Inter, 5 azioni di Cancelo contro la Sampdoria che dimostrano la sua crescita

Serie A

Emanuele Atturo

Dopo i primi sei mesi di difficoltà, Joao Cancelo sta diventando sempre più centrale nell'Inter di Spalletti, e la partita contro la Sampdoria lo ha confermato

Il 5 a 0 con cui l’Inter ha battuto la Sampdoria ha avuto, per i nerazzurri, i contorni di una liberazione. Non tanto per la vittoria quanto per il modo in cui è arrivata: giocando un calcio brillante, contro un avversario di livello, dando costantemente l’impressione di poter segnare. Non era per niente scontato, per una squadra che - fra le prime 5 in classifica - è quella con meno gol segnati e meno Expected Goals prodotti. Un problema di aridità offensiva accentuato dall’assenza di Icardi nelle ultime settimane, che da solo vale un terzo degli xG nerazzurri.

L’Inter non segnava più di due gol nella stessa partita dal 3 dicembre, quando vinse 5 a 0 contro il Chievo. L’ultima partita in cui segnò Ivan Perisic prima di ieri. Già lo zero a zero contro il Napoli della scorsa settimana aveva lanciato segnali incoraggianti, ma quasi esclusivamente sulla fase difensiva. L’Inter era sembrata comunque una squadra senza un’idea precisa di come attaccare. È in questo contesto che a fine partita a Spalletti è stato chiesto se non è stata forse la migliore prestazione stagionale dell’Inter: «Oggi sono cresciuti tutti a livello individuale» ha commentato il tecnico, come a voler sottilmente confermare l’effetto delle proprie parole la scorsa settimana, quando aveva detto chiaro e tondo che l’Inter è una squadra con poca qualità a disposizione. «Non so quale sia il sistema per vincere ma conosco quello per perdere che è quello di fare sempre i complimenti a prescindere e di dire sempre bravi a tutti».

Nella sua intervista post-partita Spalletti si è soffermato sulla prestazione di Rafinha (indicandolo come un giocatore dalle “qualità differenti”) ma non ha menzionato quello che è stato uno dei migliori in campo dell’Inter, cioè Joao Cancelo.

Non sorprende, se pensiamo che una settimana prima - dopo che Cancelo aveva dichiarato di trovarsi meglio a destra, la sua posizione naturale - Spalletti aveva risposto che «Cancelo è uno che se gioca male a destra ti dice che doveva giocare dieci metri più avanti o dieci metri più dietro, se gioca male a sinistra ti dice che ha giocato male perché l’hai messo a sinistra. I giocatori fanno sempre così e lui lo fa un po’ più degli altri calciatori». 

Non era neanche la prima volta che Spalletti e Cancelo litigavano sulla posizione in campo: Il giornale portoghese O Jogo, un mese fa, aveva persino parlato di una lite in campo scoppiata proprio perché il tecnico aveva schierato Cancelo a sinistra nonostante lui volesse giocare a destra. Spalletti in carriera ha sempre dimostrato poca diplomazia e, se non si il livello tecnico, fisico e mentale non è all'altezza delle aspettative, per Spalletti non è un problema mettere in disparte il giocatore e punzecchiarlo davanti ai microfoni.

Cancelo è entrato nelle rotazioni dei titolari quasi per caso, per via dei problemi fisici di Nagatomo e D’Ambrosio, ma nelle ultime partite si sta dimostrando un elemento quasi imprescindibile dell’Inter. Un paio di mesi fa scrivevamo che la squadra di Spalletti doveva decidere se diventare una squadra che controlla il pallone o una squadra fisica e verticale: gli inserimenti di Cancelo e Rafinha nell’undici titolare (con l’arretramento di Brozovic alla base del triangolo di centrocampo) ha portato l’Inter verso la prima direzione.

Niente di meglio della partita di ieri per dimostrarlo: l’Inter ha tolto il possesso della palla a una delle squadre che la tiene di più, e con maggiore qualità, nel nostro campionato (alla fine le percentuali saranno 62% a 38% per i nerazzurri), ha tirato 15 volte verso la porta e ha completato 15 dribbling (sempre per quel discorso sulla qualità). La pulizia tecnica di Cancelo palla al piede è stata una delle chiavi della brillantezza offensiva della squadra di Spalletti.

Al 25’ Cancelo ha servito l’assist del gol dell’1 a 0 a Perisic. Un bel cross, morbido, di piatto destro, dalla trequarti offensiva destra, in una situazione statica. La palla non aveva grande peso e il croato era troppo avanti rispetto al pallone, e troppo lontano dalla porta. Quel tipo di cross, insomma, da cui è molto difficile cavare qualcosa di buono. Nell’occasione si può dire senza essere ingiusti che il merito del gol va più alla spettacolare torsione di Perisic che non al cross di Cancelo.

Qualche minuto prima però il cross portoghese aveva dimostrato di saper fare cross anche più complessi e meno scolastici di così. In quest’azione si defila sulla destra e prendo tempo osservando il movimento in area di Icardi, poi prova a servirlo con un cross di mezzo collo tesissimo, che può essere eseguito solo grazie a una tecnica di calcio superiore. Cancelo nell’Inter sta tirando anche le punizioni e i calci d’angolo, togliendole a gente come Candreva, Perisic, Brozovic o Rafinha. A metà del primo tempo ha messo una palla perfetta sulla testa di D’Ambrosio, e su un altro d’angolo successivo ha preso l’incrocio dei pali sfiorando un Olimpico clamoroso. La palla ha preso una traiettoria incredibile, andando verso il centro e rientrando poi all’improvviso sul secondo palo, con Viviano che quasi non prova neanche la parata.

