la Juve deve trovare velocemente la formula giusta. Interessante sarà capire se le indicazioni norvegesi impatteranno sulle scelte, se Miretti avrà effettivamente le chiavi del centrocampo e se la fiducia ritrovata della coppia Openda-David potrà cambiare le gerarchie di un attacco che però sembra avere ancora in Vlahovic il giocatore chiave. Cagliari, Napoli, Bologna e Roma in campionato, Pafos in Champions League e Udinese in coppa Italia: su tutti i fronti si aspettano riposte chiare, per capire se davvero la Juve ha dovuto viaggiare ai confini del continente per trovare la sua strada.

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Federico Zancan