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Juventus-Lazio, le chiavi tattiche dell'anticipo della seconda giornata di serie A

Serie A

Fabio Barcellona

Quella tra Juventus e Lazio è stata una delle sfide più equilibrate e interessante degli ultimi anni. I principali temi della partita delle 18

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Juventus e Lazio arrivano alla seconda partita di campionato reduci da due risultati opposti: la prima ha vinto all’ultimo respiro in trasferta, contro il Chievo, mentre la seconda ha perso in casa, contro il Napoli, dopo essere passata per prima in vantaggio con il gol di Ciro Immobile. Oltre ai risultati, anche le prestazioni delle due squadre hanno restituito impressioni diverse e per certi versi opposte.

La prima delle Juventus che vedremo quest’anno

La Juventus del Bentegodi è già una squadra diversa da quella della passata stagione: l’impatto tecnico tattico dei nuovi arrivati - Bonucci, Cancelo e Ronaldo - ha già influenzato gli equilibri tattici che Allegri ricerca mediante l’incastro delle caratteristiche individuali dei suoi calciatori. In fase di possesso palla, la contemporanea presenza in campo di Bonucci, Cancelo e Alex Sandro ha reso sicura l’uscita della palla dalla difesa dagli sporadici tentativi di pressing avanzato del Chievo, grazie alle capacità di distribuzione del centrale e alle conduzioni palla al piede dei due terzini.

Ma le qualità individuali di Cancelo e Alex Sandro hanno anche suggerito uno schieramento abbastanza inedito in fase di possesso consolidato, con i due terzini alti ad occupare l’ampiezza e la costruzione dell’azione affidata esclusivamente ai due centrali e a Miralem Pjanic. Più avanti, la posizione avanzata di Cancelo e Alex Sandro, invitava gli esterni d’attacco del 4-2-3-1 bianconero a stringere verso gli half-spaces, cercando ricezioni alle spalle del fitto centrocampo clivense. La disposizione più interna di Cuadrado e Douglas Costa era inoltre funzionale ai movimenti di Cristiano Ronaldo (più ampi e vari di quelli dell’ex centravanti bianconero Gonzalo Higuain).

Il portoghese alternava tagli verso l’esterno e tracce verticali, per la verità poco servite dai compagni. Nel primo caso, il maggiore affollamento interno era utile a provare a riempire l’area svuotata dal movimento verso la fascia di CR7; gli attacchi alla profondità, invece, tentavano di abbassare i centrali avversari liberando spazio proprio nella zona compresa tra la difesa e il centrocampo del Chievo. Il set di movimenti di Cristiano Ronaldo, influenzava anche l’atteggiamento di Dybala, che ha ridotto i suoi tipici movimenti verso il centro-destra e in appoggio al centrocampo, per occupare una zona più profonda in supporto o in sostituzione del proprio centravanti.

La posizione media di Douglas Costa coincide con quelle di Cristiano Ronaldo, a testimonianza dei rispettivi movimenti che provavano ad occupare in maniera uniforme il terreno di gioco.

Pur chiudendo in svantaggio parziale (2-1) la frazione di gioco precedente alle sostituzioni, lo schieramento iniziale dei bianconeri, al netto dei due errori difensivi che sono costati alla Juve i gol subiti, ha creato tantissimo in fase offensiva: dei 3.2 xG prodotti, 1.8 sono stati creati nel primo tempo. Al contempo, grazie a una buona interpretazione dei meccanismi di riaggressione e di marcatura preventiva, ha lasciato al Chievo pochissime occasioni di ripartire e rendersi pericoloso.

Contro il Chievo la produzione offensiva della Juventus è stata davvero notevole.

Dopo lo svantaggio, i cambi effettuati da Allegri hanno mostrato la profondità della rosa della Juventus e le enormi possibilità per il tecnico bianconero di variare lo spartito tattico della propria squadra utilizzando le tante pedine a disposizione. Bernardeschi, entrato al posto di Cuadrado, è partito da posizione più interna del colombiano, disegnando di fatto una sorta di 4-3-3 asimmetrico con Khedira spostato sul centrosinistra.

Il 4-3-3 asimmetrico della Juventus nel secondo tempo. Bernardeschi da mezzala destra è pronto ad allargarsi, con Dybala che taglia verso il centro.

