Roma-Milan, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Federico Aquè

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Dopo il 7-1 subito dalla Fiorentina in Coppa Italia i giallorossi vivono un momento di chiara difficoltà, i rossoneri invece sono in fiducia dopo aver ben figurato con il Napoli. Un solo punto, però, separa le due squadre e basta poco per cambiare le prospettive

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LE PROBABILI FORMAZIONI

Il 7-1 subito dalla Fiorentina ai quarti di Coppa Italia, arrivato dopo aver sprecato un vantaggio di 3 gol contro l’Atalanta nell’ultima giornata di campionato, ha inevitabilmente reso pesante il clima attorno alla Roma di Eusebio Di Francesco, che veniva invece da un periodo in cui sembrava in crescita. Il Milan, al contrario, ha superato il doppio confronto contro il Napoli con un pareggio in campionato, che ha permesso alla squadra di Gennaro Gattuso di conservare il quarto posto in campionato, e una vittoria in Coppa Italia che ha messo subito in vetrina Krzysztof Piatek, autore della doppietta che ha mandato i rossoneri in semifinale. Roma e Milan in questo momento sembrano due mondi molto distanti, ma in classifica sono separate da un solo punto: basterebbe una partita per ribaltare le prospettive.

Una Roma diversa?

I rossoneri sono davanti a un vecchio dilemma: è meglio affrontare una squadra in un momento di chiara difficoltà o bisogna temere la sua voglia di rivalsa? La Roma sarà comunque diversa da quella vista a Firenze. A centrocampo mancheranno per squalifica entrambi gli interni più utilizzati nel 4-2-3-1, Nzonzi e Cristante. Le loro assenze dovrebbero riportare al centro della scena Daniele De Rossi, che è rientrato a Firenze dopo i problemi al ginocchio ma in campionato non gioca dalla partita contro il Napoli di fine ottobre.

Eusebio Di Francesco non ha molte alternative: la coperta a centrocampo è corta e ad affiancare il capitano resta solo Lorenzo Pellegrini, che dovrebbe schierarsi vicino a De Rossi lasciando il ruolo di trequartista a Zaniolo. Sulla trequarti, il tecnico giallorosso ha in teoria più margini di manovra, ma è probabile che il momento delicato gli suggerisca di andare sull’ipotesi più sicura, cioè l’avanzamento di Florenzi a esterno offensivo, con Karsdorp o Santon come terzino destro. Le alternative sarebbero infatti Kluivert, Schick e Pastore, tutti più o meno deludenti e poco portati a dare alla squadra l’equilibrio di cui ha bisogno in questo momento.

Nella partita di andata Di Francesco aveva stupito tutti, cambiando radicalmente la squadra: difesa a 3 con l’inserimento di Marcano e tridente offensivo che prevedeva Pastore dietro a Schick e Dzeko. L’esperimento era andato male e dopo l’intervallo il tecnico giallorosso era tornato al 4-2-3-1, riuscendo a trovare il momentaneo pareggio con un gol di Fazio. La combinazione nei minuti finali tra Higuaín e Cutrone aveva comunque regalato il 2-1 al Milan.

Un girone dopo sembrano esserci meno spazi per sorprese di formazione. Alla Roma servono certezze e soprattutto maggiore solidità in fase difensiva: dopo 21 giornate i giallorossi hanno subito più gol (29) di quelli concessi in tutto lo scorso campionato (28).

A Firenze sono emerse nel modo più chiaro possibile tutte le ambiguità della fase difensiva della Roma, che non pressa più alto come nella scorsa stagione ma non riesce nemmeno a coprirsi quando prova a difendere posizionalmente. Senza pressione e con la linea difensiva alta, i giocatori avanzati della Fiorentina hanno fatto più o meno ciò che hanno voluto.

Contro la Fiorentina le cose si sono messe male da subito: Pastore non controlla un passaggio di Cristante, Benassi lancia Mirallas e Chiesa conclude scattando nel buco lasciato da Kolarov sul fianco sinistro della difesa giallorossa.

La presenza di De Rossi potrebbe quindi avere la doppia funzione di rendere più sicuro il possesso, evitando così le numerose transizioni in campo aperto concesse alla Fiorentina, e di dare maggiore protezione alla difesa, essendo il capitano decisamente più abile a coprire gli spazi rispetto a Cristante e Nzonzi, più bravi invece a difendere in avanti. Anche l’avanzamento di Florenzi potrebbe aggiungere stabilità alla fascia destra, mettendo davanti al terzino un giocatore abituato a rientrare e a dare copertura.

Cosa aspettarsi dal Milan?

Il Milan è comunque una squadra molto diversa dalla Fiorentina: meno aggressiva, meno ricca di giocatori che diventano imprendibili se gli spazi si allungano. Contro il Napoli, oltre a mostrare un’ottima difesa posizionale che non ha concesso nemmeno un gol, i rossoneri hanno saputo approfittare della pressione disordinata della squadra di Carlo Ancelotti, riuscendo a manovrare da dietro e a verticalizzare presto negli spazi alle spalle della linea difensiva, alta per accompagnare il pressing dei reparti avanzati.

La Roma, con le sue difficoltà a ostacolare la manovra e gli spazi lasciati dietro la sua linea difensiva, potrebbe offrire le stesse opportunità concesse dal Napoli, permettendo al Milan di costruire in modo ordinato da dietro per poi cercare presto la profondità.

Dopo la grande prestazione in Coppa Italia contro il Napoli sembra difficile che Gennaro Gattuso rinunci a Piatek come principale riferimento da lanciare alle spalle dei difensori. Rispetto a Cutrone, l’attaccante polacco sembra essere più autosufficiente, sembra cioè riuscire a valorizzare di più palloni all’apparenza innocui e sa costruirsi il tiro in più modi, come dimostrato dalla giocata con cui ha segnato il 2-0 al Napoli, rientrando da sinistra dopo essersi allargato e calciando sul secondo palo avendo davanti sia Maksimovic che Koulibaly.

Quello del centravanti è forse uno dei pochi dubbi di Gattuso, oltre a quello sul terzino destro, che dovrebbe essere Calabria dopo il turno di riposo in Coppa Italia per far giocare Abate. A centrocampo non dovrebbe essere toccato il trio formato da Bakayoko, il cui grande momento di forma è uno dei segreti della solidità difensiva del Milan, Kessié e Paquetá, che sta progressivamente alzando il suo raggio d’azione e contro il Napoli in Coppa Italia ha servito il suo primo assist con la maglia rossonera.

E rispetto a quest’ultima partita dovrebbero poi rientrare i due principali creatori, Suso e Calhanoglu, che alzano ovviamente la qualità complessiva e migliorano le possibilità di risalire il campo con ordine.

In questo momento il Milan ha maggiori certezze e più fiducia nei suoi mezzi, ma nel calcio conta solo il presente e sono i risultati più di ogni cosa a orientare i giudizi. La Roma ha difficoltà evidenti, ma è a un solo punto di distanza e vincendo salirebbe al quarto posto. Alla fine della partita, insomma, si potrebbe parlare delle due squadre con toni molto diversi rispetto a quelli tenuti in questi giorni.