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Inter-Napoli, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Emiliano Battazzi

Le squadra di Spalletti e Ancelotti sono aggressive ma molto diverse tra loro: entrambe dovranno cercare di vincere per dare continuità ai propri obiettivi

INTER-NAPOLI LIVE

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Nel big match di Santo Stefano si affrontano le due grandi deluse di Champions League: con percorsi molto diversi, sono riuscite a buttare una qualificazione agli ottavi che prima dell'inizio del torneo sembrava quasi impossibile, e che invece per diversi momenti è sembrata vicinissima. Da quel momento, Inter e Napoli stanno cercando di dare un senso al loro campionato, e questa partita sembra essere davvero uno spartiacque per i rispettivi percorsi stagionali: chi sbaglia rischia di ritrovarsi in una terra incognita, priva di obiettivi.

Le difficoltà dell’Inter

Inter e Napoli sono accomunate da un altro aspetto, prettamente tattico: sono le due squadre più aggressive della Serie A, con l’altezza media dei recuperi del pallone a 39,73 metri per l’inter e 40,09 metri per il Napoli, e un numero medio di recuperi nella metà campo avversaria pari a 16,4 e 17,5. Al di fuori di questo aspetto, però, Inter e Napoli sono in realtà molto diverse.

L’Inter, in particolare, sta vivendo un momento di quasi stagnazione: nelle ultime nove partite solo due vittorie in casa (contro Frosinone e Udinese), ma continuando a mostrare una solidità che è ormai caratteristica distintiva della squadra. L’Inter non esce mai davvero dalla partita, ma è altrettanto vero che fatica enormemente a mantenere la continuità nei 90 minuti: ne è dimostrazione anche l’ultimo deludente pareggio contro il Chievo.

Dopo quasi un’ora di dominio, sia del pallone che dell’andamento del gioco (con solo due tiri subiti), l’Inter non è più riuscita a controllare la partita, come spesso accade alle squadre di Spalletti. Per circa un quarto d’ora il Chievo addirittura ha ribaltato le percentuali di possesso, e ha iniziato a farsi pericoloso, sfruttando le lunghe distanze tra i reparti nerazzurri. Il passaggio al 3-5-1-1 non ha aiutato i nerazzurri a risistemarsi in campo, bensì addirittura ne ha favorito l’allungamento per la ricerca in verticale delle due punte. Il Chievo ha pareggiato nel recupero, ma dal 55’ in poi ha registrato ben 7 tiri verso la porta (solamente 2 nello specchio).

Minuto 57: l’Inter è in vantaggio ma incredibilmente spezzata in due. Fuori inquadratura ben 3 giocatori, gli altri in ripiegamento sembrano vagare anche un po’ casualmente: nascerà un’ottima occasione per Pellissier.

E se il problema dell’Inter fosse il modo in cui attacca? I nerazzurri sviluppano la fase offensiva lungo le catene laterali, in un modo prevedibile e quasi rigido, con l’obiettivo di arrivare spesso al cross. Nainggolan da trequartista ha funzionato poco, sia per i suoi problemi fisici che per le caratteristiche di Icardi, centravanti che riempie sempre l’area. L’Inter forse non mantiene le distanze corte perché non ha meccanismi offensivi sofisticati; i suoi giocatori non hanno caratteristiche associative e non si addensano in zona palla. Non ha neppure un lato forte su cui preferisce attaccare: l’obiettivo dell’Inter è dilatare le distanze dei difensori avversari passando prima dagli esterni.

Per aumentare la fluidità offensiva, Spalletti sta schierando spesso Joao Mario, uno dei pochi capaci di garantire ricezioni continue nei mezzi spazi. Dopo l’esclusione di Nainggolan per motivi disciplinari, l’altra mezzala sarà uno tra Vecino e Gagliardini, per garantire maggiore fisicità, con l’uruguaiano che consente anche migliori ricezioni sulla trequarti. L’Inter dispone di un grande facilitatore di gioco come Borja Valero, ma è una squadra costruita per andare sempre in verticale e per dominare il contesto fisico. L’utilizzo dello spagnolo è sempre parsimonioso, perché è una sorta di alterazione del sistema: lo può trasformare in positivo, ma anche far crollare. E nella partita contro la squadra più aggressiva della Serie A, forse è un lusso che Spalletti non può permettersi.

