Il centrocampista francese ha parlato del problema razzismo e dei buu rivolti a Kean nella gara contro i rossoblù: "Volevo abbandonare il campo, ma non sarebbe stata la decisione più giusta. Sono credente e perdono tutti. Ma quando sei perdonato, significa che non devi ripetere di nuovo l'errore"
Oltre 40 presenze con la Juventus, ora la Francia. Per Blaise Matuidi è stata una stagione intensa, considerando anche il fatto che tutto è partito dal trionfo della scorsa estate in Russia con la sua Nazionale. Estate 2018-estate 2019, dodici messi di vittorie, sconfitte, trofei e battaglie. Anche di momenti difficili e non solo per motivi calcistici. Come a Cagliari, lo scorso 2 aprile. La Juventus vince 2-0 e si avvicina ulteriormente allo scudetto, ma nel post gara si parla solo dei buu razzisti rivolti a Moise Kean: "Se ho mai pensato di lasciare il campo? Sì, mi è passato per la testa quest'anno nella trasferta di Cagliari - ha raccontato lo stesso Matuidi in esclusiva a France Football - ma non volevo mettere in difficoltà i miei compagni di squadra, perché avevamo una partita da giocare. E, dopo qualche mese, posso dire di aver avuto ragione. Abbandonare il campo non è la soluzione migliore. È il mio punto di vista chiaramente, non tutti abbiamo lo stesso. Smettere di giocare significherebbe che hanno vinto loro. In questa lotta, invece, siamo noi le brave persone. Siamo noi a dover vincere".
"Perdoniamo sempre, ma..."
Il problema del razzismo affligge l'Italia ma non solo: "Non ho mai provato odio per nessuno - ha continuato Matuidi - nemmeno rabbia. Il razzismo non c'entra niente con gli stadi di calcio, non dovrebbe esserci. Invece purtroppo c'è e si vede spesso in tutto il mondo. E' disgustoso, il calcio non è questo. Quando assisti ad una partita, puoi provare emozioni positive se vinci, negative se perdi. Ma siamo tutti uguali. La mia è una famiglia di credenti, accettiamo sempre il perdono. Ma quando sei perdonato, significa che non devi farlo di nuovo. Noi perdoniamo una volta, forse due, ma se ricominci, vuol dire che non hai capito o che non hai accettato il mio perdono. L'amore è più forte dell'odio, naturalmente. Sono un credente e dico: Dio è amore. Dopo la vittoria del Mondiale la gente ha amato una Francia unita. Una Francia dalle diverse culture e che ha giocato per un solo colore. Anzi, per tre: il blu, il bianco e il rosso".