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Boniek a #CasaSkySport: "Il calcio in Polonia riprende il 27 maggio"

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Ospite a Casa Sky Sport, l'attuale presidente della Federcalcio polacca annuncia: "In Polonia ripartiremo il 27 maggio, abbiamo un protocollo molto rigido, bisogna iniziare a convivere con il virus". Poi il retroscena sulla Roma: "Era tutto fatto già prima della Juve. Nell'85/86 meritavamo lo scudetto, ma Eriksson…"

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"Il calcio in Polonia è pronto a ripartire, abbiamo tutto pronto, il nostro protocollo è stato accettato dal Governo. Da lunedì le squadre possono tornare ad allenarsi in campo, abbiamo un protocollo preciso, difficile da applicare ma non impossibile". Parla così Zibi Boniek, attuale presidente della Federcalcio polacca, a Casa Sky Sport, il contenitore di Sky Sport durante il quale rivolgiamo le domande dei nostri abbonati ad alcuni protagonisti dello sport. "Se tutto va bene, il 27 e il 28 maggio iniziamo con due partite di Coppa di Polonia e poi il 29 ripartiremo con le partite di campionato, ovviamente a porte chiuse: mancano 10 gare, vorremmo finire la stagione entro il 19 luglio. Vedremo se riusciremo a farlo. Iniziare a giugno o luglio, agosto e settembre potrebbe avere le stesse problematiche", prosegue Boniek. "Dopo tutto questo tempo chiusi a casa il Governo ha capito che si deve riaprire, bisogna convivere il virus: il calcio non dà solo ricchezza ai calciatori, ma anche alle tantissime persone che lavorano intorno a questo mondo. Aspettare di ripartire quando non ci saranno più casi di contagi potrebbe voler dire riaprire tutto tra due anni", il pensiero del polacco.

Il retroscena sull'arrivo alla Roma e la promesso a Viola

Oggi presidente della Federcalcio polacca, Boniek in passato è stato un grandissimo attaccante che in Italia ha vestito prima la maglia della Juventus e poi quella della Roma. E proprio sul suo arrivo in Serie A, il polacco svela un retroscena: "Avevo già firmato per la Roma, ma all’epoca i giallorossi non riuscirono a mettersi d’accordo con il governo polacco. Vedevo che l’affare stava sfumando, nel frattempo si fece avanti la Juve. Così chiamai il presidente della Roma Viola e gli dissi che se avesse voluto sarei stato disponibile tra tre anni, come poi successe. In tre anni alla Juve ho vinto tutto, stavo benissimo, ma 5 mesi prima della scadenza del contratto chiamai il presidente della Roma e gli ricordai la nostra chiacchierata, così mi trasferì in giallorosso. Una scelta che ha segnato la mia vita, visto che sono rimasto a vivere in questa città con tutta la mia famiglia". Boniek racconta poi un altro aneddoto: "Il mio impatto a Roma è stato fantastico, venivo da tre anni alla Juve di ferrea disciplina, con Boniperti che ti sgridava se si superavano i limiti. Il primo giorno di ritiro con la Roma a Brunico il mister dice di fare un po' di corsa lenta e questa corsa diventava piano piano un camminata. Io invece ho continuato a correre e dopo un po' mi sono accorto che vicino a me non c'era nessuno. Mi giro e sento pruzzo che urla: "Polacco, ma sei venuto a fare carriera?", sorride Boniek.

"Roma 85/86 fortissima, ma Eriksson…"

"Nei primi tre anni alla Juve ho giocato in una delle squadri più forti del mondo, ma la squadra che ha giocato il calcio migliore della mia carriera era la Roma dell’85/86, una squadra fantastica, meritavamo di vincere lo scudetto ma purtroppo Eriksson perse troppo tempo a capirla e a metterla bene in campo”, ricorda Boniek.  Che torna sul suo rapporto non proprio idilliaco con Sven-Goran Eriksson: "All'epoca era molto giovane, soffriva un po' la personalità dei giocatori forti, ha avuto qualcosa da ridire con me, Conti… Ma si vedeva che era bravo e ha fatto una buona carriera. Ultimamente ha scritto anche dei libri dove ha raccontato cose che io non ricordo, che non sono mai successe. Ma forse era necessario per vendere più copie…". Juve e Roma le sue due squadre italiane: "Quando si affrontano spero che vinca la squadra migliore, se poi è la Roma mi fa più piacere ma non è vero che sono anti-juventino".

Boniek e ruolo di… libero

Attaccante decisamente polivalente Boniek: "Ero un giocatore che poteva ricoprire diversi ruoli. Giocavo da seconda punta, ai mondiali dell’82 ho fatto la prima punta. Nasco da centrocampista, ma nella Roma ho fatto anche il libero per 8-9 partite. Abbiamo battuto anche la Juventus per 3-0 e mi sentivo molto bene in quella posizione. Per chi sa giocare a calcio, quella di centrale difensivo è una posizione fantastica. Oggi se vedi un centrocampista che gioca a destra, non lo trovi durante la partita a sinistra, prima il calcio era diverso. Ai miei tempi c’era la marcatura a uomo e più portavi il tuo marcatore da un’altra parte e più favorivi la tua squadra". Boniek risponde poi così al paragone con Lewandowski: "Robert è il miglior giocatore della Polonia, o comunque tra i migliori, sicuramente è il miglior attaccante. Poi è un bravo ragazzo, molto umile e generoso. Diciamo che lui è il migliore di sempre, però la mia bacheca è abbastanza buona. Perché se sei forte e giochi nelle squadre forti devi vincere", conclude Boniek.