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Serie A, le migliori giocate della 20^ giornata

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La giravolta di Castrovilli, la veronica di Castillejo, la progressione di Lazzari e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

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Nella ventesima giornata la Juventus ha allungato la distanza dall’Inter in classifica. La squadra di Conte ha pareggiato inaspettatamente al Via del Mare contro il Lecce, che in realtà aveva già fermato la Juventus di Sarri, confermandosi una squadra che sa affrontare partite di alto livello.

 

È stata una giornata di grandi prestazioni individuali: quelle di Rebic ed Hernandez nel Milan; quelle di Castrovilli e Chiesa nella Fiorentina; quelle di Diawara e Pau Lopez nella Roma; quelle di Ronaldo e De Ligt nella Juventus. Abbiamo provato a sintetizzarle attraverso alcune delle loro migliori giocate.

 

La progressione di Lazzari

 

Manuel Lazzari è uno dei motivi manco troppo segreti della grande stagione della Lazio. A destra Lazzari ha aumentato la qualità tecnica del gioco della squadra di Inzaghi, ma soprattutto gli ha dato una profondità atletica impressionante. Lazzari sembra troppo piccolo e leggero per gli altri giocatori in campo e li attraversa in dribbling come fosse una piuma. Le sue accelerazioni non sono potenti sgommate su auto sportive, somiglia più a un uomo che scia sull’acqua leggero.

 

La giravolta di Castrovilli

 

Il dominio tecnico di Gaetano Castrovilli sul Napoli è stata un’espressione di talento che raramente si vede a questi livelli. Il centrocampista della Fiorentina è sembrato ballare sulle macerie della squadra di Gattuso con una leggerezza che teoricamente non dovrebbe appartenere ad un giocatore di 22 anni che esordisce in uno degli stadi più imponenti d’Italia, riuscendo in tutti e 5 i dribbling che ha tentato. 

 

Castrovilli è uno dei giocatori a cui riescono più dribbling in Serie A (3.3 per 90 minuti, solo Boga, Ribery e Agudelo fanno meglio tra i giocatori che hanno collezionato almeno 300 minuti di gioco), e questo è già di per sé un dato straordinario se si pensa alla posizione di campo che occupa e al ruolo che ricopre. Ma è solo ammirando la grazia tecnica con cui riesce a tenere il pallone sotto pressione che si può dare la giusta consistenza a questi numeri, come ad esempio in questa situazione complicatissima ormai agli sgoccioli di una partita che il Napoli stava cercando disperatamente di recuperare. Su una palla sputata fuori dall’area da un duello aereo, Castrovilli anticipa prima Lozano con un sombrero verticale quasi di punta, poi però è costretto a difendere la palla con il corpo dal ritorno non solo dell’ala messicana ma anche di Diego Demme. Il centrocampista della Fiorentina è rivolto verso la linea del fallo laterale, con i giocatori del Napoli alle spalle, e sembra essersi cacciato in una situazione senza uscita, cioè proprio una di quelle in cui il suo talento sembra risplendere con maggiore forza. Complice anche la passività di Lozano, che decide di aspettarlo invece di intervenire, Castrovilli si appoggia su Demme mettendoselo alle spalle e gli gira intorno utilizzandolo come una porta di un albergo di lusso. Adesso sono i giocatori del Napoli ad essergli alle spalle e lui a correre in verticale verso la porta avversaria, come se fosse la cosa più semplice del mondo trasformare quella palla sporca in questo splendido balletto classico.

 

La veronica di Samu Castillejo

 

Nella stranissima annata del Milan il borsino dei giocatori sale e scende senza troppa logica. Nel momento in cui le quotazioni di Suso sono scese ai minimi storici - quando il momento non ne ha potuto più dei suoi rientri sul sinistro e delle sue scelte sbagliate - Castillejo è tornato d’attualità. Un po’ per caso, visto che sembrava persino poter essere ceduto a gennaio. Ora viene da un paio di buone prestazioni e il suo momento di forma è sintetizzato da questa giocata “neymaresca”, in cui usa la veronica in modo molto creativo. Non per anticipare e saltare un difensore, ma per confonderne due facendogliela passare da un lato. Una giocata piuttosto originale di un giocatore che dopo un anno e mezzo dal suo arrivo è diventato interessante.

 

La doppia parata di Skorupski

 

Skorupski è un portiere che ha diversi limiti ma che in quanto a reattività tra i pali ha pochi rivali in Serie A. E in una squadra dagli equilibri fragili come il Bologna, questo sta spesso facendo la differenza tra una sconfitta e un pareggio, o tra un pareggio e una vittoria. Ieri ad esempio, con il Verona che cercava di vincere una partita complicata e il Bologna sotto di un uomo, il portiere polacco si è ritrovato a dover compiere tre interventi difficili nell’arco di circa un minuto: prima un intervento di piede in controtempo, perché il tiro di Borini a botta sicura era stato deviato da Mbaye; poi un riflesso prodigioso con la mano di richiamo sul tiro volante di Di Carmine, che non sembrava poter avere altra conclusione se non il gol; e infine uno schiaffo al pallone da terra, per evitare una ribattuta facile al Verona. Psicologicamente per la squadra di Juric deve essere stata dura vedersi per due volte in così poco tempo negare la gioia di un gol che stava cercando con così tanta foga, e se alla fine la resistenza stoica del Bologna ha retto è stato soprattutto merito di Skorupski. 

 

L’azione collettiva della Roma

 

La prestazione della Roma a Genova è stata convincente per tanti motivi diversi e ha confermato come la squadra di Fonseca sia riuscito a creare un gioco collettivo che allo stesso tempo esalta e si regge sulle qualità dei singoli giocatori che lo compongono. Sulla reattività e la qualità tecnica nell’impostazione del basso di Pau Lopez, sull’arte difensiva di Smalling, sull’architettura di passaggi di Diawara, sulla sublime creatività di Pellegrini sulla trequarti e sul magistrale gioco spalle alla porta di Dzeko. Questa azione riassume quasi tutte queste qualità: c’è il tocco raffinatissimo di Pellegrini che trasforma una palla vagante in una transizione, l’intelligenza di Diawara che lancia Under e poi si sovrappone per entrare in area. C’è, più in generale, quella capacità di trovarsi senza bisogno di meccanismi e di sapere dove andare senza bisogno di pensarci troppo che contraddistingue le squadre ben allenate. Nella prossima settimana sapremo se questo basterà per il definitivo salto di qualità, con la Roma che affronterà nella stessa settimana prima la Juventus in Coppa Italia e poi la Lazio in campionato, o se le assenze peseranno troppo sulla qualità della squadra. Al di là di come andranno le cose, comunque, la squadra di Fonseca avrà i suoi principi a cui aggrapparsi.