L’ingresso di Mario Mandzukic, impiegato come centravanti, ha lasciato maggiormente libero Ronaldo di giocare partendo dalla fascia sinistra e ha consentito ai bianconeri di occupare stabilmente l’area di rigore avversaria.

Anche i pochissimi minuti giocati da Emre Can hanno fornito un contributo nuovo alla squadra e aperto finestre sulle possibilità tattiche della Juventus. Il tedesco, ha sostituito nella posizione e nel ruolo Khedira, mostrando, oltre alla riconosciuta capacità di equilibrare il centrocampo, ottime doti di inserimento profondo, che potranno certo essere utili a riempire l’area nei momenti in cui i movimenti di CR7 porteranno lontano dai sedici metri avversari il fuoriclasse portoghese.

Un’azione della “nuova” Juventus. Cancelo si libera di un avversario in dribbling nella propria metà campo facendo avanzare l’azione. Ronaldo è aperto a sinistra, sostituito in mezzo da Douglas Costa che combina con Dybala mandando al tiro l’argentino.

 

 

La nuova Lazio è la stessa Lazio dello scorso anno

Inzaghi è ripartito dal 3-5-1-1 della scorsa stagione. Nel match contro il Napoli le uniche novità sono state Acerbi, schierato al centro della difesa nel ruolo che fu di De Vrij, e Milan Badelj che ha sostituito davanti la difesa lo squalificato Lucas Leiva. Al di là delle due  facce nuove, la Lazio disegnata da Inzaghi contro il Napoli non è stata molto diversa da quella vista appena tre mesi fa.

I biancocelesti hanno giocato una partita di attesa in fase difensiva, puntando poi su un attacco diretto e verticale e rendendosi pericolosi in transizione offensiva, specie coi lanci lunghi verso Immobile, come in occasione del gol segnato dal centravanti.

La Lazio però ha evidenziato anche i vecchi problemi nel mantenere il vantaggio acquisito per l’incapacità di gestire i tempi della partita e per il calo dell’efficienza del proprio gioco al sopravanzare della fatica, che rende impossibile mantenere alti i ritmi della manovra. Progressivamente il palleggio del Napoli si è impadronito del match e ha spento la partita della Lazio.

Ancora una volta, la qualità difensiva della squadra di Inzaghi non è apparsa eccelsa e le fortune offensive fortemente dipendenti dalle prestazioni, negative contro il Napoli, di Luis Alberto e Milinkovic-Savic, che hanno ridotto la pericolosità della squadra. Nel secondo tempo, con la necessità di recuperare lo svantaggio, Inzaghi ha disegnato un 4-4-1-1 con Parolo e Luis Alberto interni, Correa sull’esterno sinistro e Milinkovic-Savic alle spalle di Immobile, ma nemmeno il cambio di modulo è riuscito a migliorare la prestazione della Lazio.

Il 4-4-1-1 utilizzato dalla Lazio per provare a recuperare dallo svantaggio. Fuori inquadratura il centravanti Immobile.

I precedenti della passata stagione

Lo scorso anno la Lazio si è rivelata un osso piuttosto duro per la Juventus proprio per le sue particolari caratteristiche tattiche. Ad agosto, in Supercoppa, i biancocelesti avevano battuto la squadra di Allegri schierata con il 4-2-3-1 grazie alle ripartenze e alle ricezioni negli half-spaces di Milinkovic-Savic e Luis Alberto, le due più pericolose armi del 3-5-1-1 di Inzaghi.

Memore della partita di agosto, Allegri nel match di andata in campionato giocato in ottobre, ha disposto i suoi uomini, per la prima volta in stagione, con il 4-3-3, con lo scopo di proteggere meglio con un mediano la zona davanti ai due centrali e di garantirsi maggiore copertura contro le transizioni offensive della Lazio. Ancora una volta però i biancocelesti hanno battuto la Juventus e, nuovamente, grazie alle ricezioni delle mezzepunte negli half-spaces, ai fianchi del mediano bianconero, e a ripartenze veloci mortifere.

