L'allenatore del Bologna racconta il recente incontro con Papa Francesco: "È un uomo saggio e simpatico, con la battuta pronta. Per me è un tuttocampista, può giocare in ogni ruolo, ma in campo farebbe la differenza. Da piccolo ho vissuto la guerra, sapevo che stava per arrivare una bomba da un fischio, che era la più grande paura. Poi avevo fame, ho fatto tanti sacrifici per uscire da quella situazione di povertà e diventare un calciatore"
Sinisa Mihajlovic è stato un grande calciatore e da anni ricopre il ruolo di allenatore in Serie A, ma ha vissuto tante esperienze forti anche al di fuori del campo. Recentemente, in occasione di un progetto televisivo, ha avuto modo di raccontarle anche a Papa Francesco. "È stata un'esperienza indimenticabile – ha dichiarato l'allenatore del Bologna a Tuttosport – Papa Francesco è un uomo saggio, simpatico e con la battuta pronta. Sono andato con mia moglie e mia suocera, quando le ho presentate mi ha detto 'Ti dovrebbero fare santo visto che ti sei portato anche la suocera'. Lui è un tuttocampista, può ricoprire ogni ruolo. Ma l'importante è che stia in campo, farebbe la differenza".
"Guerra e fame, tanti sacrifici per uscirne fuori"
Da piccolo, Mihajlovic, ha vissuto anche la guerra e la fame. "Quando c'è la guerra e cadono le bombe, poco prima c'è un fischio – prosegue – Dai sotteranei, a seconda di quanto lo senti lontano, capisci se la bomba sta per caderti in testa oppure no. Quel fischio è la pura più grande. Da piccolo, oltre al sogno di diventare un calciatore, avevo un'altra cosa: molta fame. L'unico modo per uscire da quella condizione di povertà era riuscire davvero a imporsi. Così ho fatto tanti sacrifici, perché Dio mi ha dato il talento, ma ho lavorato tantissimo per diventare un calciatore".