Per apprezzare al meglio la qualità nel cross di Cancelo bisogna però fare attenzione ai movimenti della sua testa, che mappa di continuo i movimenti in area di rigore. Un'esecuzione tecnica statisticamente inefficiente come il cross ha bisogno di una cura tecnica di alto livello, e Cancelo ne sembra consapevole.

Joao Cancelo è ampiamente il terzino destro della Serie A che prova più volte il dribbling in partita. Attualmente ha una media di 4.8 dribbling per 90 minuti, il doppio di Lirola e Marusic, che hanno giocato molte partite in una linea a 5 di centrocampo. Sono numeri che descrivono l’attitudine estremamente offensiva di Cancelo, che non ha paura a prendersi rischi anche quando si trova in zone dove sarebbe più logica fare una giocata più conservativa. Ad esempio contro il Napoli ha provato un dribbling di tacco complicatissimo quasi da ultimo uomo.

Contro la Sampdoria ha provato 5 dribbling e gliene sono riusciti 2. Uno è questo tunnel su Praet mentre sembrava aver perso il pallone, un pallone molto rischioso. Se a un primo impatto giocate di questo tipo sembrano solo leziose, è vero che riescono a trasmettere alla propria squadra una sicurezza che aiuta a giocare meglio.

I terzini di grande qualità tecnica non sono molti nel calcio attuale, specialmente a destra (una questione strana, di cui avevamo scritto qui), e le squadre che ne hanno uno del genere possono approfittare di grandi vantaggi in fase offensivo. Di solito i sistemi di pressing avversari orientano l’uscita della palla sui terzini, dove poi scatta la riconquista aggressiva. Il passaggio dal centrale difensivo al terzino è un pressing trigger (cioè un innesco del pressing) classico. Anche per questo diventa così importante avere un terzino in grado di gestire palla anche sotto pressione, con calma e visione di gioco. Quando ieri la Sampdoria saliva sul proprio lato sinistro per rubare palla all’Inter, Cancelo è stato molto abile a far saltare la pressione con un passaggio in diagonale di qualità.

Raramente Cancelo si limita a un passaggio scolastico lungo-linea, uno dei più mortali per la perdita del possesso, ed eccelle invece nel gioco di passaggi in diagonale, ottimo per risalire il campo disordinando le linee avversarie anche in ampiezza.

Quasi tutte le squadre avversarie cercano di limitare il gioco verticale di Skriniar, ma ora l’Inter ha una nuova fonte di gioco. Ieri Cancelo ha toccato 88 palloni, solo uno meno di Brozovic, il giocatore che ne ha toccati più dell’Inter. La sua influenza sul gioco sembra in costante crescita e aiuta non solo ad aumentare la qualità del palleggio, ma anche a liberare Candreva da zone troppo basse e da compiti che rischiano di mandarlo in tilt. Con Cancelo in campo l’Inter ha un lato di costruzione forte a destra, e ora deve provare a coinvolgere sempre di più Perisic dall’altro lato in fase di definizione.

Cancelo è arrivato in Italia senza un grande passaporto difensivo. Al Valencia più volte è stato provato da ala per provare a esaltare i propri pregi (in attacco) e nascondere i difetti (in difesa). Anche all’Inter Spalletti lo ha fatto giocare qualche volta da esterno alto, ricevendo in cambio però prestazioni mediocri. Come tutti i giocatori nati esterni bassi, Cancelo vuole giocare guardando il campo davanti.

Con il campo da mangiarsi in avanti Cancelo diventa anche un difensore migliore. Ha un ottimo istinto nelle letture delle linee di passaggio e nelle sue migliori stagioni al Valencia ha messo insieme medie da quasi 3 intercetti per 90 minuti. L’Inter non è una squadra con un sistema di pressing strutturato, e questo tipo di qualità di Cancelo è per lo più sopito, riemergendo in qualche occasione come questa de video. In cui taglia bene il tentativo di ripartenza avversario e poi, con grande visione, serve Perisic fra i corridoi difensivi avversari.

In Italia però è impossibile giocare con continuità da esterno basso senza la giusta attitudine difensiva. Nella partita contro il Napoli l'applicazione difensiva di Cancelo su Insigne nel primo tempo è stata ottima, anche se Spalletti continua a fidarsi poco e nel secondo tempo lo ha spostato a sinistra, dove poteva venire sollecitato meno. Dopo la partita con il Napoli Adani ha suggerito a Spalletti uno schieramento difensivo più ibrido per assecondare le diverse caratteristiche dei terzini dell’Inter: D’Ambrosio più stretto alla difesa e Cancelo più largo come soluzione in fase d’uscita palla e di spinta, più protetto dai tre difensori.

Ciò non toglie che Cancelo sembra avere buoni margini di miglioramento in fase difensiva. In quest’azione va in rovesciata con grande reattività per impedire che il pallone arrivi a Quagliarella, il cui taglio era stato assorbito in ritardo dalla difesa. Un intervento istintivo, che non dice moltissimo sulle attuali qualità difensive di Cancelo, su cui di certo Spalletti dovrà ancora lavorare.

Joao Cancelo sembrava addirittura poter andare via a gennaio e la cifra che serve per riscattarlo, 35 milioni, sembrava pura follia fino a poche settimane fa. Ora Cancelo sembra una delle risorse più preziose dell’Inter di Spalletti, non solo nel presente ma anche in prospettiva futura. A 24 anni non tanti terzini destri sembrano avere le potenzialità del portoghese, che in estate potrebbe giocarsi il Mondiale da titolare. Per una squadra che sta provando ad avviare un ciclo virtuoso come l’Inter sarebbe fondamentale ripartire da uno dei suoi giovani di maggior valore.