Per questo, dopo due sconfitte consecutive, nella gara di ritorno giocata a marzo, la priorità di Allegri era stata quelle di sterilizzare le armi offensive della Lazio: sacrificando quasi del tutto le proprie velleità offensive, ha disegnato per la sua squadra un abbottonatissimo 3-5-1-1 dal baricentro basso. La presenza del mediano davanti alla difesa, unita alla possibilità per i centrali di uscire aggressivamente sugli avversari negli half-spaces, forti di una della doppia copertura data dalla difesa a 3, garantiva la difesa dalle ricezioni tra le linee di Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Inoltre la scelta di difendere a 3 ha assicurato una folta linea di protezione in transizione difensiva e, in fase puramente difensiva, di difendere l’ampiezza del 3-5-1-1 con l’arretramento dei due esterni sulla linea dei difensori.

Le scelte di Allegri hanno ampiamente pagato in termini di prevenzione dei pericoli per la porta di Buffon, praticamente inoperoso, pagando però il prezzo di una fase offensiva spuntata; solo una prodezza in pieno recupero di Paulo Dybala ha consentito ai bianconeri di portare a casa tre punti fondamentali per la lotta Scudetto, grazie anche alla sconfitta solo qualche ora più tardi, del Napoli contro la Roma.

Quali scelte faranno i due allenatori?

Le indicazioni tratte dai due tecnici dalla prima partita di campionato si intrecceranno con la memoria dei match della passata stagione per definire le scelte che i due tecnici, molto sensibili alle caratteristiche degli avversari, effettueranno per affrontare al meglio la sfida dell’Allianz Stadium.

Allegri, ancora più che nelle altre stagioni, ha la possibilità di cambiare interpreti all’interno dello stesso modulo, declinandolo in maniera diversa, o di cambiare radicalmente la disposizione in campo dei suoi giocatori. Nella conferenza stampa pre-partita non ha fornito indicazioni chiare sulle sue intenzioni per la partita contro la Lazio. Ha sottolineato che sarà importante evitare le ripartenze avversarie e gli errori difensivi visti contro il Chievo. Non ha neanche chiuso le porte alla difesa a 3, vista nella partita di ritorno della passata stagione.

La scelta più probabile sembra comunque essere quella di riconfermare il 4-2-3-1 della prima partita, sostituendo però uno dei due esterni, magari Cuadrado, con Matuidi o Bernardeschi, per avere uno schieramento più flessibile in grado di transitare fluidamente verso il 4-3-3 e difendere meglio contro il probabile rombo di centrocampo del 3-5-1-1 laziale.

Una possibile arma contro la transizione difensiva della Lazio potrebbe essere, più che una particolare disposizione in campo dei giocatori, la migliore capacità di palleggio e di resistenza al pressing del reparto arretrato bianconero: una costruzione di gioco più fluida e meno incline all’errore è in grado di limitare il numero di palle perse capaci di generare una ripartenza per gli avversari.

Per quanto riguarda la Lazio, Inzaghi recupererà gli squalificati Lulic e Lucas Leiva che saranno negli undici titolari. Il tecnico biancoceleste ha perso invece per infortunio Luis Felipe, che sarà sostituito con ogni probabilità da Wallace. Durante la settimana si era più volte parlato della contemporanea presenza in campo di Badelj e Lucas Leiva, ma sarebbe una soluzione del tutto inedita. Più verosimilmente la Lazio si schiererà con il suo consueto 3-5-1-1 con Lucas Leiva in davanti ai tre centrali, Parolo e Milinkovic-Savic ai suoi fianchi e Lulic sulla fascia sinistra.

Inzaghi proverà ad utilizzare al meglio le sue armi più conosciute, aspettando la Juventus, provando a congestionare gli spazi in fase difensiva e lasciando davanti a sé parecchio campo da sfruttare per la transizione offensiva.

Al di là delle scelte dei due allenatori Juventus-Lazio sarà comunque una partita particolarmente interessante. Per i bianconeri, dopo la partita con il Chievo, sarà il primo banco di prova contra una big che l’anno passato è stata tatticamente piuttosto scomoda per la squadra di Allegri. Per la Lazio sarà invece una nuova occasione di misurare il proprio valore e di muovere la classifica dopo la sconfitta all’esordio contro il Napoli.