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Joao Pedro a Casa Sky Sport: "Torniamo in campo. Io in grande club? Non ho perso speranze"

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L'attaccante del Cagliari a Casa Sky Sport: "È un peccato sia stata sospesa la stagione, per me stava andando bene e spero riparta. Mi ero messo in testa di fare un grande campionato, era un anno particolare per il Cagliari. Non ho perso la speranza di andare in un grande club, le difficoltà mi hanno dato ancora più forza. Ho giocato in tanti ruoli, questo mi ha completato. Crisi Cagliari? Non siamo stati bravi a gestire le difficoltà"

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Ben 16 gol in 25 partite, al momento della sospensione Joao Pedro era uno degli attaccanti più in forma della Serie A. Il brasiliano, con il cambio di posizione, in questa stagione ha dato il meglio di sé e spera di riprendere presto per puntare ai 20 gol: "È un peccato, la stagione stava andando bene per me individualmente – le sue parole a Casa Sky Sport - Poteva andare ancora meglio per il Cagliari, c'è stato un periodo buio ma fa parte del gioco. Sono fiducioso per la ripartenza, nonostante non ci siano certezze abbiamo voglia di tornare in campo, anche se la situazione è difficile. C'è un po' di paura, ma vogliamo riprendere e anche finire la stagione. Se merito un grande club? Non ho perso le speranze, forse stesso io mi aspettavo troppo da me e quando qualcosa non va ci ripensi. Questo però mi ha dato la forza per fare ancora meglio. Mi ero messo in testa di fare una grande stagione, era il centenario del Cagliari e il cinquantesimo anniversario dello scudetto, e avevo voglia di fare del mio meglio. Qui mi sento a casa, non riesco a spiegare cosa significa questa città per me. Ho pensato poco al futuro, voglio vivermi il presente perché nel calcio può cambiare tutto all'improvviso. A Cagliari sto bene, è simile al Brasile e mia moglie è italiana e mi aiuta tantissimo".

"Io calciatore completo, ho giocato in tutti i ruoli"

Negli ultimi anni Joao Pedro ha modificato la sua posizione in campo, migliorando così il suo rendimento: "Sono sempre stato abituato a ricoprire più ruoli, nel calcio moderno la ritengo una cosa importante. Magari partendo da dietro ho una migliore visuale, quest'anno ho trovato la giusta posizione e con Nainggolan abbiamo stretto una buona intesa. Anche da prima punta sono migliorato, soprattutto l'anno scorso quando giocavamo con due attaccanti fissi. Ho fatto la mezzala, il trequartista, la seconda e la prima punta, sembra pazzesco ma ho lavorato tanto per aggiungere nel mio gioco tutte le caratteristiche possibili. Il calcio si è evoluto e questa è una cosa importante. Mi sta piacendo fare la punta, sono più vicino alla porta e quando hai più compagni così diventa più facile segnare".

"Non siamo stati bravi a gestire il momento di difficoltà"

Il Cagliari aveva iniziato alla grande la stagione, per poi vivere un momento negativo che ha portato anche all'esonero di Maran: "Avevamo un giocatore come Nainggolan con grande personalità, ci ha dato tanto e ha una mentalità vincente. Ha trascinato tanto la squadra in quest'aspetto, nonostante un periodo difficile abbiamo fatto vedere delle belle cose. L'anno scorso abbiamo lottato per la salvezza, ora ci siamo trovati in ben altre posizioni e, nonostante la mancanza d'abitudine, ci siamo difesi bene. Siamo andati oltre le aspettative, tutti sapevamo che sarebbe arrivato un momento difficile ma non siamo stati bravi e lucidi a sopportarlo e aggredirlo. Ci sono stati tanti episodi negativi, questi hanno portato la squadra a non ragionare bene. Fino alla partita persa contro la Lazio avevamo fatto grandi cose, poi non siamo riusciti più a vincere. È un peccato perché siamo forti e lo abbiamo dimostrato, ma quando entri in un tunnel se non sei forte mentalmente è difficile uscirne".

"Tifo Atletico Mineiro e sogno la Nazionale. Idolo? Ronaldinho"

Tra passato, presente e futuro: "La mia squadra del cuore è l'Atletico Mineiro, ho fatto lì tutto il settore giovanile giocando appena 13 partite in prima squadra. Mi piacerebbe un giorno tornare lì. Cagliari fa parte di me, ho vissuto bellissimi momento in questa città e sono felicissimo. La Nazionale è l'obiettivo massimo, credo che sia così per ogni calciatore. Giocatore preferito? Nella nostra generazione, Messi e Ronaldo sono stati fortissimi. Ma Ronaldinho per me era straordinario, soprattutto negli anni al Barcellona", conclude Joao Pedro.