Le certezze del Napoli

La spinta gentile di Ancelotti, invece, ha cambiato il Napoli in modo significativo, senza rivoluzionarlo. Il Napoli continua a voler dominare il pallone, ma in modo sicuramente meno ossessivo, anzi scegliendo a volte di concedere il possesso all’avversario per un periodo di gioco. Si è trasformata in una squadra più equilibrata, che attacca sia a sinistra che a destra, ma anche più diretta, che cerca più spesso la verticalizzazione. Si tratta sempre di una squadra aggressiva e col baricentro alto, ma che si espone meno: recupera meno palloni sulla trequarti per mantenersi compatta a centrocampo e ridurre potenziali falle nel sistema di pressione. Il Napoli privilegia ancora l’attacco degli spazi di mezzo, e spesso utilizza 5 giocatori per occupare tutti i corridoi di gioco. Insigne rimane al centro del progetto offensivo ma in un modo diverso: da grande tessitore di tutte le manovre offensive a finalizzatore, in un attacco decisamente privo di punti di riferimento.

Nella partita contro il Cagliari è ancora più evidente come il Napoli sfrutti tutti e 5 i corridoi di gioco per la produzione offensiva, con Fabian Ruiz elemento imprescindibile per la ricezione nei mezzi spazi.

Le ultime due vittorie per 1-0 hanno confermato che il Napoli non si è lasciato troppo deludere dall’eliminazione in Champions: e allo stesso tempo ne ha in qualche modo confermato la normalizzazione ancelottiana. Il Napoli sembra diventato più regolare e forse prevedibile anche in fase offensiva: due calci piazzati sono bastati per vincere le ultime due partite, e bisognerà capire se è stato davvero solo un caso. Contro la fisicità della difesa interista, Milik potrebbe essere un’arma sicura: al tempo stesso, però, garantirebbe un punto di riferimento fisso agli avversari.

Il Napoli adesso è una squadra meno ossessiva e più in grado di fluttuare nel contesto della gara, invece di doverlo imporre per forza. Una squadra in grado di indossare più vestiti, una dote che potrebbe tornare molto utile nella sfida contro l’Inter. Ancelotti potrebbe di nuovo utilizzare la variante Maksimovic, inserito da terzino destro contro squadre dall’elevata intensità e fisicità, per trasformare così la squadra in possesso in una sorta di 3-2-5 che consolida l’inizio azione e occupa tutti i gli spazi offensivi.

La difesa a 4 dell’Inter ha una naturale difficoltà nel coprire i mezzi spazi, ed è lì che il Napoli potrebbe fare più male, soprattutto se riuscirà a servire Fabian Ruiz ai lati di Brozovic. Il riequilibrio dei percorsi offensivi di Ancelotti rende all’Inter più complicato prevedere un piano difensivo aggressivo: come contro il Barcellona, è possibile che gli uomini di Spalletti non riusciranno a difendere bene le ricezioni alle spalle delle linee di pressione, e dovranno quindi contare su una forte difesa posizionale, cercando di lasciare solo tiri poco pericolosi agli avversari.

Allo stesso tempo il Napoli potrebbe lasciar decantare la partita, concedendo tratti di possesso all’Inter, per puntare alla naturale incapacità nerazzurra di mantenersi compatti, e attaccare così in transizione, quando è più vulnerabile. Un rischio per Ancelotti, perché nel battere e levare, nel colpo a colpo, nessuno si trova più a suo agio dell’Inter: per scompaginare l’avversario, il Napoli rischierebbe di disordinarsi.

Nella scorsa stagione le due partite di campionato sono finite senza gol: due pareggi che hanno in qualche modo testimoniato la difficoltà del Napoli contro squadre intense e molto fisiche, e anche della difficoltà di attaccare difese molto compatte centralmente (come con la SPAL all'ultima di campionato, d'altra parte).

La squadra di Ancelotti dovrà essere attenta a non abbassare mai la tensione: l’Inter è la squadra che segna di più negli ultimi 15 minuti, e tende a non uscire mai dalla gara, anche quando appare distratta. Gli uomini di Spalletti sono chiamati a una nuova dimostrazione di forza: potranno concedersi poche altalene emotive, dovranno confermare i miglioramenti nella costruzione del basso, cercando anche di variare lo sviluppo del gioco sulla trequarti. L’Inter vorrà portare la partita sul terreno dei duelli individuali, puntando sulla maggiore fisicità: in quel modo potrebbe imporre un contesto tattico all’avversaria.

Una partita decisiva per la seconda metà di campionato delle due squadre: una sconfitta farebbe piombare l’Inter addirittura nel mischione per il quarto posto, oltre a creare una difficile situazione ambientale; una sconfitta del Napoli renderebbe virtualmente chiusa la speranza di una rincorsa al primo posto, rendendo la stagione degli azzurri uno strano esercizio di stile (se si esclude ovviamente l’Europa League, che è snobbata solo in Italia). Anche se entrambe hanno troppo bisogno di vincere, nessuna può permettersi una sconfitta: c’è spazio per confermare che non c’è due (i pareggi della scorsa stagione) senza tre.