Leicester, Okoli: "La Premier è uno spettacolo. Sogno l’esordio in Nazionale"

Come prima cosa complimenti per quello che stai facendo con il Leicester. Nelle prime due partite sei partito dalla panchina ma poi sei subito diventato titolare. Cosa significa per te essere titolare in un club di Premier League? “Grazie mille per i complimenti. Essendo un nuovo giocatore, mi aspettavo di non avere subito la possibilità di giocare dall'inizio. Dopo due partite ho avuto subito la prima occasione di giocare in Premier League e per me è stata un'emozione grandissima. Come dico sempre ai miei genitori e ai miei amici, ogni volta che scendo in campo in Premier League mi sembra di entrare in uno spettacolo. La passione con cui vivono le partite qui è proprio è qualcosa di unico. È uno spettacolo giocare qui”. Arne Slot ha detto che per il momento Chiesa non riesce a giocare perché in Premier c'è un'altra intensità. Tu hai riscontrato questa differenza? “È vero, qui c’è una grandissima intensità. Questa è sicuramente la maggior differenza con il nostro campionato. Si corre di più e a ritmi più alti”. In Italia il Leicester è sinonimo di Claudio Ranieri, ma lì ha allenato anche Enzo Maresca e ci hanno giocato Roberto Mancini e Casadei, hai parlato con qualcuno di loro prima di accettare il trasferimento? “In realtà prima di venire a giocare qui ho parlato con Kulusevski, perché lo conoscevo dalla Primavera dell'Atalanta. Ho sentito anche Amad Diallo dello United e poi soprattutto Destiny Udogie, che è uno mio compagno anche in Nazionale e che ha già fatto un anno qui in Inghilterra. Anche lui mi ha parlato dell'intensità e dello spettacolo della Premier League in generale”. Guardando i tuoi social la cosa che emerge subito è il tuo sorriso contagioso. Ad alcuni calciatori questa cosa è quasi rimproverata, perché sembra un sinonimo di troppa leggerezza. Ci racconti tu come vivi il calcio e cosa è per te? “Gioco a calcio fin da quando sono piccolo e devo dire che per me è sempre stato anche un momento di leggerezza. Il calcio ha sempre aiutato me e la mia famiglia. Ho iniziato soprattutto perché i miei genitori erano sempre al lavoro e l’allenamento era un momento per loro dove lasciare me e mio fratello per farci passare del tempo. Ci ha aiutato a tenerci occupati e andando avanti con gli anni mi ha aiutato moltissimo anche nella vita personale, perché penso che far parte di un gruppo ti responsabilizza, ti fa crescere prima e ti fa maturare. Io ho sempre vissuto il calcio molto bene, con il sorriso, appunto. Anche nelle difficoltà ho cercato sempre di vedere il lato positivo della situazione”. A proposito di sorrisi, chi è il più simpatico dello spogliatoio del Leicester? “Non posso non dire Fatawu. È sicuramente la persona più allegra e più scherzosa dentro la nostra squadra”. E invece quello che si veste peggio? “Non posso dirlo, sono qua da pochi mesi”. Puoi dire te stesso allora… “No, io no di sicuro ”. Passiamo allora ai complimenti, chi è il più forte tecnicamente? “Secondo me abbiamo una grandissima squadra, con un livello tecnico davvero alto ma tra tutti dico Buonanotte. È un giocatore che ha grandissima qualità e brillantezza con la palla. Secondo me è davvero un giocatore molto forte”. Chi è quello con cui hai legato di più? “Da quando sono arrivato penso Wilfred Ndidi, che è nigeriano ed è seduto vicino a me in spogliatoio. È un giocatore esperto e mi dà anche molti consigli. Quando magari sembra possa perdere la testa, mi dà sempre quel consiglio giusto per farmi rimanere concentrato. Mi sta aiutando molto”. Chi è invece il compagno che ti ha sorpreso più di tutti in allenamento? “Mi piace molto il nostro portiere, Hermansen. È un ottimo portiere, ha grandissima qualità e secondo me può ancora migliorare moltissimo”. C’è invece qualche tuo compagno che capisce l’italiano? “Parlo un po’ di italiano con Victor Kristiansen, che ha giocato l'anno scorso a Bologna e quindi capisce qualche parola. Ogni tanto ci scambiamo qualche parola in italiano come ‘buongiorno, come stai?’ Conosce le basi”. Se invece dovessi indicare il compagno che mangia peggio? “Su questo devo dire un po' tutti . Hanno questo questo vizio di tagliare gli spaghetti… lo fanno un po' tutti”. Ora volevo provare a costruire insieme a te anche il ‘difensore perfetto’. Ti dico una qualità e tu mi dici qual è per te il difensore, attuale o del passato, che ti piace di più in quella caratteristica. Il migliore nella marcatura? “Dico Romero, soprattutto per la sua aggressività”. Anticipo? “Non è facile… Bremer? Sì, assolutamente, legge anche molto bene il gioco”. Scivolata? “Questo per me non è proprio un requisito da difensore, perché andare in scivolata è sempre pericoloso”. Giusto, allora il migliore nel colpo di testa? “Uno dei migliori è stato sicuramente Sergio Ramos, tra gli attuali invece dico Van Dijk”. Oggi ai difensori è richiesta anche qualità nell’impostare il gioco da dietro, chi è il migliore in questo fondamentale? “Qui voglio mettere qualche mio compagno con cui ho giocato o gioco. Dico Bastoni dell’Inter, che ha grandissime doti in impostazione, e poi Calafiori, che palla al piede è molto bravo”. Ultima caratteristica: leadership? “Qui torno di nuovo su Van Dijk, sembra proprio un comandante quando gioca per come dirige la linea”. Torniamo a parlare di te. A settembre sei stato convocato per la prima volta in Nazionale e successivamente hai già raccontato la grande emozione che hai provato, ma cosa ti manca secondo te per riuscire a rientrare stabilmente tra i convocati di Spalletti? “Il livello dei difensori in Nazionale secondo me è molto molto alto. Penso mi manchi avere più consapevolezza in me stesso. Proprio ora abbiamo ‘costruito’ il ‘difensore perfetto’, devo riuscire a prendere le migliori doti che hanno gli altri e a farle mie, perché aggiungendole alle mie riuscirei a migliorare e ad alzare il livello”. Leicester, Nazionale e… che obiettivi hai per questa stagione e per il futuro? “Sicuramente un primo obiettivo è fare l’esordio in Nazionale e poi entrare stabilmente tra i convocati. Con il Leicester voglio continuare il mio percorso di crescita, diventare un difensore sempre più affidabile e continuare a confrontarmi con i giocatori della Premier, che -come ho detto- penso siano i migliori al mondo”. Ogni volta che un italiano va all’estero gli si chiede ‘cosa ti manca di più dell’Italia?’. Ribaltiamola, cosa proprio non ti manca e cosa apprezzi del giocare in Inghilterra? “È una domanda difficile… Devo dire che qui hanno un approccio diverso alla partita, ci sono meno ritiri, ci si ritrova il giorno stesso e non la sera prima, questa sicuramente è una cosa che non mi manca dell’Italia e che apprezzo della Premier. La cosa mi piace di più però sono i campi, sono bellissimi. In questo c’è proprio una grande differenza con l’Italia”.