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Bentornata Serie A, ma sei pronta? Giorgio Porrà presenta la nuova stagione

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Giorgio Porrà

Giorgio Porrà presenta la nuova stagione di Serie A al via con gli anticipi Parma-Juventus alle 18.00 e Fiorentina-Napoli alle 20.45 in esclusiva su Sky Sport

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Si riparte. E sarà un decollo al buio per quasi tutti. Troppe incertezze legate a progetti ancora indefiniti, con attacchi da assemblare, esuberi da piazzare, organici da completare o sul punto di esplodere. Lo sappiamo, è il conto, salatissimo, esibito dal mercato sempre aperto, che illude chi sa comprare, ma fatica a vendere, che favorisce le strategie di chi, giocatori, agenti, s'ingegna a tenere in ostaggio i club, per piegarli alle loro volontà. C'è un evidente paradosso che agita l'alba del Campionato, "innovazione" è la parola d'ordine, rimbalza un po' ovunque, soprattutto nelle realtà di vertice, sta finalmente imponendosi uno sguardo nuovo, quasi rivoluzionario, rivolto alle pressanti ragioni dell'estetica, quelle che altrove prosperano, trionfano da tempo.

E' la tendenza auspicata da anni, un calcio più moderno, in linea con le più evolute avanguardie europee. Svolta certificata dalla qualità di certi test estivi, con i laboratori delle big a sfornare una varietà tattica mai vista. Ma ad un soffio dal via resta lavoro forzatamente solo abbozzato, gli allenatori-educatori, i Sarri, i Conte, i Giampaolo, i Fonseca, e non solo loro, quelli chiamati a dare una svolta, un taglio netto col passato, avrebbero certamente gradito più tempo, soprattutto definitive scelte di mercato.

Ma si riparte. Con interrogativi pesanti a sollecitare risposte. Quelli legati alla Juve riguardano soprattutto il brusco, epocale cambio di filosofia, la conversione al Sarrismo per provare a spalmare bellezza su ogni conquista. E la sensazione è che in quest'ottica uno come Dybala, al di là degli spifferi di mercato, del sempre reclamizzato scambio con Icardi, possa essere funzionale alla causa, magari proprio da falso nueve, sorta di Mertens in bianconero, a patto di sbarazzarsi di quelle ombrosità che finirono per frenarlo nella gestione Allegri, a patto di ridare smalto al feeling tecnico con Ronaldo.

Il Napoli ha già una identità forte, non necessita di alcun rodaggio, con Manolas si è blindato dietro, con Lozano ha fatto impennare il tasso di creatività, mosse che amplificano l'autostima di un club stanco di fare l'eterno secondo. Riflettendo sulle prime uscite resta ancora evidente la sproporzione tra gol fatti ed occasioni create, Milik non si tocca, ammonisce Ancelotti, ma un animale d'area, alla Icardi, appunto, darebbe un senso diverso, più potente, alle soluzioni offensive.

L'Inter è già squadra da combattimento, nessuna, tra quelle lassù, cresce più speditamente a immagine e somiglianza del suo creatore. L'ossessivo martellamento di Conte ha tracciato la direzione: costruzione dal basso, pressing alto, i cambi di gioco con gli esterni a tutta fascia. Sopravvive il rammarico per la rinuncia a Dzeko, che sarebbe stato l'ideale per sgombrare lo spazio a Lukaku, agli incursori. Il tanto atteso Sanchez potrebbe contribuire a risolvere il problema, ottimismo un po’ smorzato dall'ormai lungo appannamento del cileno.

Anche il Milan ha nella sua guida, in Giampaolo, la certezza più granitica, ed i progressi, sul piano della mentalità, sono già nitidi, l'atteggiamento è quello "giochista" sponsorizzato dalla coppia Boban-Maldini, anche se Piatek fatica a tornare il bomber seriale della scorsa stagione ed in mezzo al campo continua a difettare una figura di grande personalità. Di certo Leao, tra i nuovi, per la varietà del repertorio, è quello che solleva gli appetiti più robusti.

E poi c'è la Roma che potrebbe sorprendere con il suo centrocampo di livello, con Zaniolo al centro del villaggio, con Dzeko armato di nuove motivazioni. Fonseca non ha sbagliato l'approccio, in breve tempo ha ricreato un clima di fiducia, investendo molto nei rapporti con i giocatori, con l'ambiente. In fondo, uno dei segreti fondanti dei successi di Gasperini a Bergamo, con l'Atalanta pronta ad esportare in Champions il suo artigianato di lusso. E in un campionato che sta cambiando molto, sul piano del gioco, dei sistemi, l'intesa quasi telepatica dei ragazzi di Gasperini non smette di rappresentare prezioso valore aggiunto.

Insomma, si riparte, con l'arrivo di Ribery a produrre suggestioni quasi letterarie, con l'idea, al momento appena accennata, di scoprire una serie A più equilibrata, dopo otto anni di tirannico dominio juventino. E con l'ennesima scommessa legata a Balotelli ad insaporire il tutto, con l'intero movimento, a corto di bomber, ad invocarne redenzione e rilancio. Come garantisce Jorge Valdano, chi ama il calcio sta sempre dalla parte dei sogni.