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Inter, Candreva: "Conte l'allenatore più importante della mia carriera"

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Il centrocampista nerazzurro incorona l'allenatore: "Ti entra dentro, sin dai tempi della Nazionale per me è stato il riferimento più importante. E questa Inter è un grande gruppo. In campo ci capiamo, in spogliatoio ci ammazziamo dal ridere: ora tutto questo ci manca"

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Il fattore Conte, la svolta alla Lazio, l'entusiasmo della sua Inter stoppato dall'emergenza sanitaria. "Mi mancano l'allenamento, la domenica, i tifosi", ammette Antonio Candreva nell'ultima intervista rilasciata ai canali social nerazzurri. "Ma non ho alcun dubbio che ne usciremo più forti: domani ci sembrerà una novità anche una passeggiata al parco. E oggi questa quotidianità a casa, tra mia moglie e mio figlio, mi fa piacere. Noi calciatori facciamo il mestiere più bello del mondo e non ci lamentiamo". Prima dello stop, l'esterno di centrocampo aveva saputo rilanciarsi alla grande con l'arrivo di Conte: "Il mister è uno di poche parole", spiega Candreva, 26 presenze e 4 reti in stagione. "Ma sa subito come entrarti dentro: mi conosce, ha comunicato con i fatti. L'unica parola che conosce è il lavoro. Sin dai tempi della Nazionale per me rappresenta l'allenatore più importante della mia carriera. E tatticamente quest'anno mi trovo benissimo nel suo 3-5-2: il gol al Lecce alla prima giornata è stato una vera liberazione dopo un anno difficile".

"La Lazio tappa fondamentale. Futuro? Mi piacerebbe allenare"

A 33 anni, Candreva si guarda indietro e ripensa: "Per continuità e leadership devo tanto ai biancocelesti", 192 presenze e 45 gol tra 2012 e 2016. "La Lazio fu un percorso determinante per la mia crescita, la squadra che mi ha permesso di maturare e arrivare a un top club come l'Inter". Che oggi sogna di nuovo in grande: "C'è il rammarico per non aver passato il turno di Champions", Candreva torna sul gol dell'illusione segnato al Borussia Dortmund. "Ma questo è un grande gruppo, che sa lavorare bene e allo stesso tempo riempie di risate lo spogliatoio. Il compagno più divertente? Ce ne sono tanti, ma Brozovic è proprio un bel simpaticone". Si aspetta solo di ripartire. "Per ora mi sento bene", sorride il giocatore, "Ho ancora tanta voglia di giocare e mettermi in discussione. Finché avrò questo entusiasmo mi aspetto ancora tanto. E quando sarà il momento di smettere mi piacerebbe fare l'allenatore. Ma non saprei dire se sono portato: è un mestiere molto difficile, un po' papà e un po' psicologo".