Il portiere bianconero, alla vigilia della sua ultima partita con la Juventus, ha pubblicato una lettera di addio e di ringraziamento: "La Juve è una famiglia, non smetterò mai di amarla e chiamarla casa. Domani saluterò i miei compagni, che sono amici e fratelli"
Una commovente lettera per salutare, ringraziare e ribadire il suo senso di appartenenza. Gianluigi Buffon ha voluto scrivere nero su bianco i suoi pensieri della vigilia di quella che sarà la sua ultima partita con quei colori, il bianco e il nero. Il portiere della Juve ha contato i giorni, li ha pesati, ha provato a descrivere l'emozione. Un messaggio diffuso attraverso i social, per dire grazie, a modo suo. Ecco il testo integrale:
6111
Seimilacentoundici giorni.
Seimilacentoundici attimi di pura passione.
Di gioia, di pianti, di sconfitte e di vittorie.
Grazie.
Grazie ad ognuno di voi.
Perché ognuno di voi ha contribuito a rendere speciale ogni istante della mia vita in bianconero. Una vita che è diventata una seconda pelle.
Una pelle che ho indossato, amato e rispettato. E che ho custodito e protetto con tutto me stesso.
Con tutti i miei limiti, ma anche con tutta la passione che mi ha sempre accompagnato.
Con domani si conclude un percorso.
Termina un libro che abbiamo scritto insieme.
L’emozione è tanta.
Troppa.
Comincerà inevitabilmente un percorso nuovo.
Un libro nuovo.
Deve cominciare.
Per la Juventus che rimarrà oltre qualunque calciatore, sempre!
E che continuerà a scrivere altre pagine importanti del suo libro che io penso e immagino infinito. Perché il suo è un dna unico ed ineguagliabile. Irripetibile e magnifico.
La Juve è una famiglia. La mia famiglia.
E io non smetterò mai di amarla, ringraziarla e chiamarla “casa”.
Perché mi ha dato tanto. Tutto.
Sicuramente molto più di quanto io non abbia fatto nei suoi confronti.
Comincerà inevitabilmente un percorso nuovo.
Un libro nuovo.
Deve cominciare.
Per me che imparerò a guardare il futuro con occhi diversi.
Che inizierò a raccogliere le nuove sfide che la vita mi proporrà con la curiosità di chi non vuole smettere di sentirsi “in gioco”.
E che sentirò il sano timore di chi di sfide ne ha vissute tante, a volte vinte, molte altre perse, ma che è consapevole che ognuna di esse è diversa dalla precedente.
E pertanto più difficile.
Sono arrivato allo stadio in bicicletta. Ero tanto giovane.
E domani vorrei metaforicamente allontanarmi a piedi per poter assaporare ogni istante, sentire la fatica del distacco. E la gioia dei saluti.
Per emozionarmi.
E per capire che mai sarò lontano da quel posto che chiamerò “casa”.
Per sempre!
E per poter salutare i compagni e gli amici che mai smetterò di chiamare FRATELLI.
Fino alla fine! Per sempre vostro,
Gianluigi Buffon