Il Ct a Sky Sport in occasione dei 110 anni della Nazionale: "Sono contento di aver convocato tanti giovani, posso trasmettere loro le mie esperienze, anche negative. Una di queste è legata a Bearzot, a New York rimanemmo una notte fuori e lui si arrabbiò con me. Poi ci misi del tempo per chiedergli scusa e rimasi fuori dalla Nazionale per un po'. Da Ct voglio fare quello che non ho fatto da calciatore. Questo periodo è duro, siamo in astinenza da calcio"
Il 15 maggio del 1910 la Nazionale italiana giocava e vinceva la sua prima partita: un 6-2 contro la Francia a Milano per iniziare una lunga storia che ha portato a quattro titoli mondiali. L'Italia avrebbe dovuto festeggiare i suoi 110 anni in attesa degli Europei, che sono stati però rinviati a causa del coronavirus. Ci sarà ancora un anno per preparare la prima grande competizione con il Ct Roberto Mancini che, in quest'importante ricorrenza, ha parlato a Sky Sport raccontando la sua esperienza in Nazionale da calciatore e da allenatore: "Mi fa piacere aver portato in Nazionale molti ragazzi giovani, tanti di noi abbiamo fatto questo percorso perché c'è stato un allenatore che ci ha dato fiducia – le parole del Ct - Mi fa piacere trasmettere tutta la mia esperienza, anche negativa come quella con Bearzot. Fui chiamato da giovane con la Nazionale che due anni prima aveva vinto il Mondiale, era una tournée negli Stati Uniti nel 1984. Preso dall'euforia uscii insieme ad altri ragazzi e rimanemmo fuori tutta la notte ma Bearzot se la prese solo con me, probabilmente anche giustamente perché ero il più piccolo e si preoccupò. In quegli anni non capitava tutti i giorni di andare a New York e c'erano almeno 5 o 6 giocatori come Tardelli, Gentile e altri. Poi, anche per orgoglio, ci misi tempo per chiamarlo e chiedergli scusa e rimasi fuori dalla Nazionale per un po'."
"Da Ct voglio fare quello che non ho fatto in campo"
Da calciatore, con la Nazionale, Mancini ha probabilmente fatto meno di quel che avrebbe potuto fare e ora l'obiettivo è quello di riscattarsi da allenatore: "C'è differenza tra le due cose, ma quando non puoi più giocare fare il Ct è una cosa bellissima, soprattutto per l'Italia che è una Nazionale con grande tradizione. Insieme al Brasile e la Germania rappresentiamo l'emblema, è una cosa molto importante. Quando ho smesso di giocare, ho sempre pensato potesse accadere perché volevo rifarmi da allenatore in Nazionale per quello che non ho fatto da calciatore. Questo periodo è stato terribile, tra una partita e l'altra passa tanto tempo e fino a settembre sarà durissima. Stavamo preparando l'Europeo ma tutto il programma è saltato, stiamo preparando quello nuovo con tante partite ravvicinate. Stiamo attendendo anche di rivedere qualche partita perché siamo in astinenza". Sulla sua Italia preferita, Mancini aggiunge: "Sono legato molto alla Nazionale del 1982, poi chiaramente tutte le vittorie sono state straordinarie ma quella fu particolare. La Nazionale è sempre impegnativa, nel 1978 l'Italia giocava bene ma si rimane nella storia vincendo l'Europeo o il Mondiale".