Da ingegnere a Ct del Belgio: la storia di Domenico Tedesco

Con quel cognome, i suoi genitori non potevano far altro che trasferirsi in Germania. Ed è proprio ad Aichwald, dalle parti di Stoccarda, che Domenico Tedesco, dopo aver trascorso i primi due anni di vita a Bocchigliero in provincia di Cosenza, è diventato prima un modesto calciatore, poi un ambizioso ingegnere, passando anche per la Mercedes. Parallelamente, però, coltivava la sua vera passione: a 23 anni ad Aichwald gioca per la squadra locale e contemporaneamente allena i giovanissimi del club. Capisce in fretta che quella è la sua strada, scarpini appesi al chiodo e il sì allo Stoccarda, dove resterà per sette anni come allenatore delle giovanili. Lo stesso capiterà nel biennio 2015-17 all’Hoffenheim. La grande occasione si materializza a marzo di sette anni fa con l’Erzgebirge Aue che gli affida la prima squadra. Il club è a un passo dalla retrocessione, ma il suo arrivo in panchina cambia la storia di quella stagione. Una rimonta impensabile e salvezza centrata a fine campionato. Diventa così il quinto allenatore italiano nella storia della Bundesliga, a oggi il secondo per numero di panchine dopo Giovanni Trapattoni, 44 in più di Carlo Ancelotti, 50 in più di Nevio Scala e 57 rispetto a Roberto Di Matteo che, tre anni prima di Tedesco, aveva allenato lo Schalke 04. Ed è proprio il club di Gelsenkirchen a puntare sull’allora 31enne nato all’Ospedale Civile di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, come Rino Gattuso. La prima stagione è da incorniciare. Non lotta mai per il Meisterschale, ma arriva secondo alle spalle dell’irraggiungibile Bayern Monaco. L’ultimo a riuscirci alla guida dello Schalke 04 era stato Felix Magath, otto anni prima. Nella seconda stagione non riesce a ripetersi e viene esonerato a marzo, con la squadra comunque salva al quattordicesimo posto, stesso piazzamento mantenuto da Huub Stevens a fine campionato. Un altro secondo posto lo conquista in Russia, alla guida dello Spartak Mosca nel 2021, ma è sua la decisione di non rinnovare. Del resto, era troppo ghiotta l’occasione che gli si stava presentando. Lo cerca il Lipsia e Tedesco prende il posto dello statunitense Jesse Marsch, portando la squadra al quarto posto, ma soprattutto vincendo a maggio del 2022 il primo trofeo nella storia del club, nonché il suo primo titolo da allenatore: la coppa di Germania all’Olympiastadion di Berlino in finale contro il Friburgo. Come a Gelsenkirchen, anche a Lipsia non riesce a ripetersi nella seconda stagione e viene esonerato dopo appena cinque giornate. Una pausa di soli sei mesi, anche perché a Domenico Tedesco e al suo agente non manca lo spirito d’iniziativa o, se preferite, la faccia tosta. E’ da poco terminato il Mondiale in Qatar, a dicembre di due anni fa l’allenatore calabrese era nella sala d’attesa del dentista, quando, leggendo il suo smartphone, apprende la notizia della separazione tra Roberto Martinez e la federcalcio belga. Tedesco telefona al suo agente Francesco Romano dicendogli chiaramente che un’esperienza con una nazionale così talentuosa lo avrebbe stimolato e non poco. Poche settimane dopo i due volano a Bruxelles per firmare un contratto fino al 31 luglio del 2026. Nel girone di qualificazione agli ultimi Europei, il Belgio ha chiuso imbattuto vincendo sei partite su otto. In Germania una sola vittoria, il 2-0 alla Romania firmato Tielemans e De Bruyne, sufficiente per superare il turno e centrare gli ottavi. Di fronte, però, il 1° luglio a Dusseldorf c’era una delle squadre più forti del mondo, la Francia di Deschamps che, nonostante tutto, per piegare il Belgio di Tedesco ha dovuto aspettare l’autogol di Vertonghen all’85’. Stessa storia il 9 settembre a Lione nella seconda giornata di Nations League, stavolta 2-0 francese firmato da Kolo Muani e Ousmane Dembélé. Finora in 20 panchine da Ct della nazionale belga, Tedesco ha perso solo tre volte, le ultime due contro la Francia, la prima, ininfluente durante Euro24, contro la Slovacchia di Calzona, in una sfida tutta Italiana. Proprio come quella che lo attende allo Stadio Olimpico di Roma contro gli Azzurri di Spalletti. Per la prima volta affronterà l’Italia e che emozione sarà per un ragazzo calabrese diventato uomo in Germania? Tifoso Juventino e con Roberto Baggio e poi Alex Del Piero idoli d’infanzia. Un privilegio già vissuto da altri selezionatori come Reja, Panucci e De Biasi, tutti alla guida dell’Albania, Marco Rossi con l’Ungheria, Alberto Zaccheroni alla guida del Giappone e Giovanni Trapattoni da Ct dell’Irlanda. Stavolta toccherà all’Ingegner Domenico Tedesco.