Il direttore tecnico rossonero ha analizzato il grande momento del suo Milan: "Come tutte le magie, c'è qualcosa di segreto in questo primo posto. Da dirigente devo guadagnarmi di nuovo il rispetto, ma non ho paura di fallire. Ibrahimovic? Da quando è tornato mi sembra ancora più grosso"
Il Milan va alla sosta di novembre da imbattuto e primo in classifica, una sensazione che non provava ormai da diverse stagioni. Nei successi di questa prima parte di stagione, una buona parte del merito va anche al lavoro sul mercato di Paolo Maldini. Il direttore tecnico rossonero, intervenuto ai microfoni di Radio 105, ha analizzato il momento del Milan: "Come tutte le magie, c’è qualcosa di segreto, probabilmente non lo scopriremo mai. E poi c’è tanto lavoro dietro, un concetto di gioco, un’idea della proprietà verso i giocatori giovani, una squadra economicamente sostenibile, possibilmente autofinanziabile, anche se siamo ancora lontani da questo. Siamo partiti leggermente prima con quest’idea e ci siamo trovati più pronti nell’emergenza. Cerco di fare tutte queste cose mantenendo l’idea che deve avere un club come il Milan: competere, essere competitivo e dare spettacolo ai tifosi".
"Devo guadagnarmi il rispetto da dirigente, ma non ho paura"
Paolo Maldini ha poi parlato del ruolo da dirigente, una posizione ancora insolita per lui ma che ormai riveste per la terza stagione: "Sicuramente mi porto dietro storia e rispetto, ma ho un ruolo diverso e devo guadagnarmi il nuovo rispetto. Da dirigente manca la parte del gioco, ma sei partecipe di sofferenze e gioie della squadra. Per entrare in questo lavoro ci vuole tempo, viviamo in una società, specie nel calcio, che dà poco tempo, ma non ho mai avuto paura di fallire e rovinare ciò che ho fatto. Mi pareva assurdo non provarci". E la sensazione di entrare a Milanello non cambia, anche senza indossare più maglietta e calzoncini rossoneri: "Milanello è un posto speciale, anche da dirigente. E’ stato il teatro di tante piccole cose che hanno contribuito a fare grande questa squadra. Non è cambiato molto, ora stiamo provando a renderlo più moderno. La sensazione di calma, pace e preparazione alla guerra sportiva rimane".
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"Ibra? Adesso è ancora più grosso"
Il direttore tecnico rossonero ha poi portato lo sguardo avanti, a quello che potrà essere il campionato del Milan da qui in avanti: "Di noi si è detto che siamo lì anche grazie alla mancanza di pubblico, ma in realtà ci avrebbe dato più forza. E’ difficile capire dove ci sia un vantaggio e uno svantaggio. Non avere il pubblico è davvero una cosa bruttissima". Rossoneri, trascinati come sempre da Zlatan Ibrahimovic: "Da giocatore l’ho incontrato quando giocava nell’Ajax, nella Juve e nell’Inter. Giocavo da centrale, lo marcavo sui corner. Secondo me adesso è più grosso".