L'eterna bandiera del Chievo compie 40 anni, ma si sente un ragazzino. "Anche se prima o poi dovrò cambiare lavoro", ammette l'attaccante che, nel giorno del suo compleanno, ripercorre in questo Speciale di Sky Sport24, la sua storia nella società di Campedelli
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500 presenze con il Chievo, per l’attaccante di Aosta che oggi spegne 40 candeline. Nello speciale di Sky Sport24 realizzato da Marina Presello, l’attaccante parte dalla prima volta che entrò nello spogliatoio del Chievo. “Anche se è passato così tanto tempo che quasi non lo ricordo”, scherza il giovane quarantenne che invece ricorda bene la prima volta in cui indossò la fascia di capitano: “Era l’anno della Serie B, in Coppa Italia. Eravamo in trasferta, arrivò una sconfitta e pure la contestazione. Ma la fascia di capitano è qualcosa di speciale e ti fa capire quanto puoi contare per la società”.
Una stagione nera per il Chievo. “Quest’anno è anche fin troppo dura per noi, è partito tutto male, nessuno ci ha dato una mano”. E il futuro?
“Quaranta anni sono tanti, passi gli ‘anta’ e capisci che tra un po’ dovrai cambiare lavoro e vita. Non so quando smetterò, dipende anche da come finirà quest’anno e anche da cosa vuole fare il presidente. L’entusiasmo è ancora quello di un ragazzino, non voglio pensare al mio futuro e vorrei chiudere l’annata dando ancora il mio contributo. Spero che i nostri tifosi possano passare le ultime giornate di campionato senza le sofferenze che abbiamo provato tutti in questo campionato“.
Il domani che spaventa, anche una delle ultime bandiere del calcio italiano. “Il calciatore non è eterno e so che prima o poi dovrò smettere. So anche che il Presidente, finchè io vorrò, mi darà l’opportunità di giocare, ma intanto voglio godermi queste ultime partite, o la Serie B. Voglio godermi ancora questo campo, che è stato la mia vita per oltre 20 anni”.