"I Signori della Serie A", Muriel: "Milan? A Firenze per realizzare i miei sogni"

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Stasera alle 23.15 su Sky Sport Serie A appuntamento con "I Signori della Serie A”: protagonista l'attaccante viola Muriel. Dalla Colombia a Firenze, passando per Udine, Lecce, Genova (sponda Samp) e Siviglia. "A 27 anni ho ancora voglia di far vedere chi sono. Milan? Avevo dato la mia parola alla Fiorentina"

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Stasera, alle ore 23.15, su Sky Sport Serie A (in replica sabato 9 marzo alle 14.30 e alle 17 su Sky Sport Serie A, alle 20.45 su Sky Sport Football e alle 23.30 su Sky Sport Uno), torna l’appuntamento con “I Signori della Serie A”,  il programma dedicato ai talenti del nostro campionato. Protagonista di questa nuova puntata è l’attaccante della Fiorentina Luis Muriel.

Dalla Colombia a Udine

"Alla Colombia devo tutto, penso al passato al presente e al futuro. Da lì ho preso tutte le forze che ho adesso, per me la Colombia rappresenta tutto. Nel futuro vorrei che le mie bambine conoscessero le loro origini, anche se adesso è difficile. Stanno crescendo con altra cultura. Quando penso alla Colombia trovo le forze per fare sempre meglio e far diventare la Colombia orgogliosa di me e di rappresentarla al meglio. Quando ho iniziato a giocare e segnare di lá, ogni domenica usciva sempre il mio nome da tutte le parti. Alla quarta, quinta partita uscivano voci che mi accostavano ad ogni squadra diversa. Lì inizi a sognare. Dalla quinta, sesta partita, da quando ho iniziato a segnare, tutto è cominciato a diventare una realtà. L’Udinese in Colombia si sentiva tantissimo, perché in quei due e tre anni ci sono andati tanti colombiani: Zapata, Abel Aguilar, Cuadrado, Armero. Prima di sapere della possibilità di andare a Udine, c’era stato un contatto con una squadra messicana che aveva offerto tanti soldi e per un attimo abbiamo pensato a questa opzione. Però, il Deportivo Calì aveva già preso un accordo con l’Udinese. Se l’Udinese fosse stata disposta entro un mese a comprarmi aveva la priorità e, allora, ho aspettato fino all’ultimo che si facessero avanti ed è arrivato il contratto".

Poi a Lecce 

"A 19 anni a Lecce ho vissuto un anno incredibile. Un anno molto bello insieme a Cuadrado, che è stato un amico, che mi ha aiutato e mi ha fatto conoscere l’Italia e il calcio italiano. In quell’anno mi ha aiutato a fare quello che ho fatto, perché ero molto giovane e pensavo a divertirmi. Fare quei gol con il Lecce è stato incredibile, tipo uno con la Roma in casa, credo sia stato il secondo. Oppure, quello che ho fatto a San Siro contro l’Inter. Era l’Inter del post triplete. C’erano ancora tutti quei campioni ed è stato bello giocare e segnare a San Siro".

Cuadrado e le esultanze “ballate”

"A Cuadrado piace molto ballare, era sempre pronto a ballare quando sentiva la musica. Io sono un po’ meno bravo, ma lo accompagnavo. A ogni allenamento preparavamo le esultanze. Mi ricordo che quell’anno c’era il figlio di Piatti che era venuto dall’Argentina e ascoltava un gruppo argentino di cumbia che faceva un passo. Lui veniva ad accompagnare suo padre all’allenamento e incominciava a ballare. Di conseguenza, abbiamo promesso che, se facevamo gol, avremmo fatto quel tipo di ballo e da lì abbiamo iniziato a ballare anche noi".

I gol alla Sampdoria

"Per me la Samp è stata decisiva nella svolta. E' stata la squadra nella quale ho fatto più gol, anche se non sono uno da 20 gol a stagione. Più per una cosa mia, non per le potenzialità. E continuo a ricevere tanti messaggi dai tifosi della Samp per le bella partite".

Quindi a Siviglia

"Quando ho finito la stagione alla Samp sapevo che poteva esserci un trasferimento. Non sapevo in che squadra, ma ero pronto a cambiare. Quando è arrivata la chiamata di Alessandro (Lucci, il suo agente, ndr) che mi diceva che con il Siviglia era già quasi tutto fatto, per me è stata una grande gioia. Perché era un club che vinceva in Europa League da diversi anni e mi poteva permettere di fare un salto di qualità. Per me è stato un momento molto bello e con la mia famiglia abbiamo esultato. È stata un’esperienza positiva. La mia famiglia si è trovata molto bene, ma poi negli ultimi sei mesi pensavo di giocare con più continuità e invece non è successo. Allora, ho pensato di cercare ancora una squadra dove poter dare tutto e di mostrare le mie qualità".

Infine a Firenze. Ma poteva essere la Milano rossonera

"Quando è venuta fuori per la prima volta la possibilità di venire alla Fiorentina, erano i primi giorni di dicembre. Ancora non sapevamo niente del Milan, avevo parlato con il direttore e avevo quasi promesso che sarei venuto a Firenze in caso di buon esito dell’affare e così è stato. Poi nell’ultimo periodo, prima di arrivare qui, è arrivata ancora la chiamata di Alessandro per avvisarmi del Milan e che c’era la possibilità di andare da loro. La decisione era mia e io non ho dubitato tanto, anche se per un momento, per la storia e per quello che rappresenta il Milan, con la mia famiglia un po’ il pensiero l’ho fatto. Però, avevo già parlato con il direttore e avevo già in mente di venire a Firenze e così è stato. A 27 anni ho ancora tanta voglia e voglio realizzare i miei sogni. Questa è stata una delle motivazioni per venire qui alla Fiorentina. Una squadra che mi possa permettere di mostrare il mio calcio e diventare grande. In questi primi 2 mesi sono stato accolto alla grande e questo mi ha permesso di dimostrare tanto e posso fare ancora di più".