Il club inglese aveva presentato ricorso per bloccare l'indagine Uefa in merito a presunte violazioni del Fair Play Finanziario. Il City rischia una multa, il blocco del mercato o addirittura l'esclusione dalla Champions League
Cattive notizie per Manchester City: è stato infatti dichiarato inamissibile il ricorso contro l’indagine della federcalcio europeo sul club inglese per le presunte violazioni relative al Fair Play Finanziario. L'Uefa aveva avviato l'indagine dopo la pubblicazione da parte del quotidiano tedesco 'Der Spiegel' di documenti secondo i quali il City avrebbe gonfiato il valore di un accordo di sponsorizzazione. Il club era stato già multato per 49 milioni di sterline nel 2014 per una precedente violazione delle norme. Le possibili punizioni includono una sospensione dalla Champions League, un blocco del mercato o una multa.
Il comunicato
“Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha emesso la sua decisione nell’ambito della procedura arbitrale tra Manchester City e UEFA in relazione all’appello presentato al TAS dal club inglese contro le decisioni emesse dalla Camera investigativa dell’UEFA Club Financial Control Body il 15 maggio 2019”, si legge nel comunicato. “L’appello era principalmente diretto contro la decisione presa dalla Camera investigativa della UEFA in merito alla presunta non conformità del Manchester City ai regolamenti UEFA sulle licenze per club e il Fair Play Finanziario. Nella sua decisione del 15 maggio 2019, la Camera investigativa aveva deciso di sottoporre la questione alla Camera arbitrale della camera giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario per Club (CFCB) e di raccomandare l’imposizione di una sanzione al club”.
“Il gruppo di esperti del TAS ha stabilito che il ricorso del Manchester City è inammissibile, considerando che ‘Un ricorso contro la decisione di una federazione, associazione o ente sportivo può essere presentato al TAS se il ricorrente ha esaurito i rimedi legali disponibili prima all’appello, in conformità con gli statuti o i regolamenti di tale organo’. Nella fattispecie, la decisione presa dalla Camera investigativa di rinviare un caso alla Camera arbitrale non è definitiva e non può quindi essere impugnata direttamente al TAS”, conclude il comunicato.