Liga, altro che Clásico: Valencia-Barcellona è sfida totale
LigaIn diretta dalle 20.45 (canale 204 su Fox Sports HD), lo scontro diretto al Mestalla oppone le due migliori realtà della Liga. Entrambe imbattute e separate da 4 punti al vertice, Valencia e Barcellona vantano numeri da urlo e segnano a grappoli con Zaza e Messi: la corsa al titolo di Pichichi anima l'incrocio chiave per le sorti del campionato
Ma quale Clásico, il Partidazo è di casa al Mestalla. Prezzi alle stelle e stadio stracolmo per Valencia-Barcellona, sfida totale nella 13^ giornata della Liga. Registrato il netto ritardo in classifica delle madrilene Real e Atletico, l’incrocio tra prime della classe separate da 4 lunghezze rappresenta l’eccellenza in stagione del calcio spagnolo. Entrambe imbattute in campionato, macchine da gol senza pietà nel nome dei due leader nella corsa al Pichichi: c’è il solito Leo Messi, 12 gol e recente Scarpa d’Oro per la quarta volta in carriera ad eguagliare il rivale CR7, opposto al sorprendente Simone Zaza. A segno ogni 95’ e per 6 partite di fila in rete superando una leggenda del club come Kempes, sono 9 i centri in campionato per l’attaccante azzurro fermato dalla lesione parziale del menisco in Nazionale ma indispensabile per Marcelino, artefice della rivelazione Valencia. Big match preceduto dal saggio turnover imposto dai rispettivi allenatori negli ultimi impegni, decisione che spiega molto sull’importanza di una gara decisiva per le sorti della Liga: se il Barça può annunciare la fuga staccando la prima inseguitrice, l’avversaria più italiana di Spagna vive la migliore partenza di sempre e un sogno nemmeno pronosticabile dopo due annate fallimentari.
Rinascita con Marcelino
Un biennio archiviato con un doppio 12° posto e 7 cambi in panchina, caos tecnico rivoluzionato dalla nomina in panchina di Marcelino accostato un anno fa di questi tempi all’Inter. Classe 1965, sergente di ferro apprezzato per ultimo al Villarreal, l’allenatore del Valencia è l’emblema del lavoro e dell’organizzazione tattica sconosciuta nel recente passato al Mestalla. Prendete il rigido regime alimentare imposto ai giocatori, primo passo verso la scalata nella Liga: i Pipistrelli si presentano senza macchie al big match con 32 gol all’attivo e 8 vittorie di fila, record nella storia del club. Un gruppo dove abbondano le conoscenze italiane: detto dello scatenato Zaza premiato come miglior giocatore di settembre della Liga, tra i pali convince Neto (6 clean sheet in campionato) così come gli ex interisti Murillo, Montoya e soprattutto Kondogbia, rigenerato in Spagna e già a segno 3 volte.
Nuovi scenari per il Valencia tra canterani di qualità e protagonisti d’eccezione: il 4-4-2 di Marcelino eretto sulla verticalità premia le geometrie del ritrovato Parejo e i 7 gol della punta Rodrigo fresco di rinnovo fino al 2022, pedine più smaliziate rispetto ai giovani Santi Mina (15 punti portati in dote come Messi) e all’esaltante Guedes da 3 reti e 5 assist. I 30 punti conquistati nelle 12 partite iniziali, altro storico primato, precedono di 5 lunghezze il Leicester dei miracoli ed eguagliano il Real di un anno fa, ma soprattutto accostano i bianconeri all’Atletico campione ovvero l’unica squadra che ha spezzato l’infinita egemonia sull’asse Real-Barça. Il calcio pragmatico ma efficace del Cholo ricorda proprio quello del Valencia, gruppo solido tra equilibrio e transizioni attraverso nomi raddrizzati dalle delusioni in Serie A. Il prossimo esame dirà se questa squadra può emulare l’avventura dei Colchoneros, intanto il Mestalla omaggerà il compianto Jaume Ortí ovvero il presidente del club tra il 2001 e il 2004 negli anni d’oro con Rafa Benítez in panchina.
Infinito Messi
Il riposo forzato imposto da Marcelino contro l’Espanyol ai vari Zaza (diffidato), Mina e Guedes procede su binari paralleli con la panchina riservata a Torino in Champions da Valverde a Messi, uno che non si fermava ai box per scelta tecnica dal 10 settembre 2016 in Liga contro l’Alavés. Boccata d’ossigeno per la Pulga, costretto agli straordinari in stagione: 16 gol in 19 presenze complessive, bilancio che legittima la quarta Scarpa d’Oro conquistata in carriera al termine di un’annata da urlo (37 reti in 34 gare di Liga). E dopo l’ennesimo trionfo personale ecco il rinnovo di contratto fino al 2021 con un ingaggio da 48 milioni di euro annui, record mondiale a precedere il connazionale Tevez allo Shanghai Shenhua (38 milioni) e l'ex compagno Neymar al PSG (30 milioni). Doppiato Cristiano Ronaldo, certo è che la clausola da 700 milioni alla voce Messi altro non è che un guanto di sfida alle spese folli di sceicchi e paperoni.
Non mancherà l’argentino al Mestalla a differenza dello squalificato Piqué e dell’infortunato Mascherano, assenze in difesa che vanno a comporre l’inedita coppia Umtiti-Vermaelen, quest’ultimo oggetto misterioso non solo alla Roma. Intoccabili piuttosto Iniesta e Suárez che, nell’ultimo turno sul campo del Leganés, hanno raggiunto rispettivamente quota 300 vittorie in Spagna e ritrovato il gol a distanza di oltre un mese. Barcellona che da capolista vanta il migliore attacco (33 centri) e la difesa meno punita (solo 4 reti al passivo) del torneo, numeri confezionati attraverso 11 successi in 12 uscite: solo l’Atletico Madrid a metà ottobre ha frenato sull’1-1 la marcia dei catalani. Funziona il rombo introdotto da Valverde a centrocampo, reparto dove si è inserito alla perfezione Paulinho (4 gol) strappato ad agosto dall’esilio in Cina: per fisicità e attacco alla profondità è una new entry inedita nella mediana azulgrana. Il brasiliano sarà tra i protagonisti nel confronto tra squadre con la migliore percentuale realizzativa della Liga, 28.6% il Valencia e 24.1% il Barça, dati che rinnovano il duello Zaza-Messi. Da allenatore Marcelino non ha mai battuto i catalani in 11 precedenti, tabù d’attualità come le ultime 10 sfide al Mestalla archiviate tra 5 pareggi e altrettanti trionfi ospiti. Chissà se stavolta la musica è destinata a cambiare, Leo permettendo.